Capitolo 7

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Solo quando arriva cosí vicino noto che ha una sigaretta in mano.
È impazzito.
Non ha per nulla una bella cera, devo ammettere.
Sta li, mi fissa con il suo sguardo impassibile e in questo momento avrei solo voglia di spaccargli il muso.

Si porta la sigaretta alla bocca e prende un grosso tiro prima di decidersi a parlare.

"Non ho intenzione di riordinare proprio niente. Ho altro da fare"

Sta scherzando vero? Ora lo ammazzo giuro.
"Io penso di si invece"gli tolgo la sigaretta dalle mani provocandogli solo un sorrissetto di sfida.

"Sophia, sul serio, non sono in vena" Un po' gli credo. Sembra che non abbia dormito per nulla.

"Non puoi sul serio lasciarmi a pulire tutto" dico quasi con tono supplichevole.

Veniamo interrotti da qualcuno e faccio di tutto per nascondere la sigaretta.

"Ragazzi, tutti i materiali che vi servono sono nell'armadietto. Buon lavoro"dice Mike il bidello prima di chiudere la porta della palestra.
A chiave.

"Cazzo" sputa Genn dando un calcio alla porta. Sembra davvero fuori di se.

"Ti calmi? E per favore non fare altri danni. Io faccio lo spogliatoio femminile e tu maschile."dico prendendo una scopa dall'armadietto.

Mi guarda immobile per alcuni attimi prima di convincersi e imitarmi.

Se c'é una cosa che ho capito di lui e che é una persona molto riflessiva, troppo forse.
Non fa mai nulla per caso.
Chissa' cosa lo frena cosí tanto.

Lo lascio li ancora, fra i suoi pensieri mentre vado verso lo spogliatoio femminile.

Passano circa venti minuti prima che tutto sia pulito e in ordine.

Quando torno in palestra Genn é gia' li che sistema tappetini e birilli.
Resto a fissarlo immobile fin quando i suoi occhi non si posano sui miei.
Non passa molto prima che torni ad ignorarmi continuando a riordinare.

Mi avvicino e gli do una mano e in poco tempo finiamo tutto.
Non siamo mai stati cosí tanto in silenzio . Di solito passiamo il tempo a scannarci.

Mi avvicino alla porta per dire che abbiamo finito ma nessuno sembra rispondere.
I cellulari non prendono qui.
Dopo pochi minuti inizio ad andare in panico.

"E se si sono dimenticati che siamo qui?"chiedo disperata di fronte ad un Genn seduto con la schiena contro la porta e la testa coperta tra le mani.

"Sta zitta per favore, non dirlo neanche per scherzo"decide finalmente di scoprire il volto rivelando gli occhi di solito cosí vivi ora spenti e arrossati.

"Come facciamo ora? Devo fare ancora i compiti io"cammino avanti e indietro pensando ad una soluzione.

"Potresti stare ferma? Mi dai sui nervi"il tono freddo e tagliente.

Mi siedo a gambe incrociate accanto a lui e non so cosa mi succede ma sento il fiato corto e il battito accelerato.

Cerco in tutti i modi di concentrarmi e respirare ma é come se l'ossigeno non arrivasse ai polmoni.

"Non....respiro"riesco a dire soltanto.

"É un fottuto scherzo?"dice voltandosi nella mia direzione.
Tutto ció che riesco a fare e scuotere la testa per risposta e lo guardo sgranare gli occhi e passarsi le mani fra i capelli.

Passano i secondi e mi sento sempre peggio.

"Okay. Guardami per favore"dice mettendo le mani sulle mie guance e avvicinando la sua faccia alla mia.

Provo a rispondere ma le parole proprio non mi escono.
"Ho detto guardami. Negli occhi"dice mettendosi in ginicchio di fronte a me.

Faccio ció che mi dice e mi concentro sui suoi occhi. Visti da cosí vicino sono anche piú belli.

"Ora pensa a qualcosa di bello e respira lentamente"dice senza mai staccare gli occhi dai miei e le mani dal mio viso.

La mia mente va a tanti anni fa.
A mio padre.
A quel giorno che ridevo spensierata con lui nel parco e alle sue braccia che mi stringevano.

"Va meglio?"mi chiede Genn.
Sento il battito diminuire e il respiro regolarizzarsi lentamente.

Le sue mani non vogliono lasciare il mio viso, e a me sta bene cosí.
Sento gli occhi bagnarsi e una lacrima mi riga il volto.

Mi alza lentamente il mento per poterla vedere meglio e con l'indice della mano delicatamente la asciuga.

"Grazie" sussuro. Sussuro perché non so se riesco a parlare. Sussuro per la sua vicinanza. Sussurro perché non voglio rovinare questo momento.

"Che cazzo di spavento"dice lui.
Non so perché ma scoppio a ridere e lui con me.
Ridiamo di pancia per la tensione scaricata e solo ora allontana le mani dal mio viso.

Sento immiedatamenta il vuoto e la mancanza del suo contatto.

"Come facevi a sapere cosa fare?"gli chiedo sperando non torni a fare lo stronzo e per mia sopresa, non lo fa.

"Ne ho sofferto"dice abbasando lo sguardo ancora in ginocchio davanti a me.

"Perché?"Non sono mai stata cosí curiosa in tutta la mia vita. Sará il mistero che percepisco o non so cosa ma voglio sapere tutto di lui. Tutto.

"Meglio di no" dice solo questo.

"Cosa meglio di no?"

"Meglio che tu non lo sappia"

"Sappia cosa?"

"Fidati, non vorresti saperlo" niente non si fida di me.

Sentiamo un rumore di chiavi alle nostre spalle e la porta aprirsi finalmente.

Mike ci guarda perplesso seduto a terra per poi scusarsi.

"Mi sono addormentato. Ora smammare" ci dice mentre noi ci alziamo

Durante il traggitto verso i dormitori nessuno dei due parla e Genn mi saluta con un cenno di testa prima di entrare in camera.

La prima cosa che faccio quando entro nella mia e lavare la sua felpa.

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Hey, buongiorno a tutte!
Buona lettura e al prossimo capitolo!
Stelline e commenti soni ben accetti, lol
Baci xx

Runaway ||Genn Butch||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora