Capitolo 4

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Trascorro il resto della giornata a guardare fuori. Immagini di immensi frutteti, di montagne rocciose e vaste distese d'acqua mi passano sotto gli occhi. In poche ore Effie mi parla della nuova Capitol City, di come lo stile di vita sia cambiato. Faccio addirittura amicizia con due camerieri: Stefan e Mike che lavorano al posto dei senza voce e ricevono il giusto stipendio per la loro occupazione. È Peeta che ogni tanto si avvicina per schioccarmi un bacio sulla guancia, che intreccia le sue dita alle mie. Io non sono mai stata brava nel dimostrare affetto. Quando arriva l'ora di tornare nella mia stanza inizia a mancarmi l'aria e so di per certo che non sarò in grado di affrontare da sola la notte, non su questo treno, non in quel letto. Non permetto a Peeta di tornare in camera sua per lavarsi e lo porto con me. Lascio che si prepari per la notte nel mio bagno personale. Quando anche io sono pronta per la notte nel viale degli incubi mi infilo sotto il piumino e lascio che il calore del corpo di Peeta mi riscaldi. Appoggio la testa sul suo petto e credo di poter sentire il suo battito accelerare. Lascio che mi accarezzi i capelli e che mi dia piccoli baci sulla testa. So che così non lo sto aiutando ad andare avanti e facendo finta di dormire mi allontano da lui spostandomi sul mio lato del letto. Tutta la sicurezza che avevo acquisito nello stargli vicino svanisce quando non si sforza di riprendermi tra le sue braccia come nelle notti passate insieme durante il tour e nel viaggio per l'arena.
"Buonanotte, Katniss" dice in un sussurro
io non rispondo e pian piano mi addormento riscaldata dal calore del suo corpo distante.

Niente incubi stanotte. Quando apro gli occhi Peeta non è mio letto. Ripenso alla scorsa notte e mi sento così stupida per aver pensato che tutto sarebbe potuto tornare come prima. Sono consapevole del suo amore nei miei confronti, ma non posso fare a meno di pensare che qualcosa sia profondamente cambiato dal giorno nella casetta. Mi metto a sedere nel bel mezzo del letto e mi osservo le mani: unghie rosicchiate fino alle ossa, cicatrici da ustione. Sembrano le mani di un uomo, non di una ragazza di 18 anni. In miei pensieri vengono interrotti da un Peeta con i capelli gocciolanti che esce dal mio bagno personale, pensavo fosse tornato in camera sua.
"Buongiorno, spero di non averti svegliata" dice "siamo arrivati mezz'ora fa" continua sorridendo. Indossa solo i boxer e questo mi mette profondamente in imbarazzo nonostante io l'abbia già visto nudo nell'arena. In quel posto non avevo il tempo di osservare attentamente il suo corpo. Lascio correre lo sguardo sulla sua larga e forte schiena, sulla mascella prepotente, sul viso incorniciato dai capelli bagnati. Credo di essere impazzita ormai, sicuramente impazzita, perché sto diventando così sciocca? mi giro e mi tuffo a pancia in giù sul letto, affondando la faccia nel cuscino. Sento una mano di Peeta sfiorarmi la schiena: "andiamo, Katniss, devi alzarti" dice ridendo.
Mi vesto ed insieme usciamo dalla stanza. Facciamo colazione con una dolce spremuta d'arancia accompagnata da un caldo e delizioso cornetto alla crema mentre Peeta osserva con attenzione le decorazioni floreali sui biscotti, Haymitch corregge la spremuta con del liquore bianco ed Effie mi dice di mettermi pronta per quella che sarà un'altra "grande grande grande giornata".
Scesi dal treno veniamo caricati su un'auto. Il viaggio è abbastanza lungo da permettermi di osservare quella che sembra una Capitol City in ripresa, anche se qua e là si possono vedere ancora i palazzi distrutti dai bombardamenti. Peeta mi prende la mano ed Effie ci rivolge un dolce sorriso "domani ci sarà la mietitura, subito dopo vi verranno assegnati due tributi" dice "voi tre agirete come un unico mentore, ma soprattutto niente favoritismi per i tributi". Voglio un gran bene ad Effie, ma a volte vorrei seriamente schiaffeggiarla: in qualche modo è compito nostro decidere chi dei due dovrà sopravvivere ma non perché uno potrebbe starci più simpatico di un altro, ma perché toccherà a noi capire chi avrà le reali capacità per vincere. Haymitch scelse me nei primi giochi.
A Peeta fisicamente non manca nulla, ma è troppo buono per vincere gli Hunger Games, non sarebbe mai stato in grado di uccidere qualcuno a sangue freddo come me. Beh, ha gettato Mitchell in un baccello durante la guerra...ma quello non era Peeta, quello era l'ibrido di Capitol City.
Lo guardo per un secondo: ha la tempia appoggiata al finestrino e fissa il vuoto con aria assente. Devo lasciarlo andare, lui mi ama in maniera inconcepibile. Io no, io non lo amo, io non so cosa è l'amore. Voglio solo essergli amica e so che questo non sarà possibile se continuerò ad aggrapparmi a lui per superare i miei incubi. Metterò le cose in chiaro con lui appena avró il tempo: porteremo avanti la nostra messinscena durante la nostra permanenza qui, ma una volta tornati al distretto 12 le cose dovranno cambiare. Veniamo portati al centro di addestramento.
La prima cosa che noto è una donna con il pancione e lunghi capelli castani "Annie! Annie!" urlo, iniziando a camminare a passo svelto. Gira di scatto la testa nella nostra direzione. Non appena la raggiungo la stringo in un abbraccio e lei mi schiocca un bacio sulla guancia: la gravidanza l'ha resa più bella di quanto già non fosse e anche un tantino meno instabile.
Sento lo stomaco contorcersi. Penso agli occhi verdi di Finnick, a quando salvó Peeta dopo l'impatto con il campo di forza solo per me, alle mani scorticate dai mille nodi fatti e disfatti per ingannare l'attesa, a quanto fosse bello vestito da sposo, alle urla di dolore mentre veniva dilaniato dagli ibridi. Finnick. Una dolore lancinante mi attanaglia e mi blocca il respiro: non sono riuscita a salvarlo...l'unica cosa che posso fare adesso è prendermi cura della creatura che Annie porta in grembo. Mi rendo conto di tremare solo quando Haymitch mi afferra con forza il braccio. Prendo un bel respiro e provo a parlare: "Hai già deciso un nome per il piccolo?" dico con voce incerta "lo chiamerò Finnick, come il padre" mi risponde.
Salutiamo Annie ed entriamo in ascensore.

Katniss e Peeta: senza fare rumore. / COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora