XXIII - Una corsa contro il tempo

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La consapevolezza di quel che stava succedendo colpì Emanuele con più violenza di quanto si aspettasse.

L'arrivo di un bambino sarebbe stata considerata una gioia in una qualsiasi coppia di giovani innamorati, ma la sua storia con Crystal non rientrava nella normalità.

Dopotutto, lui non era molto diverso dal tipico amante clandestino della donna già promessa ad un altro uomo.

Come avrebbe reagito Edoardo nel vederla incinta al suo ritorno? Come avrebbe reagito, sapendo con certezza di non essere il padre?

La sua futura sposa aspettava un bambino dal suo cavaliere più fedele, colui che si era guadagnato tutta la sua fiducia con il passare del tempo.

Indipendentemente dai ruoli ricoperti dai due uomini, era innegabile il rapporto d'amicizia e di stima che si era creato tra di loro.

Un'amicizia che sarebbe stata distrutta non appena il segreto fosse stato scoperto.

Due vite sarebbero state stroncate per sempre per il semplice fatto di non aver eseguito gli ordini di Sua Maestà.

Con orrore, Emanuele si accorse ben presto di aver sbagliato.

Le vite che sarebbero giunte al termine erano tre. Oltre alla propria e a quella di Crystal, adesso c'era anche quella del bambino.

Rimaneva solo una cosa da fare.

"Dobbiamo ucciderlo", decise infine, incapace di guardare la ragazza negli occhi nel dirle quelle parole.

Lo sguardo di Crystal divenne ancora più vacuo mentre gli rispondeva: "Non ho nessuna intenzione di ucciderlo!".

Emanuele sospirò per ritrovare la calma, poi si alzò e le si avvicinò per prenderle le mani fra le proprie. Nonostante l'insistenza di Crystal di rifiutarsi di guardarlo negli occhi, era consapevole del fatto che lo stesse ascoltando comunque.

"Esistono alcuni metodi in grado di indurre l'aborto. Bisogna solo trovare un'esperta abbastanza ferrata in materia da riuscire a dirci cosa fare, possibilmente dopo aver promesso di tenere la bocca chiusa e di non...".

Ma Crystal non lo lasciò finire: serrò gli occhi e gli posò due dita sulle labbra per zittirlo immediatamente. "Non voglio sentire altro. Il mio bambino non morirà".

Emanuele si portò le mani nei capelli, conscio che sarebbe stato particolarmente arduo riuscire a farle cambiare idea con le buone maniere. "Non capisci? Non vedi che, così facendo, morirà lo stesso? Come pensi che reagirà Edoardo nel trovarti incinta di un altro uomo? Ci condannerà a morte, e di conseguenza al bambino toccherà la stessa sorte".

"Devi solo aiutarmi a scappare", gli ricordò Crystal. Del resto, c'era già riuscita una volta.

La risata di scherno di Emanuele ebbe lo stesso effetto di uno schiaffo sul viso. "Tu non conosci Edoardo. Lui deve sempre avere ciò che vuole, e non si fermerà finché non lo avrà ottenuto. Ti ha puntata fin da quando sei entrata nel castello, ha deciso che dovrai essere sua e così sarà".

"Sarà tuo compito impedirlo", mormorò Crystal, ma all'improvviso non era più tanto sicura del fatto che lui si sarebbe frapposto fra lei ed Edoardo.

Sembrava quasi come se non gli importasse nulla del destino che le sarebbe capitato, come se accettasse fin troppo facilmente la prospettiva di cedere la propria donna a Sua Maestà senza opporre resistenza.

"Potremmo anche scappare insieme", rispose lui in modo poco convinto, scuotendo impercettibilmente la testa. "Ma Edoardo sarebbe capace di inseguirci in eterno, fidati di me. Arriverà il giorno in cui ti vorrà tutta per sé, e ci riuscirà. Non puoi chiedermi di impedirglielo: se anche solo ci provassi, ci ucciderebbe entrambi. L'unica possibilità che abbiamo è quella di porre fine alla gravidanza".

"Oppure fare in modo che lui non se ne accorga", cercò di farlo ragionare. "Non sappiamo ancora quando tornerà, ma c'è una piccola possibilità che il bambino nasca prima, e a quel punto lo affideremo momentaneamente a mia madre".

"Hai idea di quanto ingrasserai in questi mesi? La tua pancia non passerà così inosservata come ora. Tutta la corte si insospettirà".

Crystal scrollò le spalle. "Chi? La regina, forse? Che sembra non voler partecipare più alla vita al castello? O magari le altre ragazze, il cui unico pensiero è il ritorno del re? I cavalieri, che a malapena riescono a tenerle d'occhio? Non presteranno certo attenzione a me. La servitù, magari? E perché mai dovrebbero tenermi d'occhio, sapendo che questo compito spetta a te?". Sospirò per calmarsi, mentre una nuova ondata di nausea tentava di catturare la sua attenzione. "Dovrò solo indossare degli abiti più grandi, non sarà poi così difficile".

"E se non andasse secondo i tuoi piani? Se il re tornasse prima della nascita?". La preoccupazione negli occhi di Emanuele era evidente, quasi dolorosa.

Era una lotta fra la sua razionalità totale e il senso di protezione di Crystal nei confronti del suo bambino.

Ma la ragazza, per quanto potesse sentirsi vulnerabile e sopraffatta in un momento come quello, era sicurissima che il ritorno del re non sarebbe avvenuto in un momento del tutto casuale.

Lucrezia, la prima promessa sposa di Edoardo, era sparita con l'arrivo di febbraio, per poi essere letteralmente sostituita da Clarissa; Dio solo sapeva che genere di fine le fosse toccata, ma a quel punto bastava solo fare dei calcoli matematici relativi alle ragazze che Edoardo si era portato con sé.

Cinque ragazze, compresa la sua amica Maria, avevano lasciato il castello insieme a lui, a sei cavalieri e alla giovane Clarissa.

Cinque fanciulle in tutto equivalevano a cinque mesi.

Ma febbraio era già trascorso da giorni e marzo era appena iniziato: ciò significava che Clarissa era stata sostituita da poco, motivo per cui rimanevano solamente quattro ragazze insieme al re, oltre alla nuova promessa sposa.

Quattro ragazze che sarebbero scomparse entro la fine di luglio.

Ed Edoardo sarebbe tornato al castello il 1º agosto.

Il bambino non sarebbe mai nato in tempo.

"Hai ragione", disse infine ad Emanuele, ritornando alla realtà. "Tornerà quando io sarò ancora incinta".

"Sei proprio sicura di non voler porre fine alla gravidanza? Sarebbe la scelta migliore". Le accarezzò una guancia con delicatezza per rassicurarla, ma Crystal non aveva alcuna intenzione di cedere.

"Sono sicurissima", rispose con tono autoritario, nonostante reprimesse a malapena l'istinto di scoppiare a piangere. "E non cambierò idea".

Sarebbe stata disposta a sacrificare qualsiasi cosa pur di proteggere suo figlio e non le importava che Emanuele fosse contrario.

"Stai firmando la nostra condanna a morte", sussurrò il cavaliere, gettando al vento i suoi sforzi di sembrare il più calmo possibile. La prese per i polsi e la fissò negli occhi, in un ultimo disperato tentativo di convincerla a ragionare.

"Non necessariamente". Crystal sorrise, mentre una nuova idea le si disegnava fra i pensieri. "Il bambino nascerà fra meno di nove mesi, quindi verso ottobre. Dobbiamo solo assicurarci che il re decida di dedicare la sua attenzione a tutte le altre ragazze prima di me, tenendomi quindi per ultima: a quel punto, non potrà notare niente di strano nel mio corpo, perché io avrò già partorito".

Emanuele accennò un sorriso triste, conscio che quella proposta fosse il meglio che avrebbe potuto ottenere da lei, e Crystal si sentì subito meglio.

Ora bastava solo capire come fare.

Filix: La Strega del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora