11. I hate him.

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Erano appena le sette del mattino, Louis non aveva chiuso occhio mentre osserva il soffitto bianco sdraiato sul suo letto e la ragazza accanto a lui dormiva beatamente. Si era rigirato nelle coperte tutto il tempo mentre i suoi pensieri scorrevano veloci ed il tempo troppo lentamente. La testa pulsava, faceva male e non sapeva come bloccare quel fiume di pensieri e parole non dette. A Louis sembrava strano il fatto che, nonostante suo fratello gli avesse sferrato un pugno in pieno viso e avesse urlato qualche ora prima contro di lui, sembrava non interessasse affatto a Briana, infondo la situazione interessava suo fratello e il suo futuro ragazzo, ma comunque Louis ringraziava il fatto che non avesse fatto tante domande. Che avrebbe dovuto inventarsi poi? Solo altre bugie.

Cosa avebbre mai dovuto dirle?

Forse voleva lasciarci i nostri spazi, pensava che prima o poi gli avremmo raccontato l'accaduto, avremmo risolto da soli le nostre divergenze o forse non gli interessava davvero. Tirò un sospiro e si alzò dal letto dirigendosi in bagno, poggiò le mani al bordo del lavandino e si guardò allo specchio: aveva un aspetto orribile. I capelli arruffati, occhiaie e un enorme livido violaceo sullo zigomo destro che avrebbe fatto fatica a nascondere insieme alle occhiaie, pensare che aveva un intervista in Tv quella mattina. Avrebbe annunciato il primo singolo del suo nuovo album, e l'avrebbe dedicata sicuramente al ragazzo dagli occhi verdi e capelli ricci che gli ha rubato il cuore in poco più di un mese. Aveva rovinato tutto. Aveva dato la risposta sbagliato ed aveva ancora per una volta mentito.

Harry si guardò allo specchio, aveva dormito poche ore e i suoi occhi erano gonfi e rossi, aveva pianto così tanto e non sapeva neanche il motivo che lo facesse stare così male, semplicemente il pugno che aveva lasciato a Louis non gli era bastato per sfogarsi e aveva un peso sul cuore che non lo lasciava respirare. Quando scese al piano di sotto trovò Niall in cucina che preparava la colazione. Gli aveva chiesto di restare con lui e il biondo non se l'era fatto ripetere due volte vedendo il suo migliore amico in difficoltà e con l'umore sotto i piedi. Niall ammirava Louis come cantante, come calciatore e come persona, non lo conosceva bene ma sapeva che non aveva detto tutta la verità ad Harry, se lo sentiva. Avrebbe voluto dargli un bel pugno anche lui però, era proprio uno stupido. Harry non lo merita.

''Buongiorno Harold. Come va stamattina?''-gli chiese in tono allegro e allo stesso tempo protettivo. Niall era grande solo un'anno più di Harry ma non riusciva a non preoccuparsi per lui e provare a proteggerlo da ogni cosa, lo vedeva indifeso e troppo, troppo ingenuo. Harry dal canto suo si sentiva stanco e voleva ritornare a dormire nonostante sapesse che non ci sarebbe riuscito, così si sedette sullo sgabello e poggiò la testa sulla mano socchiudendo gli occhi e sbuffando. Avrebbe voluto avere la solarità di Niall, affrontava tutto con il sorriso, era positivo, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. Lo invidiava per questo.

''Meglio''- fu la sua risposta, ma non era per niente così. Harry non stava meglio, anzi si sentiva ancora peggio perchè insieme all'arrabbiatura quasi svanita e la forte delusione, ora si erano uniti anche i sensi di colpa per quel pugno sferrato al viso perfetto del liscio, ma quando gli aveva confessato il suo peccato non aveva più pensato lucidamente.

Louis si era affidato a sua sorella Felicity, nonchè la sua truccatrice e parrucchiera, per cercare di sembrare meno stanco e distrutto di com'era. Il groppo alla gola, il peso al cuore e l'aspetto orribile non erano svaniti nonostante nelle ultime ore ci avesse provato. Non si era mai sentito così in colpa per una bugia, nonostante ne avesse dette tante, sopratutto alla sua povera madre. Quella bugia era stata la peggiore di tutte ed avrebbe portato delle pessime conseguenze. Harry non gli avrebbe parlato mai più.

