capitolo 19

247 24 2
                                    

 Io ne ero pienamente consapevole ma la cosa mi dispiaceva lo stesso.
Continuammo a camminare fino a quando arrivammo davanti a una specie di casa con un' insegna storta e scolorita con sopra scritto: <WorkHouse>. Sembrava una casa abbandonata e pensare che dentro ci vivevano dei bambini era quasi impossibile, dopo qualche minuto entrammo e ci ritrovammo in una stanza con alle pareti chiazze lasciate dall' umidità, piena di polvere e con un bancone che sembrava stesse per cadere a pezzi. Dietro al bancone c'era una porta anch'essa messa molto male con una donna appoggiata davanti. Ci avvicinammo alla signora e a quel punto Ayato iniziò a parlare:

-mi scusi, sarebbe possibile vedere i bambini dell' orfanotrofio?

la donna ci squadrò per bene e dopo qualche secondo iniziò a parlare:

-certo, vi sarei grata se mi seguiste...

la signora iniziò a camminare mentre noi superammo il bancone e successivamente la porta nella speranza che non crollasse tutto. Dopo aver percorso un lungo corridoio ci ritrovammo davanti un' altra porta ridotta male, la proprietaria dell' orfanotrofio la aprì e ci lasciò entrare. All' interno ci saranno stati una ventina di bambini e tutti sembravano perfetti per il nostro scopo ma, a un certo punto un ragazzino un po' più cicciottello si mise a picchiarne un' altro che sarà stato la metà di lui. Dopo aver assistito a quella scena mi avvicinai ad Ayato e gli dissi:

-io adotterei il bulletto

Ayato annuì e poi rispose:

-a me piacerebbe adottare anche il bambino che sta venendo picchiato.

Io lo guardai e gli dissi:

-ma dopo dovremmo trasformare anche lui in un vampiro?

Lui mi guardò e mi sorrise, dopo qualche minuto disse:

-non necessariamente, potremmo solo dirgli che siamo vampiri e se lui accettasse questo fatto potrebbe vivere con noi come essere umano. L'unico problema è che lui crescerà e dopo un po' di anni morirà di vecchiaia invece noi continueremo a vivere.

-ma non è detto che accetti, potrebbe anche rifiutare e andare a dire a tutti quello che siamo e poi, anche se accettasse sarebbe una cosa molto triste, sapere che poi lui morirà mentre noi continueremo a vivere, anche perché poi sicuramente ci affezioneremo e quando lui sarà adulto molto probabilmente si troverà una compagna e andrà a vivere per conto suo. La cosa migliore sarebbe trasformare anche lui in un vampiro e poi se trovasse una compagna potrebbe trasformare anche lei e potremmo vivere tutti insieme a casa.

-se lo andasse a raccontare a tutti non ci sarebbero problemi, è un bambino quindi molto probabilmente nessuno lo prenderebbe sul serio ma, se accettasse si potrebbe fare anche nel tuo modo e, quando avrà all'incirca 18 o 19 anni si potrebbe trasformarlo in modo da avere tutti la stessa età più o meno.

-quindi possiamo adottarli tutti e due ma insieme o separatamente?

-io direi insieme così da poter spiegare a tutti e due cosa siamo e poi, prendere da parte la "vittima" e spiegargli cosa faremo di lui.

A me l'idea piaceva così, adottammo i due bambini, il più grosso scoprimmo che si chiama Davide mentre l'altro Ermes.
Firmammo subito la richiesta d'adozione e successivamente tornammo a casa. La prima cosa che facemmo fu mostrare ai bambini la casa, gli mostrammo l'entrata con un tavolino di vetro al centro, il salotto con il televisore attaccato alla parete, il caminetto e il divano, la cucina, i due bagni e infine le loro camere da letto separate.

Dopo avergli fatto fare il giro della casa arrivò mezzogiorno e, prima di mangiare decidemmo di spiegare ai nuovi arrivati la situazione.

Ci sedemmo a tavola e Ayato iniziò a parlare:

-allora bambini, c'è una ragione se vi abbiamo adottato ed è questa: ... Io e Yui non siamo persone normali, siamo vampiri e, per diventarlo pienamente abbiamo bisogno di uccidere una persona.

Davide stava tremando dalla paura. Dopo qualche secondo si alzò e disse:

-secondo me ci state prendendo in giro, non può essere vero, i vampiri non esistono come non esistono i fantasmi, le sirene e i licantropi.

Ermes non disse nulla, si limitava a fissare il tavolo, forse era talmete sconvolto che non sapeva cosa fare oppure, sapeva già l'esistenza dei vampiri. A quel punto decisi di sussurrare ad Ayato:

-forse è meglio che gli parliamo separatamente, le loro reazioni sono troppo diverse magari Ermes sa già qualcosa.

Lui acconsentì e disse ai bambini:

-Ermes tu parlerai con Yui metre io parlerò con Davide.

A quel punto mi alzai e presi per mano Ermes e lo portai in camera sua.



insieme per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora