capitolo 39

21 3 0
                                    

L'elicottero atterrò abbastanza dolcemente ma questo non bastò a far calmare Maddi che aveva troppa paura anche per parlare. La benda sugli occhi non le permetteva di vedere e le cuffie sopra le orecchie le impedivano di sentire. Finalmente qualcosa si aprì e la prima sensazione che provò fu quella di un cetriolo sottovuoto dopo che apri il coperchio. Poi arrivò il vento e con lui il terrore. O forse era adrenalina. Non sapeva mai cosa provava quando era con Ian, come se la sua presenza la disturbasse ma la consolasse allo stesso tempo. Poi una mano si intrecciò alla sua e un'altra gli si posò sul fianco opposto.
- Ok Maddi, dobbiamo scendere. Tieniti stretta a me- le sussurrò Ian all'orecchio.
Lei annuì diffidente. Tirò un sospiro di sollievo quando posò il primo piede a terra. La mano di Ian ancora sul suo fianco. Poi la staccò lasciando come un solco sulla pelle di Maddi. Si allontanò e il primo istinto di Maddi, ancora bendata, fu quello di pronunciare il suo nome, quasi avesse paura che l'avrebbe abbandonata lì, da sola.
- Ian...
- Shsss
La sua mano sfiorò la nuca di Maddi e con delicatezza le sfilò la benda. Aveva ancora gli occhi chiusi. Il vento le sferzò le palpebre sudate fino a farle venire i brividi. Sapeva di salmastro. Sì, erano vicini al mare. Sentiva la presenza di Ian alle sue spalle, ma le pale dell'elicottero avevano ripreso a girare levando la polvere dal suolo. Socchiuse prima un occhio, ma la luce era troppa e lo richiuse subito. Poi li aprì tutti e due contemporaneamente e fu accecata dal bianco delle case. La luce fu aumentata dal fatto che era stata tanto tempo con gli occhi chiusi. Si guardò un po' intorno cercando di recuperare la vista. Era circondata da case bianche con i tetti blu. Poi si girò di spalle per guardare Ian ma fu presa dalle vertigini. Si trovava quasi sul ciglio di una scogliera sul mare. L'acqua blu oltremare si infrangeva sugli scogli quattrocento metri sotto di lei. Ian le afferrò il braccio per sorreggerla, ma lei non ci fece caso. Anzi, passata la vertigine, si sporse in avanti per guardare giù. Ian la lasciò e fece due passi indietro. Passarono diversi attimi prima che Maddi parlasse e si girasse nuovamente verso di lui.
- Ian è bellissimo...
- Benvenuta a Santorini!! Una delle isole più sensazionali della Grecia-
- Puoi dirlo forte...- disse lei guardandosi ancora intorno.
- Tanto per sapere...a che altitudine ci troviamo?-
- 447 metri sopra il livello del mare e ti prometto che alla fine di questa giornata li avremo percorsi tutti-
- Da qua?- disse Maddi indicando il precipizio.
- No, diciamo che il suicidio non è nei miei piani di oggi. Passeremo da qua, come i comuni mortali. Ancora vivi e vegeti.- e così si incamminarono giù per quel sentiero sterrato che portava in paese.
Oia era il posto più sensazionale di Santorini e godeva di squarci mozzafiato sul mare. Le viette erano strette e affollate di turisti che si intrufolavano in qualsiasi nicchia nella speranza di scattare una di quelle foto da cartonina. Ma Ian conosceva scorciatoie e stradine che nessuno di quei turisti conosceva e Maddi lo seguiva così affascinata che si meravigliò di sentirla così silenziosa. Avevano scattato tante foto da quando avevano iniziato a camminare. Tra le preferite di Ian ce n'erano alcune che ritraevano Maddi mentre mangiava di nascosto una merendina, Maddi che si nascondeva dietro a un arbusto, Maddi che parlava di come quella volta aveva fatto finta di non chiamarsi Madison e sua nonna ci aveva creduto. C'erano anche alcuni video in cui Maddi cantava a squarciagola la canzone "nel blu dipinto di blu" e uno in cui lei implorava Ian di smetterla di fare video.