''Ti va di parlarne o farò finta di non notare che nel mio fratellino c'è qualcosa che non va?''- alla domanda di sua sorella che nel frattempo gli picchiettava una spugnetta con del fondotinta sullo zigomo che gli bruciava terribilmente, rispose con una smorfia di dolore, il riccio aveva fatto proprio un ottimo lavoro, eppure non sembrava avesse tutta quella forza. Pensò se raccontare tutto l'accaduto a sua sorella e sentire un parere femminile oppure parlarne dopo con Liam e farsi insultare pesantemente, se lo meritava. Se Harry non lo aveva ucciso, Liam lo avrebbe fatto di sicuro.

Dopo essersi fatto una doccia calda, cercando di calmare i nervi Harry era sceso in salone dove Niall lo aspettava come suo solito, davanti alla tv. Harry aveva pensato che forse aveva esagerato mentre l'acqua calda lo calmava e l'arrabbiatura si placava, era comunque deluso mentre stupidamente pensava che tra lui e Louis potesse davvero nascesse un'amicizia. Solo quando si sedette sul divano accanto al biondo notò che lui era fermo sul canale in cui trasmettevano l'intervista in diretta di Louis. Harry lo guardò in modo torvo e il biondo fece finta di niente. Più Louis parlava e più l'istinto omicida di Harry saliva, mentre Niall se la rideva osservando di sottecchi il comportamento dell'amico. Harry voleva spegnere il televisore, buttarlo giù dalla finestra.

''Io lo odio''

''Non sono dello stesso parere''

''Cosa stai insinuando Niall James Horan?''

''Tu credi di odiarlo, o almeno vorresti."

Niall gli fece un occhiolino, gli occhi beffardo ed il sorriso di chi pensa di saperla lunga. Harry decise di chiudere lì quella breve conversazione che lo stava imbarazzando, il fatto che il suo migliore amico pensasse che Louis gli piacesse lo irritò ma allo stesso tempo lo fece riflettere. E se Niall avesse ragione? No, certo che non aveva ragione. Niall delirava.

Louis annuiva e rispondeva in modo secco e sintetico. Di solito era molto più loquace, allegro, aveva sempre la risposta pronta. Odiava le interviste, odiava tutte quelle stronzate che i media si inventavano, odiava che la gente ci credesse. Cosa interessava a loro della sua vita privata? Faceva il cantante, avrebbero dovuto interessarsi solo ed esclusivamente alla sua musica non alla sua vita. Inoltre il pensiero di Harry e l'immagine di lui arrabbiato e deluso non abbandonava la sua mente e sopratutto il suo cuore, in più dimenticarsi di ciò che era avvenuto quella notte era abbastanza difficile visto che lo zigomo continuava a bruciare. Sperava che sua sorella avesse fatto un lavoro abbastanza buono da non far accorgere nessuno del livido ed evitare quindi altre domande imbarazzanti e fastidiose. Quando finalmente fu l'ora della canzone Louis non vedeva l'ora. Aveva scritto la canzone da solo e si era impegnato tanto, la credeva quasi adatta alla situazione che si era creata tra lui ed Harry e sperava con tutto il cuore che lui l'ascoltasse.

It's inevitable everything that's good comes to an end
It's impossible to know if after this we could still be friends, yeah
I know you're saying you don't want to hurt me
And maybe you should show a little mercy
The way you look I know you didn't come to apologize

Louis cantò la prima strofa continuando a pregare che Harry lo stesse ascoltando ed il riccio da casa sua lo stava facendo attentamente, stava pesando parola per parola, si soffermava, rifletteva e ascoltava insieme a Niall che monitorava ogni suo piccolo gesto cercando di capire i timori, le paure e i turbamenti dell'amico, perchè il biondo conosceva abbastanza bene il riccio da poter dire che quello nei confronti di Louis non era odio, era qualcosa di forte e che ad Harry faceva paura. Forse non lo avrebbe mai ammesso, ma Niall lo sapeva ed anche Harry in cuor suo sapeva che si era innamorato di Louis Tomlinson.

Hey, hey, hey
Oh, why're you wearing that to walk out of my life
Hey, hey, hey
Oh, even though it's over you should stay tonight
Hey, hey, hey
If tomorrow you won't be mine
Won't you give it to me one last time
Oh, baby let me love you goodbye

Her Brother || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora