Daniela's Pov
Non riesco a non ripensare all'immagine di Francisco che viene portato via dai poliziotti.
È una piccola, anzi, grande vittoria personale vedere una persona che ti ha fatto soffrire andare dietro le sbarre.
Non è la prima volta per me, è successo anche con mio padre.
Io e lui ci volevamo molto bene prima della morte di mia madre, ma dopo l'accaduto si è distaccato completamente da me.
Tornava a casa ubriaco, mi urlava contro, lanciava sedie o stoviglie e portava a casa prostitute.
Sentivo dalla mia stanza tutto lo schifo che faceva con quelle ragazze, alcune non erano nemmeno maggiorenni.
Sapere che mio padre dava loro anche dei soldi mi fa rabbrividire, facendomi pensare alla persona di merda che ho avuto di fianco per questi diciassette anni di vita.
Mentre sono assorta in questi pensieri non mi accorgo del tempo che scorre veloce.
Sento suonare la campanella che segna la fine delle lezioni e scuoto la testa per ritornare sul mondo reale.
"Vieni, princesa" mi dice Paulo prendendomi per mano.
Lo seguo mentre le nostre dita sono ancora incrociate tra loro e andiamo verso il cortile della scuola.
"Oggi ho una partita, vieni?" mi chiede.
"E me lo chiedi anche? Certo che vengo!"
"Sono stato convocato in prima squadra."
"Ma è fantastico mi amor!"
È contentissimo del sostegno che gli dò per quanto riguarda la sua esperienza calcistica, ne sono sicura, glielo si legge negli occhi.
"Daniela!" sento dire da una voce femminile, così mi giro per vedere chi è che mi cerca.
"Ah, ciao Letizia" dico sorridendo all'assistenza sociale.
"Ho appena parlato col preside e ha acconsentito al tuo trasferimento nei dormitori della scuola. Stasera starai dove vuoi, ma dalla sera prossima devi alloggiare lì" mi dice.
"Ah, grazie mille."
"Paulo, posso rubarti Daniela per un secondo? Devo dirle una cosa che riguarda solo me e lei" chiede a Paulo.
"Certo, fai pure" acconsente il mio ragazzo.
Vado con Letizia qualche metro più il là in modo di essere da sole, senza nessuno disturbo.
"Hai 17 anni e sei responsabile, quindi te lo dico. Se vuoi dormire dal tuo ragazzo ogni tanto puoi farlo, l'ho detto al preside. Ovviamente ho detto che hai un amico di famiglia disposto ad ospitarti" dice tutto d'un fiato.
"Grazie Letizia, non so proprio come ringraziarti! Stai facendo delle piccole cose che contribuiscono alla mia felicità, e te ne sono infinitamente grata."
"Ma non ringraziarmi tesoro, questo è il mio lavoro! Chiamami se hai bisogno."
Si gira e se ne va, lasciandomi un bigliettino con scrutto il suo numero.
La vedo avvicinarsi alla sua macchina di lusso bianca e mettere in moto, per poi sfrecciare via.
Sono infinitamente grata a questa donna.
Mi giro e vado verso Paulo che mi sta aspettando seduto su una panchina.
"Che ti ha detto?" mi chiede appena mi avvicino a lui.
"Niente di che, cose da donne" dico facendogli la linguaccia e lui fa il finto offeso.
"Vabbè, stasera dormi da me, per forza. Dobbiamo goderci la serata per noi due" mi dice.
"Certo, poi se non sbaglio domani arriva tua madre, vero?"
"Sì, ma non è mia madre."
"Vabbè, hai capito cosa intendevo" concludo ridacchiando.
Ci avviamo verso casa sua e, una volta arrivati all'ingresso, entriamo.
Mangiamo, dopo averla riscaldata, un piatto di pasta che ci ha preparato suo papà stamattina e poi decidiamo di andare in giardino a giocare a pallone.
È dopo quel gioco che abbiamo fatto l'amore per la prima volta, e non me ne pento per niente.
È stata la mia prima vera volta, escludendo quella con quel pezzo di merda di Francisco.
Iniziamo a fare palleggi, passaggi e tiri.
A turno stiamo in porta e cerchiamo di parare l'uno i tiri dell'altra.
Ci divertiamo tanto insieme e sicuramente è una delle cose che ci tiene legati.
Dopo un'ora, stremati, ci buttiamo sull'erba fresca e ridiamo.
Siamo già a novembre ma il clima dell'Argentina ci permette di stare ancora con le maniche corte di giorno, quindi distenderai sull'erba fresca dopo aver sudato è un sollievo.
Mi giro e guardo Paulo, che è intento a guardare il cielo.
I suoi occhi riflettono il colore del cielo, e sono ovviamente bellissimi.
Si accorge che lo sto guardando e si gira verso di me, guardandomi negli occhi.
"Ti devo parlare" mi dice, assumendo un'aria triste.
"Dimmi tutto" dico mettendomi a sedere.
Si alza anche lui, mettendosi seduto, e mi prende le mani.
"Sai, è una scelta molto difficile per me. Ti avevo parlato del Palermo, ricordi?"
"Sì, ricordo."
L'accento con cui dice Palermo è troppo buffo e non posso fare a meno di sorridere.
"Ecco, insistono tanto. Vogliono che vado da loro, ma non voglio allontanarmi da te perché so che tu non verresti con me considerando la tua situazione qui. Ho bisogno di tempo per pensare, e ho bisogno di farlo da solo, perché so che tu diresti che devo andarci per il mio bene."
"E che problema c'è se ti dico cosa fare per il tuo bene?" chiedo alterata.
"Devo scegliere per conto mio, Dani! Devo scegliere io, perché solo io posso decidere cosa fare. È la mia vita in fondo."
"E vuoi decidere da solo? Senza l'aiuto di nessuno? Possi aiutarti a fare la scelta migliore per te, lo sai!"
"Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, compreso il tuo."
Lo guardo di traverso, sorpresa.
Non ci credo che l'ha appena detto.
Entro in casa e salgo in camera sua, raccolgo tutte le mie cose in poco tempo e le infilo nella mia borsa.
Scendo le scale ed esco di casa, andando in giardino.
"Dani, non intendevo dire quello!" mi dice Paulo rincorrendomi.
"Beh, l'hai detto!" dico io fermandomi e girandomi verso di lui.
Lo vedo avvicinarsi, ma resto ferma immobile.
"Lo sai che devo scegliere quello che è il meglio per me. E per te."
"Oh, ora non hai più bisogno di scegliere per me. Non più."
"Che intendi dire?"
"L'hai capito!"
"No, Dani.." dice afferandomi il volto con le mani "Io ti amo, lo sai."
Mi giro e me ne vado, lasciandolo solo in casa sua.
Non so verso dove sto andando, ma so che sarà lontano da qui.
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Et voilà eccomi qui!
I colloqui sono andati bene (stranamente) e ora fooorse si va a Torino (spero).
Stasera pubblicherò un capitolo con una news che vi piaceràà, kisses!PS. Bayern.. peggio di così c'era solo il Barça..
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you skilled into my heart // paulo dybala
Fanfiction"Il ragazzo seduto davanti a me si gira e mi sorride. È veramente carino! "Come ti chiami?" mi chiede. "Io sono Daniela. Tu come ti chiami?" "Io sono Paulo." Che bel nome. Parliamo per il resto della lezione, soffocando le risate per non farci scopr...