- Te lo ripeto l'ultima volta Ian: smettila, mi sento osservata! E poi cosa ci fai con quei video?!-
- Va bene, la smetto- si arrese Ian, che fino a quel momento aveva camminato all'indietro per riprendere meglio Maddi.
- Uh, vieni di qua!!- disse prendendole il braccio senza neanche darle il tempo di ribellarsi. Corsero su per delle scale e poi girarono a destra; alla casa col tetto grigio girarono di nuovo a destra e poi a sinistra, dopo la casa col cancello dorato.
Sembrava una piazzetta come quella di prima, solo un pò più grande. Sulla destra c'era una chiesa ortodossa e difronte a loro il mare. Alcuni turisti si facevano le foto dalla terrazza.
- Tienimela un attimo- chiese Ian affidando la sua costosa macchina fotografica a Maddi. Si incamminò sicuro in quella direzione, ma poi svoltò bruscamente a destra e scese energicamente i primi tre gradini della lunga scalinata. Scavalcò il muretto sotto gli occhi increduli di Maddi e con una mossa abile salì sul tetto di una delle case all'altezza della scalinata. E si mise impiedi.
- Vieni Maddi!!-
Lei ubbidì e si avvicinò alla casa in modo molto meno energico di come aveva fatto Ian. Rimase sul secondo scalino a guardarlo.
- Dai sali Maddi!!- gridò Ian guardando l'obiettivo della fotocamera che Maddi aveva prontamente acceso per riprendere la scena.
- Non salgo li sopra io- rispose.
- Avanti!! Che c'è, hai paura?-
- Adesso ti spiego come funziona: tu mi fai una proposta, io rispondo di no e allora tu, sfruttando il mio senso della sfida, mi chiedi:" che c'è Maddi? Hai paura?"e di conseguenza io finisco sempre per accettare le tue assurde proposte. Ci sono cascata per andare a Montmartre, per venire in Grecia e per la scommessa. Credi che ci cascherò ancora un'altra volta?-
- Ma c'è una vista bellissima da qua!!-
- La stessa che c'è da qua, Ian. E poi vestita così non sarò mai agile abbastanza per fare parkour-
- Si e se forse quando stamani ti ho detto " una tuta e un paio di scarpe da ginnastica andranno bene" mi avessi ascoltato, ora non saremmo a discutere sull'argomento.
- Ma non potevo rinunciare ai miei pantaloncini a vita alta e ai miei sandali fatti a mano-
- Dai levateli e sali!-
Maddi sbuffò ma lo fece. Spense la macchinetta, se la mise intorno al collo e salì. O almeno ci provò. Il tetto era scivoloso e rovente sotto il sole di mezzogiorno. Ian allungò la mano e Maddi la afferrò al volo. Si spolverò i pantaloncini prima di alzare lo sguardo. Le vertigini la presero ancora.
- O mio Dio! Ian!! Una di queste volte mi prende un infarto. Potresti anche iniziare ad avvisare quando ci troviamo nelle vicinanze di un precipizio o quando sto per salire sul tetto di una casa a picco sul mare!!-
Ma Ian non l'ascoltava. Teneva gli occhi chiusi rivolto verso il mare, come se non gli servissero per guardarlo. Maddi lo imitò ma quando il vento le sferzò tra i capelli li riaprì subito, come se quel vento avesse potuto spingerla giù. Ian non si muoveva. Sembrava in una spece di trance dalla quale non riusciva a risvegliarsi. Poi parlò:- Succedeva anche a me le prime volte...-
Maddi lo guardò curiosa
- ...È solo questione di sentirsi parte del vento. Provaci.-
Maddi chiuse nuovamente gli occhi e aprì le braccia. Il vento ancora tra i capelli. Ma questa volta non si mosse, non si fece intimidire dal vento.
Riaprì gli occhi dopo chissà quanti minuti e vide Ian sdraiato sul tetto a prendere il sole. Maddi guardò il mare.
- C'è una canzone che dice: " La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare.- disse lui catturando l'attenzione di Maddi.
- Sei dovuto arrivare tu per farmelo capire- aggiunse Maddi
- Lo prendo come un complimento...
- Non era riferito alla canzone...
- E a che cosa allora? -
- Al fatto che fino ad oggi avevo visto tutto dalla prospettiva sbagliata. Ed ero felice così...
- Riguardo a cosa?-
- Riguardo a tutto Ian. Riguardo alle mie priorità, alle mie ambizioni, alle certezze che se ne sono andate via con questo vento...
- Vedrai che riuscirai a sorprendere anche te stessa. Voglio dire, avresti mai pensato di finire sul tetto di una casa? Non tutte le cose vanno come vogliamo, spesso vanno come devono andare e basta. Perciò ora andiamo e non ci pensare- Ian si alzò e scese con agilità dal tetto sotto gli occhi increduli di Maddi. Lei riuscì a scendere con molta più fatica.
- Non ti facevo così spericolato-
- Te l'ho detto... ci sono tante cose che non sai di me...
Lei rise. E anche lui si aggregò. Camminarono in silenzio fino ad una fermata degli autobus e Ian fece salire Maddi in un pullman rosso.
- Dove andiamo Ian?-
- Prossima fermata: Firà-
Il viaggio fu silenzioso me quando scesero furono accolti da una musica allegra dal ritmo incalzante.
- Bene, eccoci a Firà. Seguimi-
Maddi lo seguì guardandosi intorno. C'era una piazza dove due musicisti stavano suonando e difronte a loro il mare. Maddi si affacciò e sotto di lei vide stradine e terrazze costruite sulla roccia che ospitavano bar e locali. Proseguirono lungo la strada principale, tra i turisti curiosi. Passarono davanti a negozietti e bar, piccole librerie e negozi di tessuti.
- Scusa se te lo chiedo Ian... ma qui stiamo solo salendo. Com'è che scendiamo-
Un sorrisetto beffardo si disegnò sul volto di Ian.
- Le opzioni sono tre: a piedi lungo 587 gradini, sugli asini o con la funicolare. Credo di sapere già la risposta...
- Vedo che hai capito-
Si misero in fila e ci vollero circa venti minuti prima che fosse il loro turno. Le cabine arrivarono e si aprirono le porte. Ian salì per primo. Maďdi esitò.
- Non mi dire che non hai mai preso la funicolare-
- Sai com'è. ..io vivo a Milano!!! Al massimo prendo ma metro!!-
- Dai sali! Non è nulla di che-
Maddi ci si tuffò dentro tra le risate di Ian e quelle degli altri passeggeri che avevano assistito alla scena.
- Non ci trovo nulla da ridere- disse Maddi offesa.
- Invece sì- controbattè Ian. Arrivarono al porticciolo sani e salvi, per la felicità di Maddi.
- E ora come torniamo ad Atene?!?!-
- In barca!! Non mi dire che hai paura anche di quelle-
Diciamo che Maddi al massimo era salita su una nave e quindi non era proprio del tutto preparata ad essere sballottolata di qua e di la dalle onde, ma ci fece l'abitudine.

***
- Bentornati signori, come avete passato la giornata? -
Ian frenò subito l'entusiasmo di Maddi:- Come al solito... negozi e caffè, qualche acquisto e un giro di visita ad Atene -
- Spero sia stato piacevole- disse il receptionist accennando un sorriso.
Maddi seguì Ian fino alla suite senza commentare ciò che lui aveva detto poco prima, ma nella sua testa quelle parole continuavano a ronzare come un'ape fastidiosa.

Sotto la stessa TourDove le storie prendono vita. Scoprilo ora