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Non so perchè ma sono esausta, quindi mi addormento subito con la mano intrecciata a quella di Paulo.

Il giorno dopo il suono di una sveglia mi fa aprire gli occhi controvoglia.

"Amore, oggi dobbiamo andare a scuola" mi sussurra Paulo all'orecchio lasciando un piccolo bacio sulla mia guancia.

Quando mi dà questi baci dolci e delicati mi fa venirr i brividi.

Mi alzo dal letto e gli dò un piccolo bacio sulle labbra, poi vado in cucina per la colazione.

Il papà di Paulo ci ha preparato uova con bacon!

Lo sto letteralmente amando.

Mangio di fretta e corro di sopra per cambiarmi.

Infilo un paio di leggings e un maglioncino di fretta, poi mi lavo i denti e mi trucco.

Paulo viene da me e mi dice che dobbiamo andare.

Si è messo una felpa blu e un paio di pantaloni di tuta neri.

Si potrebbe vestire anche da barbone, ma sarebbe comunque perfetto.

Andiamo verso l'uscita e saluto Maximiliano, suo padre, con un abbraccio.

Ci dirigiamo a piedi verso la scuola chiacchierando tranquillamente, come due migliori amici.

La cosa che mi fa sentire più vicina a Paulo è che, oltre ad essere il mio ragazzo, è anche il mio migliore amico.

Con lui posso parlare di tutto.

Arriviamo davanti a scuola e un senso di preoccupazione mi assale.

Stare con Paulo mi aveva fatto cancellare dalla mente ogni pensiero negativo, ma ora che sono a scuola ho paura di vedere Francisco.

Non voglio più avere niente a che fare con una persona del genere, ed è il minimo dopo quello che mi ha fatto.

Senza accorgermene la mia espressione cambia e il mio sorriso lascia spazio ad una smorfia di tristezza.

"Che succede?" dice preoccupato Paulo.

"Francisco" dico, quasi sussurrando.

Mentre pronuncio il suo nome lo vedo entrare nel cortile della scuola con il suo amico Lucas, e mi sento fottuta.

Paulo si avvicina a me e mi abbraccia, facendomi sentire protetta.

Fin quando ci sarà lui io sarò al sicuro.

"Stai tranquilla, non ti succederà nulla" mi sussurra.

Lo guardo e gli sorrido, poi sento la campanella suonare.

Ci dirigiamo verso la classe e ci sediamo vicini, all'ultimo banco.

Francisco si siede al suo solito posto, davanti a me, e mi fa l'occhiolino.

Solo a ripensarci mi viene da vomitare.

"Che cazzo vuoi?" gli urla Paulo.

"Paulo, ti prego, lascia stare" gli dico.

"Che fai, difendi la tua ragazza?" gli risponde Francisco con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia.

Paulo non parla,ma stringe i pugni.

È evidente che sta per scoppiare dalla rabbia.

Nessuno parla.

"Ti avevo detto che non dovevi dire niente a nessuno" mi dice tranquillamente Francisco.

Come fa ad avere tutta questa tranquillità?

Non si vergogna di quello che mi ha fatto?

Fa segno di tagliarmi la gola e rabbrividisco subito, abbassando la testa.

Non sono riuscita a guardarlo negli occhi durante questi pochi attimi di conversazione.

Entra il prof e iniziamo la lezione, ma riesco solo a pensare alla conversazione di pochi minuti fa.

Mi limito a rabbrividire e a prendere la mano di Paulo, per poi stringerla.

Lui ricambia e mi sorride.

La lezione della prima ora finisce e aspettiamo l'arrivo del professore di spagnolo per la seconda ora.

Dopo cinque minuti arriva e inizia a spiegare.

Prendo il telefono e inizio a cazzeggiare un po' su facebook, non mi interessa la lezione.

Qualcuno bussa alla porta.

Il professore cerca di dire "avanti", ma le porte si aprono prima ed entrano quattro poliziotti armati.

"Francisco Hernandez?"

Tutti si girano per guardare il ragazzo chiamato in causa.

"Cosa succede?" sussurro a Paulo, che sorride.

"Vedrai" risponde, lasciandomi sulle spine.

"S..sono io" dice Francisco a testa bassa.

Dov'è finito il ragazzo sicuro di sé che parlava con me un'oretta fa?

"La dichiario in arresto per stupro" dice il poliziotto e prende per il colletto della camicia il ragazzo.

Lo sbatte sul banco e gli mette le manette intorno ai polsi.

La classe guarda incredula la scena, nessuno si sta rendendo conto di quello che sta succedendo.

Nessuno, a parte me e Paulo.

E ovviamente Francisco.

Vedo gli agenti uscire dalla porta della classe trascinando il ragazzo come se fosse un pupazzo.

Mi sento sollevata mentre osservo questa scena.

Ma una domanda mi sorge spontanea: come hanno fatto a scoprirlo?

"Paulo, come facevano a saperlo?" chiedo.

Paulo's Pov

E ora che le dico?

Ho paura di farla incazzare per non averglielo detto.

"Dani.. sono andato io dai poliziotti. Avevo paura per te, ti volevo al sicuro" dico, prendendomi coraggio.

"E perché non me l'hai detto?" chiede.

"Avevo paura che tu non avresti voluto. So che ti ha minacciata, quindi ho preferito fare tutto di nascosto, ma te lo volevo dire. Non pensavo che sarebbero stati così veloci."

Mi guarda con i suoi occhi castani intensi e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bella.

Mi abbraccia e dice "Grazie."

Ha detto una sola parola, ma mi ha fatto sentire il suo eroe.





you skilled into my heart // paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora