Capitolo 7

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Il mio pigiama di ciniglia mi sta troppo stretto stanotte e il mio cervello non vuole saperne di spegnersi. Devo parlare con qualcuno di quello che è successo stasera, ma l'unico che ne è conoscenza è Peeta. Non ho altra scelta: sfilo via dal mio letto e mi dirigo verso la cucina, Mike sbarra gli occhi quando mi vede entrare: "Katniss, hai bisogno di qualcosa?" mi domanda.
"Scusami se ti disturbo, volevo solo preparare del latte" dico.
"Oh, non preoccuparti, te lo porto io in camera" mi risponde.
"In realtà dovrei andare in camera di Peeta...potresti prepararne due?" e cerco di trattenere l'imbarazzo, ma mi rendo conto di essere visibilmente arrossita.
"Okay" dice soffocando un sorriso malizioso.
Esco dalla cucina e attraverso il nostro attico fino alla camera di Peeta, il pavimento freddo sotto i miei piedi nudi mi fa rabbrividire.
Busso piano alla porta ma non ricevo risposta, attendo un paio di minuti e alla fine decido di entrare senza permesso.
Peeta è seduto a terra, ai piedi del letto, le mani nei capelli, il viso contratto in una smorfia di dolore, i denti stretti.
Corro verso di lui: "Peeta! Peeta! Tranquillo! Calmati" gli dico a metà tra un un ordine e una supplica.
"Va..vai vi..via Katniss" biascica.
Ma non io non posso o semplicemente non voglio. Come una stupida ho lasciato che Peeta venisse preso da Snow durante l'edizione della memoria e non lo abbandonerò di nuovo. Sono consapevole che in crisi come queste potrebbe tentare di uccidermi ma non mi interessa: da quando Prim non c'è più io sono un giocattolo rotto, non mi interessa di morire, Peeta invece può ancora guarire dalle sue ferite e io voglio aiutarlo.
Decido di usare le maniere forti: lo prendo per un braccio e lo giro nella mia direzione, gli afferro il viso stringendolo il più possibile tra due mani, lo costringo a guardarmi negli occhi.
"Mi devi ascoltare? Okay?! Io sono Katniss, la ragazzina del giacimento che guardavi tutti i giorni tornare a casa da scuola, quella che si è offerta volontaria per la sua sorellina, quella per cui bruciasti il pane..." il mio respiro si blocca per un istante, mentre mi specchio nei suoi allucinati occhi azzurri realizzo che lacrime salate stanno scendendo copiose sul mio viso. Inizio a singhiozzare visibilmente "...quella che hai detto di amare oggi sul tetto." ma la mia voce è meno dura rispetto a prima.
"Quella che mi ha rifiutato, oggi sul tetto" risponde gelido lui.

Com'è che avevo detto? Peeta è una falena e io la luce che lo attrae? Non importa quanto lo rifiuti lui ci sarà sempre?
L'unica certezza che avevo acquisito in questo ultimo periodo, la vicinanza costante di Peeta al mio fianco, spazzata via da un'unica frase detta in un momento di totale vulnerabilità.
Sono arrabbiata, sento il fuoco che mi ha sempre contraddistinto accendersi immediatamente. Poi realizzo che non ho alcun diritto di prendermela con lui: è colpa mia se Snow l'ha torturato, è colpa mia se non riesce ad andare avanti, é colpa mia se la sua famiglia è morta.
Lo lascio e mi metto seduta al suo fianco aspettando che il mio fuoco si spenga e riesco a sentire il suo respiro rallentate, vedo le sue mani smettere di tremare.
Restiamo seduti vicini senza toccarci, senza parlarci e io mi sento nuda, spogliata della mia solita corazza e questa cosa non mi piace per niente. Qualcuno bussa alla porta e subito dopo Mike entra nella stanza: "il latte che mi hai chiesto, Katniss" dice "buona nottata" continua sorridendo.
Se solo sapesse che io e Peeta non ci siamo nemmeno mai sfiorati in quel modo.
Trovo la forza di alzarmi e verso un po' di latte in entrambe le tazze, aggiungo della cannella in quella di Peeta.
Torno a sedermi a terra, ma questa volta di fronte a lui e gli allungo la bevanda bollente.
"Katniss, scusami" dice improvvisamente "quando entro in crisi dico cose che non penso. Perdonami".
"Non è vero" rispondo "quando entri in crisi dici la verità, cosa che non sei in grado di fare da cosciente perché sei troppo buono" dico. "Quando stai male riesci a vedermi come sono realmente: spietata e letale..." prendo un sorso di latte "...è per questo che non posso permetterti di amarmi, Peeta. Perché tu credi di conoscermi, ma io non sono quella che credi."
"È questo che non capisci, Katniss" dice alzando leggermente la voce "credi sempre di non poter essere capita, ma non è così! Cosa significa che non puoi permettermi di amarti? è proprio quello che intendevo quando ti ho chiesto di non guardarmi come un cucciolo ferito. Ci sono dei momenti in cui sono confuso e non capisco se alcuni dei ricordi che ho di te sono reali oppure no, ma poi ricordo chi sei e chi sono IO! Prima dell'ultima notte nel treno avevo ancora qualche dubbio sui miei sentimenti per te, ma poi ti ho vista dormire e il ghigno imbronciato che hai sempre sul volto non c'era più e ho capito di essere spacciato perché innamorarsi una volta è lecito, ma due volte è follia pura. Tu non hai proprio idea, dell'effetto che puoi farmi". Peeta è sempre stato bravo con le parole e queste le pronuncia con una facilità disarmante:
"Io ti amo, Katniss. E so cosa esattamente cosa voglio..."
E anche io so esattamente cosa voglio in questo momento: appoggio il bicchiere di latte a terra e mi lancio su Peeta. Nel momento stesso in cui le mie labbra toccano le sue una scossa di elettricità mi attraversa il corpo e i miei muscoli si irrigidiscono, per un secondo mi sento come se la nebbia chimica dell'arena-orologio mi stesse di nuovo paralizzando.
Lo bacio senza potermi fermare e nel momento in cui la sua lingua si fa spazio tra le mie labbra avverto un sensazione sconosciuta in un punto ben preciso dello stomaco.
I baci inizialmente innocenti diventano qualcosa di più che non so come definire ed è una sensazione talmente bella che so che non sarò io la prima a lasciar andare. Le mie labbra sfiorano gentilmente la sua mascella, le sue trovano il mio collo. Non credo di essermi mai sentita così viva in tutta la mia vita, il calore provato sulla spiaggia è solo una scintilla paragonato al fuoco che mi sta divorando adesso.
Ad un certo punto il suo viso si allontana dal mio e devo trattenermi dal piagnucolare per l'assenza delle sue labbra sulle mie.
Peeta appoggia la sua fronte alla mia e sussurra a fatica:
"Farò quello che vuoi, Katniss. Proverò ad andare avanti. Cercherò un'altra ragazza che possa darmi qualche emozione, ma MAI nella mia vita potró amare qualcuno come amo TE, questo tienilo a mente."

E improvvisamente capisco il significato diverso che io e Peeta abbiamo attribuito a questi baci:

Per me un ciao, per lui un addio;
Per me l'inizio, per lui la fine.

Katniss e Peeta: senza fare rumore. / COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora