Capitolo 17

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Apro lentamente gli occhi.
Avverto la presenza di mia madre che dorme tranquilla al mio fianco mentre la debole luce dell'alba penetra dalla grande finestra della mia stanza. Analizzo ciò che è successo ieri ma soprattutto il sogno di stanotte, il mio viso si colora di rosso al solo pensiero. Come sono passata dall'imbarazzarmi anche solo per un semplice sguardo a desiderare di essere toccata da lui?
Realizzo che capire Peeta è davvero complicato a volte. Prima dice che mi ama, poi decide di andare avanti, poi però mi bacia, o meglio ci baciamo, aspetta una settimana fuori la mia stanza d'ospedale ma poi non si degna nemmeno di darmi il bentornato.
Improvvisamente qualcuno bussa alla mia porta con forza. Nel mio cuore covo il desiderio segreto sia lui e resto delusa quando apro e trovo un Haymitch affannato ad aspettarmi. Non riesce nemmeno a parlare, io incrocio le braccia impazientemente.
"Kat..katniss..sveglia tua madre.."
Cosa vuole Haymitch da mia madre?
"Che vuoi da lei?" Chiedo.
"..è una cosa urgente e tu come al solito fai troppe domande! Annie sta partorendo! Non abbiamo il tempo di portarla in ospedale e c'è bisogno di qualcuno che faccia nascere il bambino qui.." dice asciugandosi la fronte con la manica del pigiama.
Corro in direzione del letto e scuoto mia mamma con decisione, lei apre le palpebre a fatica e mi guarda intontita "Katniss, che succede?" Chiede con la bocca ancora impastata.
"Annie ha bisogno di aiuto per far nascere il bambino, le si sono rotte le acque!" Esclamo in tono supplichevole anche se so che mia madre non si tirerebbe mai indietro.
Con un balzo si fionda giù dal letto, corre in bagno a sciacquarsi velocemente il viso assonnato mentre io resto immobile a farmi divorare dalla paura e dalle domande. "Katniss, ho bisogno di aiuto." La voce di mia madre mi riporta alla realtà.
"In che senso?" domando.
"Non posso fare tutto da sola, devi farmi da assistente" risponde lei con voce severa.
"Stai scherzando, spero." Dico temendo sia seria.
"Ti sembra che io stia scherzando? Forza, non posso far nascere quel bambino da sola." mi sprona lei.
"Non..non posso farlo." Dico iniziando ad agitarmi.
Mia madre si ferma per un secondo, "Katniss, è il figlio di Finnick." Dice piano. Ed è proprio questo il problema. Non sono pronta a tenere tra le braccia suo figlio quando non sono riuscita nemmeno a tenerlo in vita. Ci sarebbe dovuto essere lui qui, ad aspettare di poter finalmente vedere gli occhietti verdi del suo bambino, non io. Così come ci sarebbe dovuta essere Prim ad aiutare mia madre.
Ho possibilità di scegliere? Probabilmente no.
"Andiamo!" Ordina Haymitch.
Cerco di non tremare, ma le mie mani non vogliono fermarsi. Io, che sono sinonimo di distruzione e morte, sto per far nascere un bambino.
Attraversiamo l'attico ed entriamo nell'ascensore, Haymitch preme sul pulsante con il numero 4 sopra e le porte stanno per chiudersi quando una mano che riconoscerei tra mille le blocca. L'ascensore si apre e Peeta entra, è la prima volta che lo rivedo e capisco quanto mi sia mancata anche solo la sua presenza. "Ho saputo di Annie, voglio venire anche io." Dice affiancandosi ad Haymitch. Noto che evita il mio sguardo, questo ragazzo mi farà impazzire.
Lo osservo per qualche secondo. Quando arrivo alle sue mani mi si blocca il respiro, il pensiero del sogno di stanotte mi fa sentire profondamente in imbarazzo.
Finalmente l'ascensore si ferma e le porte si spalancano, tutti e quattro entriamo nell'appartamento. Ci dirigiamo a passo svelto verso la camera di Annie, riconoscibile dalle urla. Lei è stesa sul letto, una donna che non ho mai visto le tiene la mano. Annie ha gli occhi allucinati, il viso imperlato di sudore e contratto in una smorfia di dolore, eppure ha un'aria felice. Mia madre corre immediatamente da lei, mentre io resto immobile sulla soglia della porta, incapace di camminare.
"Katniss" la voce spezzata dal dolore di Annie mi arriva appena.
Raccolgo tutto il coraggio che mi resta e mi avvicino alla sua figura. Sembra una bambina. Mi afferra la mano e me la stringe il più possibile, "grazie" sussurra.
Perché mi sta ringraziando? Ho permesso che suo marito morisse.
Quella che arriva è l'ora più emotivamente difficile della mia vita, mia mamma mi chiama di tanto in tanto per farsi sciacquare uno straccio, per farsi prendere dei guanti puliti. Per la maggior parte del tempo resto attaccata ad Annie che urla con tutto il fiato che ha in gola.
"Forza tesoro, un ultima spinta e puoi riposarti." Dice mia madre ad un certo punto.
Annie stringe i denti ed obbedisce.
È un secondo, un attimo, un istante e un pianto assordante riempie l'intera stanza.
Quando lo vedo, sporco e minuscolo, sento il cuore uscirmi dal petto. Non ce la faccio: mi porto una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo, lacrime di gioia mi bagnano il volto.
Mia madre avvolge il pezzettino di vita in un'asciugamano bianca e lo porge ad Annie.
"Ciao piccolo Finnick." mormora lei guardando suo figlio.
Io resto inginocchiata al suo fianco e li osservo a bocca aperta.
"Guarda, c'è Katniss qui." Gira il piccolo nella mia direzione.
"Vorrei che tu gli facessi da madrina" dice ad un certo punto "sono sicura che Finnick lo vorrebbe quanto me." Annie mi rivolge un sorriso sincero.
Devo prendermi cura di suo figlio, devo proteggerlo e assicurarmi che sia felice. Lo devo a Finnick, mio alleato, mio amico, che ha assicurato a me una vita felice tenendo in vita Peeta. Adesso lo capisco.
"Ne sarei onorata." Rispondo.
Mia madre porta via il piccolo Finnick per pulirlo, io resto accanto ad Annie fino a quando non si addormenta. Entro in bagno per sciacquarmi le mani e mi guardo allo specchio: dopo tanto tempo mi sento felice e so cosa devo fare. Schiocco un bacio sulla fronte di Annie prima di uscire dalla sua camera. Haymitch dorme con la bocca spalancata su una poltrona, Peeta ha la schiena appoggiata ad una colonna poco distante, si guarda le scarpe.
Mi avvicino a lui silenziosamente.
"Ciao", dico.
Lui alza gli occhi e mi guarda "come sta Annie?" Chiede.
"Sta bene." rispondo ma non gli lascio il tempo di parlare "l'infermiera mi ha detto che sei stato fuori la mia stanza d'ospedale per una settimana. Perché quando sono tornata non sei venuto a salutarmi?" chiedo tutto d'un fiato.
"Ero con May." risponde senza aggiungere altro.
Lo immaginavo, ma averne la conferma fa male in maniera inaspettata e così, inaspettatamente, provo rabbia.
É come se avesse preferito lei a me, eppure so che quel bacio ha significato qualcosa, per entrambe.
"Ho bisogno di parlarti" dico e la mia voce suona come una supplica.
"Di cosa dobbiamo parlare, Katniss? Del bacio? Di quella notte? Io ti ho già detto tutto, non voglio essere rifiutato di nuovo." Ha gli occhi tristi, ma io ho solo pochi secondi per guardarli perché lui si gira e inizia a camminare in direzione dell'ascensore.
Lo guardo andare via, le cose avrei voluto dirgli mi restano incastrate in gola.

Katniss e Peeta: senza fare rumore. / COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora