Capitolo 42.

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Lionheart.

Oggi e il compleanno di mamma.
Oggi non so come mi sento, non sento niente, mi ritrovo nella mia stanza seduta nel letto, guardo queste quattro mura.
Nulla ha un senso per ora.

Sento bussare alla porta, dalla mia bocca esce un debole 'avanti', la figura alta e slanciata di Luke mi si pone davanti.

"So che non hai voglia di parlare, e so che sei anche arrabbiata perché il medico non ti ha permesso di andare in america per vedere la lapide di tua madre, non possiamo farci niente è questa la malattia." Disse lui.

Quelle ultime parole mi diedero un fastidio assurdo.

"So che ormai la malattia è questa Luke, non c'è bisogno di ricordarmelo sempre." Dissi con un pizzico di rabbia, ma sempre non lasciando un minimo di emozione.

"No Hailie che hai capito." Subito si inginocchiò davanti a me, mi prese le mani e strinse.

"Ho capito bene Luke, stai tranquillo ci sono abituata." Chiusi per un secondo le palpebre, una lacrima lasciò il mio viso stanco, stanco di combattere, stanco di subire, stanco di soffrire e forse anche stanco di vivere.

Poggio la testa sulle mie gambe, strinse con le sue mani le mie gambe scoperte, ripetendo 'Non so più che fare.' Stringeva così tanto che mi sarebbero rimasti i lividi, non sentivo dolore.

Si alzò di scatto, andó avanti e indietro faceva come un pazzo, mordeva il suo labbro, si metteva le mani fra i capelli e faceva delle smorfie di disperazione.

"Devi accettarlo Hailie!" Gridò, non mi aspettavo che gridasse infatti per la paura il mio cuore perse un battito.

"Tua madre è morta Hailie, e morta 5 anni fa, fa male si fa molto male, ma si va avanti non si ci dispera, si deve sorridere per quella persona, pensa quanto sarebbe fiera di te per ora?" Fiera? Fiera di cosa? Di una figlia che si drogava? Fiera di una figlia che non ha concluso un cazzo?

Mentre lui diceva tutto questo, io stringevo le lenzuola del letto, il mio respiro si faceva affannoso, stringevo i denti e stiravo tutti i muscoli del mio corpo.

"Tua madre non c'è più, fattene una ragione." Farmi una ragione?

"Esci da questa stanza, subito." Dissi calma cercando di non scoppiare.

"Hailie..."

"Mi dici che andrà meglio,


andrà meglio col tempo,dici che mi ricomporrò,"starai bene"" Mi iniziai ad agitare.

"Dimmi cosa diavolo ne sai? Cosa ne sai? Dimmi come diavolo potresti saperlo? Come lo sapresti?

Finchè non accade a te, non sai come ci si sente.
Finchè non accade a te, non lo saprai, non sarà reale


no, non sarà reale, non saprai come ci si sente.
Mi dici: cammina a testa alta!cammina a testa alta e sii forte! perchè quando cadi devi rialzarti, devi rialzarti e andare avanti,dimmi come diavolo potresti parlare, come puoi parlare?


non saprai come mi sento io


Fino a quando il tuo mondo non brucia e si frantuma


fino a quando non sei alla fine, allo stremo


fino a quando non sei nei miei panni


non voglio sentire nemmeno una parola da te, perchè tu non lo sai


Finchè non accade a te, non sai come ci si sente." Gridavo colpendomi le cosce con i pugni, ero fuori di me.

Luke venne verso di me strattonandomi per farmi ritornare in me.

Give me love ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora