capitolo 29

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-Posso chiederle il motivo di questa visita? Per quanto gradita possa essere io, nella mia personale considerazione, non ritengo ci sia qualcosa che noi due dobbiamo dirci. Mi permetta comunque di offrirle qualcosa da bere.-
Maddi, che non aveva ancora spiccicato parola, lo seguì in silenzio e imbarazzata. Le sembrò alquanto strana la generosità di Ian in quel momento e, sebbene si fosse imposta di avere un approccio severo con lui, non riuscì ad ottenere l'effetto desiderato. Anzi, risultò piuttosto intimorita a causa della sorpresa nel riscontrare tali cambiamenti nel carattere di Ian.
Entrarono nella villa e ripercorsero il corridoio principale. Ian le fece strada in una stanza che lei non aveva visitato prima.
Assomigliava molto a uno studio, con librerie come pareti e carte sui tavoli. Lui la pregò di sedersi e lei, senza indugio, acconsentì. Ian schiacciò un pulsantino sulla scrivania e ad alta voce disse: -un the per la signorina, per favore-
Per favore. Maddi non gli aveva mai sentito pronunciare quella parola che, in bocca a lui, suonava più dolce di quanto lei si sarebbe mai potuta immaginare. Stava per iniziare un discorso quando si rese conto che tutto ciò che avrebbe detto in quel momento sarebbe uscito dalla sua bocca con tono insicuro e tremolante. Così prese un bel respiro e, dopo aver contato fino a tre, disse:- Ieri sono passata dal tuo appartamento e non c'eri-.
- Lo so, ero qua-
- Già -
- Ora mi hai trovato -
- Ti ho trovato -
- Cosa dovevi dirmi? Mi ha chiamato Gastone, il maggiordomo, dicendomi che qualcuno mi cercava per qualcosa di urgente e poi ho scoperto che eri tu. Qualcosa sul lavoro? Hai avuto un'illuminazione?-
- No, nessuna "illuminazione", per ora-
Ci fu qualche secondo di silenzio.
- Volevo parlare -
- TU volevi parlare con ME? Per qualcosa che non riguarda il lavoro? E per giunta lo fai in questa ora del pomeriggio? Quando avevo di meglio da fare? Che c'è? Kayla è per caso tornata a Roma e tu non sai più con chi parlare di come sia azzeccato quel look o di quali scarpe indossare con l'abito appena comprato?-
- No, scusami se per una volta volevo parlare con te, da adulto ad adulto, da sola, senza Charlotte tra i piedi...
- Ah , adesso è lei il problema? Sai perché io e te non andiamo d'accordo? Perché io a differenza tua dico le cose in faccia, così come stanno, senza parlare male degli altri alle spalle e io, al contrario di te, non ho bisogno che qualcuno ogni due secondi mi chieda come sto e mi dia conferma di cose delle quali sono già sicuro. Per non parlare del tuo egoismo e della tua insolenza, che ti hanno spinta fino a qua per cosa? Per litigare come sempre!
- Scusa se oggi il mio egoismo e la mia insolenza si sono scomodati fino a qua per parlare da persone mature e per spiegare definitivamente ogni incomprensione tra di noi. Di certo il mio egoismo e la mia insolenza sono nettamente inferiori al tuo orgoglio e alla tua presunzione, che fanno di te l'uomo, se così possiamo definirti, più spregevole che io abbia mai conosciuto...
- È questo che pensi di me? Ma non ti sei mai chiesta perché ho mantenuto così tanta distanza tra noi in queste settimane? Non ti sei chiesta perché, con tutte le ragazze che avrei potuto avere, ho scelto te? Te lo dico io. Perché sei l'unica che ha saputo guardare oltre la mia fama, oltre la mia eredità, oltre il mio cognome, anzi sei l'unica che di quello neanche era a conoscenza. Sei l'unica che di pregiudizi su di me ne ha avuti fin da subito e sei l'unica che mi ha saputo resistere... e non sai quanto questo mi abbia fatto piacere e allo stesso tempo mi abbia fatto penare e disperare.
- Bhe si, certo, come se lo avessi scelto io di odiarti, come se tutto ciò fosse una gara, una prova per vedere chi sarebbe stata l'ultima a resistere al tuo aspetto. E questo non fa che confermare la mia teoria: sei tu l'egoista e l'egocentrico, non io, sei tu che ha bisogno che ogni ragazza ti dica quanto speciale tu sia per lei.
Non ho mai desiderato la tua stima, e tu l'hai certamente concessa molto malvolentieri. Mi dispiace aver provocato pena a qualcuno. Ma non pensavo che...-
Ad un tratto la sua voce si spezzò.
Le sue labbra si scaldarono sempre di più al contatto con quelle di Ian. Un brivido partì dalla bocca e dilagò in tutto il corpo. Non aveva mai provato una sensazione del genere, non era mai stata così arrabbiata e allo stesso così felice. Ora stavano uno difronte all'altro e potevano sentire l'uno il respiro affannato dell'altro. I loro corpi erano ancora tenuti insieme da quel bacio che sembrava aver portato entrambe in un'altra dimensione. Maddi non riuscì più a capiere nulla e anche la vista di Ian si annebbiò. Il corpo di Maddi piano piano si rilassò e le sue labbra si schiusero lentamente sotto la forza di quelle di Ian. Maddi chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla passione scaturita da Ian fino a quando il suo respiro non andò al passo con il battito di lui. Una mano gelida le accarezzò i capelli e, presa una ciocca, iniziò a rigirarsela tra le dita, poi si spostò sulla sua guancia dove il pollice iniziò ad accarezzare lentamente la pelle accaldata. Lei d'istinto appoggiò una mano al petto di lui, mentre anche il suo fianco veniva avvolto tra le braccia di Ian. I due si trovarono avvinghiati senza neanche ricordare come avessero fatto ad arrivare a tutto ciò.

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