Capitolo 12

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Pov Sophia

Questa cosa é cosí sbagliata.
Tanto sbagliata quanto bella.
Non sto neanche a chiedermi perché l'ha fatto, sono stanca di pensare.
Ho capito che Genn devi vivertelo é basta.

Vivertelo con le sue stranezze, la sua lunaticitá e i continui sbalzi d'umore.

Eppure, é lo stesso ragazzo che mi ha aiutata quando ho avuto quell'attacco di panico in palestra, ed è lo stesso che ora mia sta abbracciando in camera sua alle 3 di notte su di un letto senza un motivo.

"Puoi anche staccarti ora eh"dice soffocando una risata

"Ma lo vedi che sei uno stronzo"dico ridendo a mia volta sciogliedomi dall'abbraccio.

Ora mi guarda senza parlare appoggiando la testa al muro. Con quegli sguardi che solo lui riesce a fare, sono solo suoi.

"Mannaggia a te"dice poi scuotendo la testa e abbassando lo sguardo

E adesso cosa intende?

"Meglio che dormiamo ora"dice alzandosi dal letto
"notte Sophia" mi guarda per alcuni secondi prima di mettersi a letto e girarsi dall'altro lato.

"Buonanotte"sussuro spegnendo la luce.

"Sophia" qualcuno mi sta scuotendo il braccio ma ho troppo sonno per svegliarmi.

"Altri 5 minuti mamma"dico tirandomi le coperte sulla testa

"Sophia, sono Andrea"

Che? Cosa? Comedovequando?

Mi alzo di scatto dal letto e mi ci vuole un attimo per mettere a fuoco i riccioli ordinati del mio ragazzo.

"Amore"dico saltandogli al collo, in un contatto che mi era decisamente mancato.

Ancora avvinghiata ad Andrea alzo lo sguardo come se mi rendessi finalmente conto che non sono in camera mia, e lui e li come sospettavo.

È appoggiato alla scrivania con la faccia assonnata e i capelli più disordinati del solito, e ciliegina sulla torta, ci sta guardando.

Istintivamente sciolgo l'abbraccio.

"Non ci vediamo una settimana e ti trovo in camera di un altro?" Dice Andrea decisamente scazzato.
Merda, me la sono cercata.

"Genn"dice il biondo alzando una mano per attirate l'attenzione del riccio"mi chiamo Genn"

Cazzo.

"Piacere, Genn. Ora mi spiegate che ci faceva lei qui?" Guarda me, poi Genn, poi ancora me.

Che merda, speriamo che Genn non lo istighi. Credo che con un solo pugno Andrea possa metterlo k.o.

"La tua ragazza ha bussato alla mia porta ieri alle 3 di notte , credo che questa conversazione riguardi solo voi. Ora se volete scusarmi avrei delle cose da fare"dice Genn aprendo la porta della sua camera e invitandoci ad uscire.

Andrea mi prende la mano e mi fa cenno di uscire con la testa.

Vorrei dire qualcosa a Genn, ma non si degna a guardarmi quindi seguo Andrea fuori dalla 95 A.

Aspetto un po' prima di parlare. So che sta cercando di calmarsi.

Arrivati fuori la mia camera gli spiego tutto quello che é successo ieri sera, tralasciando l'abbraccio con Genn, ovviamente, e lui sembra tranquillizarsi finalmente.

"Va a vestirti ora. Ce ne andiamo in giro"dice dandomi un bacio in fronte.

"A tra poco"rispondo entrando in camera mia.

Tiro un sospiro di sollievo per essere riuscita a sistemare la situazione e cerco di dare un po' di ordine im questa stanza.

Trovo un biglietto di Alyssa con delle scuse e con l'avvertimento che oggi torna dai suoi.

Indosso una gonna nera a vita alta con un maglioncino bianco corto e i miei stivaletti preferiti.

Un filo di trucco e sono pronta.

Giriamo tutto il giorno per Londra, mangiamo al mc, ridiamo, scherziamo, insomma una nostra giornata tipo.
Ma é come se mi mancasse qualcosa.

Sento un vuoto dentro me che non si decide a lasciarmi.

"Ora devo andare. Stasera devo prendere l'aereo" mi dice Andrea nel parcheggio fuori il dormitorio.

Sono le sette di sera ed é tutto buio giá.

"Torni in italia?"rispondo sgranando gli occhi sconvolta. Non me l'aspettavo.

"Si"risponde abbassando lo sguardo.

"E quando avevi intenzione di dirmelo? Quando staresti arrivato?
Tolgo la mia mano dalla sua e lo guardo con rabbia.

"Non volevo rovinarti questa giornata"

"Beh, hai rovinato la mia serata"

"Torno tra un mese, non è molto" dice ricercando il contatto con la mia mano.

Non puó averla sempre vinta, però mi dispiace salutarci cosí. Così prendo e lo bacio, come fosse l'ultima volta.

Ma lo sento, sento ancora il vuoto.

Guardo la sua auto uscire dal parcheggio e nonostante sto morendo di freddo decido di fumarmi una sigaretta.
Prima o poi dovró smetterla.

Cosa c'é di sbagliato in me?
Dovrei essere felice, eppure non lo sono.
O almeno pensavo di esserlo, fino ad oggi.

Cammino avanti e indietro cercando calore, ma proprio non riesco a riscaldarmi.

"Hai freddo per caso?" Quasi salto per lo spavento.
Genn con il suo cappellino rosso mi osserva appoggiato al muro vicino l'entrata dei dormitori.

Questa cosa è cosí inquietante.

"E tu da quanto sei li?" Rispondo avvicinandomi coprendo la sigaretta dal vento.

"Abbastanza da subirmi quella scenetta" dice indicando il punto dove eravamo io ed Andrea.

Un misto di rabbia e ansia mi pervade mentre penso a lui che ci guarda e ascolta.

"Nessuno ti ha insegnato che non si origliano le discussioni altrui?"

"L'italia eh? Bel posto" sta sviando il discorso, come sempre. Ormai mi ci sono quasi abituata.

"Si, o almeno penso. Non ci sono mai stata" prendo un lungo tiro prima di appoggiarmi accanto a lui.

Senza che me ne rendi conto mi toglie la sigaretta dalle mani e se la porta alle labbra come se fosse assolutamente una cosa normale.

"Mio nonno é italiano. Di Somma Vesuviana, vicino Napoli" dice buttando fuori il fumo e riporgendomela ormai finita.

"Prego eh"dico buttando la cicca avanti a noi.

"Adesso dobbiamo andare"dice staccandosi dal muro e facendomi segno di seguirlo

"Dobbiamo?"chiedo retorica

"Io devo suonare, e tu devi venire ad ascoltarmi"



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Ccccciao a tutti e Buon anno nuovo!!

Il capitolo è un po' cosí e mi dispiace che ho dovuto per forza far arrivare Andrea :').

Vi ringrazio davvero tanto per tutte le stelline le views e i commenti che lasciate, vi adoro, davvero.

Spero che questo capitolo vi possa piacere, in ogni caso, se vi fa cagare, fatemelo sapere.

A presto, baci xx

-francesca.










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