17. Beatris

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Che imbarazzo, che imbarazzo, che imbarazzo!
Credo sia stata l'idea più stupida e impulsiva che io abbia pensato in tutta la mia intera vita.
Eppure devo ammettere che mi è piaciuto, Thomas bacia bene. Questo è il fatto che più mi fa arrossire.
Dò la colpa di tutto alla Luna, d'altra parte stasera è piena. Di nuovo.
L'ultima volta sono riuscita a cavarmela discretamente, ma il cielo era coperto e ha piovuto; perciò l'influenza del satellite su di me era minore. Spero di riuscire ad affrontarla, questa notte.
Faccio un respiro profondo ed esco in giardino, manca ancora un quarto d'ora all'inizio della penultima ora.
Appena varco la soglia, quasi mi viene un attacco cardiaco a ritrovarmi davanti niente di meno che Derek Hale; sta fermo immobile davanti la porta, con i suoi sbiaditi occhi grigio-verdi.
Si accorge del mio sussulto e si muove.
«Oh, ciao Beatris. Per caso hai visto McCall? Dovrei parlargli...»
«Oh, no» affermo, scostandomi una ciocca disordinata dal viso e mettendola dietro l'orecchio. «Non lo vedo da qualche giorno.»
Annuisce. Tira su con il naso, come se stesse annusando l'aria.
Ho paura che possa capire che sono diventata un licantropo.
«Aspetta un attimo...» dice, confuso.
Ma io sono già corsa via.

Entro in classe a tutta velocità, ma sono comunque in ritardo.
Cammino per il perimetro dell'aula, cercando un posto libero.
Ad un tratto mi accorgo che, sfortunatamente, l'unico banchetto non occupato è dietro a Stiles.
Lui mi guarda negli occhi, io distolgo lo sguardo, arrossisco violentemente.
«Hills, ha intenzione di sedersi?» domanda la professoressa di biologia.
Io sono bloccata a causa del panico; poi vedo una ragazza dai lunghi capelli biondo fragola alzarsi in piedi e sedersi al posto destinato a me.
Mi affetto a mettermi a quello che aveva appena liberato.
«Grazie» sussurro a Lydia.
Lei mi sorride di ricambio.
Stiles continua a guardarmi — forse pregandomi mentalmente di prestargli attenzione — ma io non lo degno di un'occhiata.
Se ha visto tutto, come fa a non essere arrabbiato?
La sua calma mi dà i nervi.

•••

Sono le 19.13.
Thomas sta prendendo il necessario per tenermi legata durante la luna piena: catene, manette, mattoni da legare ai piedi e altre cianfrusaglie varie.
Crede che stasera sarà veramente potente e non potrò non impazzire. Non è sicuro di farcela nemmeno lui, che ha molta più esperienza di me.
Saliamo in macchina e ci inoltriamo nel bosco, per diminuire le possibilità di fare male a qualcuno.
Trova un albero che gli sembra adatto e inizia a far uscire tutti gli strumenti di tortura dalla borsa.
Inizia a legarmi.
«Thomas?»
«Sì, Beatris?» mi guarda negli occhi.
«Avevo pensato che, per alleggerire la tensione, potremmo raccontarci qualche storia.»
«Del tipo?»
«Del tipo "come mai la tua famiglia non c'è e tu hai dovuto mordere una povera disgraziata".»
Sospira.
«Va bene» dice. «Però, prima devi spiegarmi perché quando ti trasformi hai gli occhi blu.»
Mi giro verso di lui con sguardo interrogativo.
«Normalmente, gli Alpha hanno gli occhi rossi, i beta gialli, mentre blu si hanno quando un lupo è preso dal rimorso.» spiega.
«Ah. Forse è per colpa del Nuntius. Sai, in verità il demone aveva preso possesso della mia mente, sì, ma il corpo che lo ospitava era quello di mia madre, che doveva essere morta da sedici anni. Uccidendo il mostro, ho ucciso anche lei.»
«Ma non eri ancora un lupo quando è successo questo.» constata.
«Allora non lo so.» dico.
Un pensiero mi attraversa.
Stiles.
Scuoto la testa per farmelo passare.
«Adesso tocca a te, raccontami la tua storia.» lo invoglio.
Si siede a terra. «Facevo parte di una famiglia di nati-licantropi. Il "clan" Wain — il nostro — era ed è un naturale nemico di quello degli Hale. Conosci Derek e Peter Hale, giusto?»
Annuisco.
«Beh, loro hanno ucciso la mia famiglia, due anni fa.» dice.
«Cosa?!»
«Avevo due fratelli, una cuginetta di sei anni. Una madre e un padre amorevoli, una zia lunatica con suo marito, faceva sempre battute. Avevo una madrina e un padrino, che era anche mio zio, nonché Alpha del nostro branco. Gli Hale li hanno uccisi tutti, tutti tranne me.» gli si spezza la voce.
«Oh, Thomas, mi dispiace.»
«Ho vissuto nella villa di famiglia per un bel po' di tempo. Poi, quando ho visto che avevi messo un annuncio per cercare un coinquilino, mi sono rivolto a te. Quale miglior modo di cambiare aria?»
Non ho parole. Cala il silenzio fra di noi.
La luna scende e inizio a provare una strana sensazione. Sto iniziando — lentamente — a trasformarmi.
Poi sentiamo un ululato arrivare dalla foresta.


Ehi gente.
Vi lascio con la suspense.
Questo è l'ultimo capitolo dell'anno (a ginius).
Auguri a tutti per l'anno nuovo.

Ricordatevi di votate e commentare.
Bitch please,

Beatris

Beatris Constance Hills 2 »A Teen Wolf fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora