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La strada verso la classe sembra interminabile.

Stiamo tutti in silenzio, come se nessuno si conoscesse.

Sono l'unica a non conoscere nessuno, e questo mi mette in imbarazzo.

Una volta arrivati in classe ci sediamo.

Io, siccome entro per prima, mi prendo subito il posto in fondo.

Due ragazze vestite molto appariscenti mi guardano male, con aria di superiorità, ma io le ignoro.

L'anno scorso ho picchiato una ragazza che si comportava come loro, e non voglio fare lo stesso errore quest'anno.

Sicuramente non saranno molto simpatiche.
Mentre sono intenta a pensare, una ragazza si siede accanto a me e mi sorride.

"Ciao! Io sono Carmen!"

A primo impatto mi sembra una ragazza sicura di sé, ma allo stesso tempo timida.

Sono due qualità che non dovrebbero appartenere alla stessa persona, ma lei ma ha dato questa impressione.

"Piacere, Daniela."

Dico io, quasi sussurrando, e accennando un sorriso che sicuramente è sembrato molto forzato.

"Di dove sei? Non ti ho mai vista qui."

"Ehm.. no, io non abito qui. Abito a Pilar."

"Ah, quindi comunque abiti vicino! Se vuoi un giorno ti faccio fare un giro a Laguna Larga."

Io accetto, anche se conosco già bene questo paese.

I paesini in Argentina sono tutti uguali, per trovare qualcosa di interessante devi andare a Cordoba, che dista circa un'ora da qui.

Arriva il prof in classe quindi ci sediamo tutti ai nostri posti.

"Buongiorno a tutti. Io sono il nuovo professore di spagnolo."

Mi ha dato l'impressione di avere circa 50 anni, ha i capelli grigi e gli occhi infossati e scuri.

Sembra reduce da una notte insonne.

Mentre parla io mi distraggo, non mi interessa quello che sta dicendo.

Il ragazzo seduto davanti a me si gira e mi sorride.

È veramente carino!

"Come ti chiami?" mi chiede.

"Io sono Daniela. Tu come ti chiami?"

"Io sono Paulo."

Che bel nome.

Parliamo per il resto della lezione, soffocando le risate per non farci scoprire dal professore.

Credo già di aver trovato due grandi amici.
Le cinque ore passano in fretta e torno sorridendo a casa.

Apro la porta, appoggio lo zaino e mi preparo il pranzo.

Mio padre non pranza con me, come al solito.

Mentre mangio ascolto il telegiornale locale siccome non c'è niente da vedere in televisione.

Finisco in fretta il pasto e vado in camera a fare i compiti.

Sono pochissimi, devo solo rispondere a quattro domande.

Mentre rispondo alla terza domanda mi squilla il telefono e Numb/Encore cantata dagli Urban Strangers si disperde per la camera.

Adoro quella canzone, per questo l'ho messa come suoneria.

È un numero che non conosco a chiamarmi.

"Pronto..?" dico diffidente.

"Ciao Dani! Come stai?"

È Carmen! Meno male.

"Bene, e tu?"

"Bene dai, ma poco importa di me. Ti va di venire a Laguna Larga e ci facciamo un giro? Viene anche Paulo con noi siccome ha una partita di calcio."

"Va benissimo Car, ma dobbiamo vedere la partita?"

"Non lo so, io non amo il calcio. Decidi tu."

"A me piace tantissimo. Andiamo a vederla dai, sarà divertente! Poi gioca Paulo, dobbiamo sostenerlo."

"Va bene tesoro, appena arrivi chiamami."

E riattacchiamo.

Finisco velocemente di scrivere l'ultima frase e mi vesto più carina, poi corro alla fermata per non perdere il pullman.

Arrivo giusto in tempo, salgo e mi siedo.

Non ho le cuffiette quindi mi concentro sulla strada che scorre veloce di fianco al finestrino.

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Ho fatto uscire la storia ieri e ho già abbastanza lettori! Sono contentissima! Vi sta piacendo? Volete darmi qualche consiglio? Accetto tutto! ♡

you skilled into my heart // paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora