Torno a casa in lacrime accompagnata da Thomas.
È la seconda volta che salto alcune ore di lezione e spero sia l'ultima.
Appena varco la soglia corro per le scale diretta al piano di sopra e mi chiudo in bagno.
Il mio coinquilino mi segue invano.
«Beatris, aspetta!» grida. Ma io ho già chiuso a chiave la stanza.
Cerco di calmarmi, non voglio che il lato animale prenda il sopravvento e mi faccia trasformare.
Inspiro profondamente. Espiro profondamente.
Ripeto il tutto diverse volte. Ma le lacrime continuano a rigarmi la faccia.
Non so perché ho detto di no a Stiles. Non ho idea di da che parte sia sbucato quel pensiero e per quale motivo l'ho assecondato. Provo ancora – anche se parecchio contrastanti – forti sentimenti nei suoi confronti.
Mi posiziono davanti allo specchio e osservo il mio riflesso.
Ho il volto paonazzo e gli occhi grigi sono arrossati e gonfi.
"Piangi sempre, non sei stanca di piangere?" Penso. "Sei così debole. Non c'è stato un solo momento nella tua vita in cui non hai avuto paura. Per te e per gli altri. E sai chi è la tua debolezza? Stiles. Lui ti rende impotente. Ti ha dato già abbastanza problemi."
La mia coscienza ha ragione. Una persona che mi ha dato così tante preoccupazioni non mi merita.
Devo metterlo da parte.
"Non provo più niente per lui." Cerco di convincermi. A tratti ci riesco.
"Lui non prova più niente per me."
E in questo momento qualcosa dentro me si spegne. Mollo la presa di una corda che mi aveva tenuta sospesa per troppo tempo.
Si chiude una porta e si apre un portone, non è così il detto?
«Beatris, apri questa porta o sono costretto a scardinarla.» Sentenzia Thomas.
È lui il mio portone.
Non aveva smesso un attimo di parlare, ma io non me ne ero accorta.
Sentivo i suoni ovattati, quasi non li percepivo.
«Va bene.» sussurro flebilmente.
Giro la chiave nella serratura.
Lui spalanca la porta e mi stringe fra le sue braccia. «Tutto apposto?»
«Non lo so.» affermo ricambiando l'abbraccio.
Improvvisamente sento che questa è la cosa giusta da fare. Che bisogna andare avanti.
Devo abbandonare il mio vecchio branco per unirmi al nuovo, anche se è poco popolato.
Che – escludendo Lydia – posso trascurare tranquillamente tutti gli altri. Posso far finta che non esistano. Che non siano mai esistiti.
Che Stiles non mi abbia fatto provare le emozioni più belle della mia vita, durante il breve periodo in cui siamo stati insieme.
Sono disposta a lasciarmi alle spalle tutto questo e iniziare a vivere veramente? Di iniziare un'altra volta, come "Beatris la licantropa", non come "Beatris la ragazza con disturbi del sonno" o "Beatris che piange sempre"?
Posso cambiare. Ne sono sicura.
«Anzi, sì. Sto bene.» dico.
In tutto questo non mi ero ancora staccata da Thomas.
Lui si distanzia un poco da me, per potermi guardare negli occhi.
I suoi sono profondi e spettacolari, non me ne ero mai accorta prima d'ora.
Con il pollice mi asciuga le ultime lacrime sul mio viso. Si avvicina e mi da un bacio sulla fronte, come farebbe un genitore amorevole.
Poi esce dal bagno – dopo avermi rivolto un caloroso sorriso – lasciandomi da sola.
Non mi spiego perché non voglio che se ne vada.Scusate per la schifezzuola di capitolo ma boh, oggi mi è venuto così.
Avrei potuto pubblicarlo qualche ora fa ma alla finale di X-Factor c'erano i Coldplay. Non potevo non guardarlo.
Se il capitolo vi è piaciuto (ne dubito) votate⭐️ e commentate💬.
Alla prossima bei lupetti.
Bitch please,-Beatris
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Beatris Constance Hills 2 »A Teen Wolf fanfiction
Fiksi PenggemarAttenzione: questo è il secondo libro. _Storia non ancora revisionata._ Per il suo diciassettesimo compleanno Beatris aveva scelto ciò che desiderava di più al mondo: tornare a Beacon Hills. Poteva tornarci ad una sola condizione, condividere casa c...