13. Stiles

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Mi sveglio con un gran mal di testa.
Sono stato fino alle 4.00 di notte sveglio a pensare a Beatris, ora ne sento gli effetti. Mi trascino fuori dal letto a stento mi guardo allo specchio appeso sulla parete. Ho un aspetto orribile, sembra che io non dorma da giorni.
Sembra che io sia tornato al periodo in cui ero impossessato dal Nogitsune. Il demone era riuscito a penetrare dentro me perché ero debole a causa della mancanza di Beatris.
Accantono quel pensiero e scendo a fare colazione.
«Buongiorno, Stiles» afferma mio padre. «Malia ha telefonato per dirti che non viene a scuola, si sente poco bene.»
Annuisco.
«E tu come stai? Hai una cera orrenda.» continua lui.
Non rispondo.
Mi guarda per un attimo con un'espressione preoccupata. Poi scuote la testa, come per convincersi che va tutto bene, ed esce.
Quando finisco di mangiare vado a vestirmi. Poi prendo le chiavi di casa e della macchina. Esco, chiudo la porta, percorro il cortile fino alla Jeep e – dopo essere entrato – la metto in moto.
Come al solito ci mette un po' a partire, così ho il tempo di guardarmi attorno.
La casa di Beatris è apparentemente vuota. Non c'è l'auto sul marciapiede. Credo che siano usciti prima di me.
Vorrei scusarmi con lei per il comportamento che ho avuto ieri nei suoi confronti. Non è colpa sua se ha Thomas come coinquilino. Non è colpa sua se è stata morsa, non l'ha scelto lei.
Quando arrivo a scuola, Scott sta scendendo dalla sua moto.
Si accorge di me.
«Ehi, Stiles!» mi saluta con un gesto della mano.
«Ciao, Scott. Devo dirti una cosa.»
«Cosa?» chiede, mentre camminiamo verso l'entrata dell'istituto.
«Quel Thomas, il coinquilino di Beatris, è un licantropo.»
«Lo sospettavo.» afferma.
Entriamo in classe. Le due ore di letteratura inglese passano più velocemente di quanto mi aspettassi.
Abbiamo mezz'ora di pausa prima di andare a educazione fisica.
Ripongo i miei libri nell'armadietto.
Mi volto e – non molto lontano da dove mi trovo – mi accorgo che sta passando Beatris assieme a Lydia.
Mi vede e si gira di scatto. Sussurra qualcosa alla sua amica ed entrambe iniziano a camminare più velocemente.
Anche Scott si accorge di quello che sta accadendo.
«Va bene» mi dice. «Stavolta cosa le hai fatto?»
«Lascia stare.» rispondo.

Condivido l'ora di ginnastica con Beatris ma, sfortunatamente, anche con Thomas.
Ogni tanto le lancio qualche occhiata per vedere se mi sta guardando, ma mi ignora altamente.
L'unico a rispondere ai miei sguardi è lui, sembra un cane da guardia.
Le sta addosso come un'ombra.
Quel ragazzo deve proprio odiarmi. Io non sono da meno.
Alla fine dell'ora – dopo esserci cambiati – mi raggiunge davanti alla porta dello spogliatoio e inizia a parlarmi.
«Ehi ragazzino.» inizia.
«Ehi.» rispondo tentennando. Solo ora mi accorgo di quanto sia più grosso di me. «A cosa devo la tua visita?»
«Non fare lo scemo. Né con me, né con Beatris. Soprattutto con lei. È una ragazza stupenda e speciale, e tu lo sai. Non so cosa darei io per avere da lei la metà delle attenzioni che ti rivolge...»
Rimango a bocca aperta.
Continua: «Hai ogni giorno davanti agli occhi una ragazza così bella e non te ne accorgi. È simpatica, sarcastica, ha un sorriso perfetto. E i suoi occhi... ma li hai visti? Sono qualcosa di sensazionale. Eppure sono rivolti verso di te, sempre. E piange per te, ogni notte.»
«Secondo te non me ne sono mai accorto? Non ho mai pensato a quanto fosse bella?, non lo penso ancora? Non credo che sia troppo per me? Che si merita il meglio, che non sono io. Che farei di tutto per renderla felice, a costo di dovermi allontanare per sempre da lei? Non pensi che qualunque scelta ho fatto fosse per garantire il suo bene? Non pensi che io la ami ancora, nonostante mi abbia lasciato e sia stata lontana da me per un anno? Farei di tutto per lei, ma probabilmente mi odia. E non riesco a sopportarlo...»
Mi interrompo quando mi accorgo che il soggetto della nostra conversazione è a circa un metro e mezzo da noi e ci guarda meravigliato.
«Beatris!» mi affretto a gridare il suo nome.
Lei si gira e corre via. La seguo.
Quando sono poco lontano da lei l'afferro per il polso, cercando di non farle male.
«Beatris!»
«Che c'è?» si volta a guardarmi in faccia. Una lacrima le scende lungo una guancia.
«Come stai?» chiedo.
Ignora completamente la mia domanda.
«Pensi veramente quelle cose su di me?» ribatte lei.
La guardo negli occhi mordendomi il labbro inferiore. Vorrei urlarglielo. Vorrei urlarle che la amo e non voglio più lasciarla. Ma non rispondo, per paura che lei non ricambi.
«Perché sei tornata a Beacon Hills?»
Non è un posto in cui si sceglierebbe per propria volontà di tornare. E poi odia Scott, Allison non c'è più. Perché volerlo?
Fa scena muta.
«Cosa provi per me?» domanda nuovamente, facendo finta che io non abbia parlato.
«Ti risponderò dopo che tu lo farai.»
Adesso tocca a me piangere.
"Ti prego" penso. "Dimmi che mi ami e facciamola finita."
«Non...» inizia. Fa fatica a parlare, sta singhiozzando. «Non provo più niente per te.»
E con questo tutte le mie speranze vanno in frantumi.
Dentro sto piangendo come un bambino che non trova la madre in mezzo alla folla, ma all'esterno risulto totalmente apatico.
Stringo i denti, ma il dolore non si allevia. È sempre lì. Come quando l'ho persa per la prima volta.
Non faccio in tempo a ribattere con un falso: «Neanch'io.» che è già scappata via in lacrime.
Thomas la accoglie fra le sue braccia.
Sento il mio cuore andare in frantumi.

Ehilà bei lupetti!👋🏻
So che volete ammazzarmi per il finale molto tragico e commozionante, ma mi piace troppo far litigare la gente nei libri
*risata malefica in sottofondo*😈
Scusate se il capitolo è uscito tardi, ma ci ho messo 4 giorni a scriverlo. Pensavo che visto che c'era il ponte avrei scritto almeno tre capitoli... invece no, perché il francese si è portato via la mia ispirazione.
Prendetevela con la mia professoressa di francese, non con me.
Anyway, se il capitolo vi è piaciuto votate⭐️ e commentate💬.
Al prossimo capitolo.
Bitch please,

Beatris.

Beatris Constance Hills 2 »A Teen Wolf fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora