Capitolo 6

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La seta delle lenzuola è come acqua leggera e fresca che scorre tra le mie dita. Il mio torace è vuoto, le vene prive di sangue.
Peeta. Sento ancora il suo profumo e le mie labbra trattengono il sapore del bacio che gli ho rubato. Lui mi ama. È una cosa di cui ero già a conoscenza, ma sentirselo dire così è un'altra cosa; le sue parole mi hanno travolto come un fiume in piena e adesso vado alla deriva distesa sul morbido letto della mia stanza al centro di addestramento.
Qualcuno bussa alla porta ed io alzo gli occhi al cielo. Non voglio andare a quella cena, non voglio rivedere May, ma soprattutto non voglio trovarmi in una situazione imbarazzante con Peeta: la verità è che non so come comportarmi con lui ora che l'ho ufficialmente rifiutato. Mi chiedo se vorrà ancora essermi amico, se porterà avanti la nostra messinscena o mi abbandonerà, se continuerà ad essere il solito Peeta o cambierà atteggiamento nei miei confronti. In realtà so che non potrei sopportare di perderlo.
Sento nuovamente bussare alla porta e capisco che anche il mio desiderio di restare in camera a dormire non verrà esaudito. Riccioli a cavatappi color carota fanno capolino da dietro porta e Flavius entra nella mia stanza seguito da Venia e Octavia. Mi ritrovo così a fissare il mio staff di preparatori. Cerco di vedermi con i loro occhi: una ragazzina introversa e difficile che ha distrutto la loro città e che ha messo in discussione la loro vita, la loro società, la loro sicurezza. Eppure non credo mi odino, anzi, Octavia ha addirittura gli occhi lucidi. Mi alzo e corro ad abbracciarli e loro sembrano sorpresi da questo mio gesto, le dimostrazioni d'affetto non sono il mio forte.
"Katniss" squittisce Venia,
"Cosa ci fate qui?" dico sfoggiando un sorriso a 32 denti,
"Beh, prima cosa siamo venuti a salutarti. Facciamo parte del team che preparerà i tributi che vi verranno assegnati" risponde Flavius.
Mi sento rincuorata al pensiero che avrò al mio fianco persone fidate.
"E poi hai bisogno di una bella tirata a lucido. I mentori non necessitano di preparatori, ma tu sei la nostra perla",
"Non ho bisogno di sembrare carina per una stupida cena con gli altri mentori.." sorrido lievemente,
"Oh no! Questa non sarà una semplice cena! Sarà ripresa dalle telecamere e trasmessa in tutta Capitol City. Inoltre la Presidente Paylor presiederà all'evento!" dice Venia,
"State dicendo che sarà una cena formale?" chiedo con aria infastidita,
"Ti renderemo bellissima, Katniss" urla eccitata Octavia.
Mi rassegno.
Lascio che i miei vecchi preparatori mi tirino a lucido. In meno di un'ora i capelli dal taglio irregolare vengono resi setosi e arricciati in morbidi boccoli, le sopracciglia sfoltite, le gambe rese lisce dal rasoio. Alla fine del trattamento sembro un'altra persona con le palpebre argentate e le labbra di un rosa leggero. Mi avvio verso l'armadio ma la voce di Venia mi ferma: "Katniss...abbiamo qualcosa per te" e capisco immediatamente di cosa sta parlando. Mi giro lentamente e i miei occhi si posano su Flavius: ha tra le braccia un vestito color ghiaccio, un trionfo di pizzi e cristalli alternati a vertiginose trasparenze. Flavius lo appoggia sul letto e io tocco delicatamente la stoffa sottile, il velo leggero. "Cinna..", sussurro con voce spezzata. Venia e Octavia mi rivolgono un'occhiata triste. Mi aiutano ad indossarlo e riesco quasi a sentire il calore di uno dei suoi abbracci...quanto mi manca.
La mia vita è una giostra che non smette mai di girare ed è buffo come io non riesca a ricordare determinate cose quando so che altre non riusciró a scordarle mai. Non riuscirò a dimenticare l'eye-liner dorato di Cinna, la cicatrice sulla fronte di Gale, la voce di Rue, il sapore dei baci di Peeta sulla spiaggia, gli occhi verdi di Finnick, le mani ferme da guaritrice di Prim.
"Sei bellissima, tesoro" è la voce di Effie a riportarmi alla realtà "è ora di andare" dice.
