Capitolo 19

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"Scusami." Sussurra tenendo gli occhi fissi su di me.
"Non devi scusarti." Dico cercando di tenere ferma la voce, non voglio fargli capire che stavo piangendo.
"Non ti ho lasciato nemmeno parlare ieri." Mormora.
Io giro il viso nella sua direzione.
Un pensiero si fa spazio nella mia testa, decido che non è più il tempo di tenersi strette tra i denti le domande:
"Perché May non è venuta con te?" Chiedo incrociando di sfuggita i suoi occhi azzurri, due pezzi di cielo sereno nel bel mezzo del mio grigio.
"È complicato." dice mettendosi a sedere al mio fianco.
"Ho compreso cose ben più difficili." replico seria.
"Non c'è niente da capire in realtà. Siamo stati bene e forse verrà a trovarmi qualche volta al 12.
È davvero brava con i colori, abbiamo molte cose in comune ma.." Peeta fa una piccola pausa, si gira a guardarmi.
Osservo il suo viso, risento i suoi baci bagnati di lacrime sulla mia fronte.
"ma...?" dico spronandolo ad andare avanti.
"..ma lei non è te." Peeta sorride mentre lo dice, io sento il cuore uscirmi dal petto.
Per un secondo sembra che nulla sia cambiato tra me e il ragazzo del pane.
Lui mi circonda le spalle con un braccio, io non mi allontano, anzi. Mi rannicchio al suo fianco e piano piano mi addormento con il suo solito profumo di cannella a pizzicarmi le narici.

"Katniss" sussurra Peeta scuotendomi con delicatezza, "Katniss svegliati, siamo arrivati."
Apro gli occhi a fatica, mi accorgo di essere ancora tra le braccia di Peeta. Mi alzo di poco per verificare le sue parole: dal finestrino posso scorgere il distretto 12 ormai innevato.
Sono a casa, penso.
Usciamo insieme dal vagone, una strana sensazione simile alla felicità si fa spazio nel mio cuore. So perfettamente che io e Peeta abbiamo ancora tante cose di cui parlare, ma per ora mi basta questo per essere serena. D'altronde abitiamo a soli 22 metri di distanza.
Entro nella mia camera e raccolgo le poche cose portate con me a Capitol City.
Quando usciamo dalla stazione ho mal di testa a causa di Effie che non la smette di parlare.
Io e Peeta le facciamo il verso e ridiamo insieme. La mia nuova famiglia mi appare come la miglior medicina per le mie ferite ancora fresche. Attraversiamo il distretto, mi fermo solo per qualche secondo a salutare Sae la Zozza. Dice di esser stata in pensiero per me, realizzo che é bello sapere che ci sono persone che tengono a te non solo come la ghiandaia imitatrice.
Resto indietro rispetto agli altri, Peeta mi prende in giro per la mia lentezza, ma sa perfettamente che sono ancora troppo debole per corrergli dietro.
Lui, Haymitch ed Effie mi precedono all'entrata del villaggio dei vincitori, puoi tutti e tre si fermano.
Vedo il sorriso scivolare via dal viso di Peeta. Accelero il passo per quanto mi è possibile e li raggiungo preoccupata.
Due occhi grigi gemelli ai miei mi attendono fuori la porta di casa.
Peeta avvicina al mio orecchio, mi poggia una mano sulla schiena, "ci vediamo dopo.", sussurra.
"Ciao, Gale." Dice per poi allontanarsi verso casa sua con un viso tristissimo.
Vorrei fermarlo e dirgli di restare, ma so che é giusto così.
Effie farfuglia qualcosa ad Haymitch riguardo ai suoi vestiti e di un telefono, Haymitch la invita ad entrare in casa sua per chiamare a Capitol City.
Vanno via insieme.
Io sento tutto ovattato.
La mia vita è una giostra che non smette di girare e le cose che sembrano passate non lo sono mai per davvero.
Non lo vedo da mesi.
Mi convinco ad affrontare il mio problema.
Cammino in direzione della mia casa, mi fermo quando sono esattamente avanti a lui, "ehi, Catnip." dice sorridendomi.
Lo abbraccio. È diverso. Lui è diverso, il mondo è diverso, io sono diversa.
Non ha nemmeno il suo solito odore di cenere e sudore.
Mi allontano, "posso entrare?" Chiede, io annuisco.
Entriamo silenziosamente e io mi avvicino alla cucina immacolata, Sae deve essere venuta a pulire.
"Pensavo fossi ancora arrabbiata con me." Dice prendendo posto sulla sedia dove ero io quando lo baciai dopo la fustigazione.
Non rispondo. L'ho perdonato, è vero, ma per la prima volta non so cosa dirgli.
"Sono tornato al 12 per te. Quando ho saputo del tuo rapimento non ho capito più niente." Fa una piccola pausa, poi si alza e si avvicina a me.
"Ho comprato una casa nuova per me e la mia famiglia. Dovresti venire a vederla, Catnip." Si guarda intorno, sembra cercare argomenti per portare avanti la conversazione.
"Perché stai zitta? Ti prego, parlami. Ho passato l'intera giornata seduto qui fuori nella neve." Gale mi guarda con gli occhi lucidi, la sua è una supplica.
"Mi dispiace." É l'unica cosa che riesco a dire.
Tutto di lui mi è estraneo.
"Per cosa?" Mi domanda.
"Per averti fatto prendere freddo." Dico prendendo la teiera e mettendo a bollire l'acqua per il the.
"Diavolo Katniss, qual è il problema?"
alza di poco la voce.
"No, Gale, qual è il TUO problema? Ti ho perdonato, ti ho lasciato entrare in casa mia, ti sto preparando il the. Cosa altro vuoi da me?" Dico girandomi verso di lui.
Gale spalanca gli occhi.
"Vorrei che le cose tornassero ad essere come prima." Mormora.
"Voglio esserti amica, Gale, voglio uscire e venire a caccia con te, voglio venire a trovare te e la tua famiglia, ma niente potrà essere più come prima."
Dico dura.
"È per Peeta? Hai scelto lui per quello che è successo a Prim?" serro la mascella quando sento il nome di mia sorella.
"No, Gale, non ho scelto lui per quello che hai fatto tu.
Ho scelto lui perché mi coglie di sorpresa tutti i giorni.." Mi fermo per qualche secondo per pensare a Finnick, al modo in cui amava Annie.
"...come un dente di leone che sboccia in pieno inverno, perché osservarlo mi ricorda che esiste ancora del buono nel mondo,
Ho scelto Peeta non perché mi permette di sopravvivere, l'ho scelto perché mi da ogni giorno un motivo per vivere."
La mia voce è chiara e decisa perché so che è vero quello che dico.
"Ti voglio bene, Gale, ma adesso so che sarebbe successo in ogni caso."
Lui non risponde, torna a sedersi sulla stessa sedia di prima.
Beviamo il nostro the in silenzio.
"Ciao, Catnip." Dice prima di andare via.
Accendo il camino e mi siedo sulla poltrona avvolgendomi nella coperta.
Sono irrequieta, non riesco a fermare la mia gamba. C'è qualcosa che devo fare. Mi alzo, metto la giacca di mio padre ed esco di casa.
Senza sapere come mi ritrovo avanti alla sua porta. Busso.
Quando mi apre riesco a cogliere di nuovo la sua espressione triste, "posso entrare?", chiedo.
Lui annuisce.

Spazio autrice:
Salve a tutte! Mi scuso per il solito ritardo.
Vi avverto che il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa mia prima storia che sin dall'inizio avevo concepito con 20 capitoli.
Nel frattempo la nostra Jennifer ha ricevuto un'altra nomina per gli Oscar 2016 che ci saranno a febbraio.
Sempre più fiera di lei 💕

Katniss e Peeta: senza fare rumore. / COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora