L'entusiasmo e l'eccitazione di Edoardo per le conclusioni appena tratte sparirono con la stessa velocità con cui erano nate quando si accorse delle due guardie ai lati della porta.
Come aveva fatto a dimenticarsi di loro?
"Signori, per stanotte vi congedo", gli disse gentilmente, ignorando con tatto gli inchini che i due gli rivolsero. "Io e la mia signora vogliamo un po' di privacy".
Gli uomini si lanciarono un'occhiata di intesa e, con un ultimo inchino, sparirono nei corridoi del castello.
Edoardo contò fino a trenta per assicurarsi che fossero realmente andati via e si diresse a grandi passi verso le camere della servitù, tentando di riprodurre il meno rumore possibile.
Trovò Selene accucciata sul suo letto, accanto ad un'altra donna di cui non si disturbò a riconoscere l'identità, e le cinse un polso con una mano sola.
Quella faticò ad aprire gli occhi ma, rendendosi conto della presenza di quel che effettivamente le sembrava un estraneo, li sbarrò dal terrore.
Edoardo si portò un dito alle labbra, intimandole di fare silenzio, e le fece cenno di seguirla fuori dalla camera.
Selene si alzò tanto velocemente da avere dei capogiri non appena si mise in piedi, ma la sorpresa era stata tale da ignorare perfino il rischio di cadere a terra da un momento all'altro.
Seguì il re lungo i corridoi, alzando il passo per stargli dietro e per non perderlo di vista: ogni falcata di Edoardo ne corrispondeva tre delle sue, perciò ad un certo punto pensò fosse meglio tenersi le gonne tra le mani e correre per raggiungerlo.
Il re la condusse nel cortile interno del castello, l'unico posto non sorvegliato da guardie in grado di spettegolare per averlo visto in compagnia di una domestica; poi si girò a guardarla.
Selene si bloccò sul posto, mille domande mute tra i pensieri e che volevano essere espresse a voce, e sussurrò un debole "Vostra Maestà?".
Edoardo iniziò a camminare nella sua direzione con lentezza quasi esasperata, lo sguardo basso e le mani giunte dietro la schiena. "Tempo fa vi avevo accennato a quel che sto per chiedervi, inducendovi ad assicurarmi che avreste mantenuto la promessa non appena fosse stato necessario".
Selene annuì velocemente, le parole del re ancora impresse nella sua mente.
È necessario che faccia una cosa che andrà avanti per tutto quest'anno, una cosa che mi terrà occupato per un bel po' di tempo, ma che alla fine potrebbe rivelarsi a vostro favore, se solo voleste aiutarmi.
Edoardo la guardò per la prima volta negli occhi, quasi tentando di scovare nella sua espressione una sorta di consapevolezza per essere certo che avesse capito la situazione. "Rammentate, dunque?".
Selene annuì ancora, trovando incredibilmente sciocca la domanda del giovane. Si ritrovò a rivivere le emozioni di quel giorno, al tono con cui le aveva parlato, al modo in cui aveva iniziato a stringerla.
"E ricordate anche cosa avrebbe comportato la vostra disponibilità?".
Alla fine di ogni mese dovrete darmi una mano a svolgere... mmm, un compito fondamentale la cui riuscita potrebbe assicurarvi un posto sul trono di Lawnland.
La ragazza annuì per la terza volta, incapace di parlare dall'emozione. Tentò disperatamente di nascondere il sorriso che le stava nascendo tra le labbra, conscia però del fatto di non essere in grado di celare l'eccitazione dei suoi occhi dietro un velo di indifferenza.
Edoardo dovette notarlo, perché si concesse un mezzo sorriso che per un attimo ammorbidì l'espressione severa del volto. "È giunto il momento di cui vi parlavo".
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Filix: La Strega del Re
Historical FictionLawnland, XVII secolo d.C. Un nuovo re è appena salito al trono: giovane, affascinante, ambizioso; la sua forza di volontà non si ferma davanti a nulla e nessuno può frapporsi fra lui e il desiderio di avere per sé le dodici donne più belle di tutto...