Quando entro in salotto trovo un Peeta sorridente ad accogliermi. Mi sento avvampare: i suoi occhi azzurri forano i miei. Entriamo in ascensore e l'ansia inizia a divorarmi, ho il viso imperlato di sudore. La mano forte del mio compagno prende la mia e capisco che non importa quante volte io lo rifiuti, quante volte provi ad allontanarlo da me: Peeta è una falena ed io sono la luce che lo attrae. Mi sento meglio sapendo che ha deciso di non abbandonarmi e so che potrò aggrapparmi a lui per superare la serata.
Quando la porta dell'ascensore si spalanca devo sbattere ripetutamente le palpebre per abituarmi alla forte luce: una donna dalla pelle scura e da grandi occhi marroni ci accoglie calorosamente: "Presidente Paylor" la saluto con un leggero inchino "suvvia, Katniss. Non c'è bisogno di essere così formale. L'ultima volta che ci siamo viste eri armata fino ai denti" dice schioccandomi due delicati baci sulle guance. Mi piace la Paylor, è una persona alla mano a differenza mia.
Da lontano riesco a vedere Haymitch e Annie, saluto la Paylor e mi dirigo verso di loro seguita da Peeta.
"Ciao Annie" la abbraccio.
Veniamo interrotti da un uomo dalla pelle scura, gli occhiali spessi, barba nera: Beete! Ci salutiamo tutti come se non ci vedessimo da anni. Essere circondata da "amici" mi rende meno agitata. Ci sediamo al lungo tavolo di cristallo addobbato per l'occasione: Peeta alla mia destra, Haymitch alla mia sinistra. "Sei bellissima" dice Peeta quando una telecamera ci passa vicino e io mi chiedo se lo pensi davvero. Peeta mi ama, ma io non sono "bellissima", al massimo "carina", ed è comunque tutto merito dei miei preparatori. Gli prendo la mano poggiata sul tavolo, ma non lo faccio per gli spettatori, lo faccio per me ma qualcosa non va, i suoi muscoli si irrigidiscono al mio tocco. Gli rivolgo uno sguardo accigliato, lui mi rassicura dicendomi di non preoccuparmi. E poi la vedo: occhi azzurri contornati di nero, mossi capelli biondi, il corpo snello avvolto in un vestito di raso rosso. May afferra un bicchiere di champagne e si gira nella nostra direzione, ci rivolge un saluto veloce e si mette a sedere vicino ad un ragazzo dalle labbra carnose, forse un po' troppo carnose. La cena scorre lentamente e mi annoio talmente tanto che mi incanto ad osservare delle molliche di pane sul tavolo quando un Peeta tremante mi fa trasalire: ha gli occhi allucinati, le mani serrate intorno ai braccioli della sedia. Capisco immediatamente costa sta succedendo: allucinazioni. Gli capita raramente, ma quando arrivano ha bisogno di aiuto per tornare in se stesso. Lo prendo per la mano e lo trascino in una stanza adiacente al salone dove si sta tenendo la cena.
"Peeta, calmati per favore. Va tutto bene, ci sono io qui" gli dico in tono rassicurante, ma la verità è che sto entrando nel panico perché non ho idea di cosa fare. Accovacciati a terra poggio la sua testa sul mio petto e lo stringo il più forte possibile. Sento il battito del suo cuore unirsi al mio. Quando finalmente inizia a calmarsi lo faccio alzare. "G..gr..grazie" sussurra con voce roca, "di niente" gli sorrido "prima di tornare al tavolo dovresti sciacquarti la faccia" dico e lui annuisce. Ci dirigiamo verso il bagno più vicino e Peeta sta per bussare ma io gli blocco la mano appena in tempo: voci provengono dall'interno. Avvicino l'orecchio al freddo legno della porta, parole senza alcuna logica mi arrivano all'udito: "dobbiamo levarla da mezzo. Ora più che mai" è una donna a parlare
"Secondo i miei dati non abbiamo ancora abbastanza sostenitori nella Capitale, ma quando inizieranno gli Hunger Games ti farò vedere che avremo più persone dalla nostra parte" un uomo dal forte accento di Capitol City le risponde.
Non ho idea di cosa significhi questa conversazione ma immediatamente capisco che non avrei dovuto ascoltarla, afferro la mano di Peeta e inizio ad indietreggiare il più veloce possibile ma la porta si spalanca:
occhi nocciola, denti affilati come lame: mi ritrovo faccia a faccia con Enobaria.

Katniss e Peeta: senza fare rumore. / COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora