Capitolo 46~Pov Genn

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Pov Genn

Sophia si irriggidisce immediatamente alla vista di mia madre e io respiro lentamente pregando che la donna non cacci la sua stronzaggine anche di prima mattina.

"Ti aiuto io mamma"dice Imma capendo il disagio collettivo e l'imbarazzo che si è creato.

Quanto sono fortunato ad averla come sorella?
Un giorno glielo dirò.

Mia madre annuisce e sparisce con mia sorella pobrabilemente per prendere le buste in macchina e tra me e Sophia c'è questo silenzio che mi sta uccidendo.

Quando le ho chiesto di venire qui con me l'ultima cosa che volevo era litigare con lei.

Sapevo benissimo che mia madre avrebbe rotto le scatole in un modo o nell'altro ma almeno poteva aspettare a dopo la festa.

Guardo Sophia alzarsi dalla sedia con il suo pigiama bianco e rosso con i cuoricini, decisamente imbarazzante. Eppure a lei sta fottutamente bene.

"Dove vai?"le chiedo giusto prima che sparisca

Si volta lentamente e mi squadra prima di rispondere.

"Salgo sopra a vestirmi"risponde con tono ovvio e senza aspettare la mia risposta gira i tacchi e la sento salire le scale.

Sbuffo pesantemente passandomi una mano fra i capelli. Da quando ho scoperto che mi aiuta a pensare lo faccio spesso.

Finisco di fare colazione e osservo mia sorella e mia madre sistemare le varie cose.
Ovviamente non parlo con mia madre dalla sera prima, e non intendo farlo.

Mi alzo facendo forse troppo rumore con la sedia e decido di raggiungere Sophia al piano di sopra.

Apro la porta con tutta la tranquillità del mondo ma non faccio in tempo a mettere un piede nella camera che mi arriva un cuscino dritto in faccia.

"Che cazzo Genn!Devi imparare a bussare!!"mi urla Sophia, e non capisco di cosa sta parlando finchè non alzo gli occhi su di lei.

È in reggiseno e in mutanda e sta facendo il meglio che può per coprirsi da me.

"Mh, scusa"è tutto ciò che riesco a dire ma i miei occhi non possono fare almeno di fermarsi su ogni suo millimetro di pelle scoperta.

"Non trovo i vestiti per la casa che mi ero portata" sbuffa lei continuando a scavare nella sua valigia.

Ha le guance leggermente arrossate ma non sembra più in imbarazzo come prima.

Apro le porte del mio armadio e pesco un pantalone di una tuta grigia che metto spesso quando sono qui.

"Prendi questa" rimane sorpresa dal mio gesto ma non esita a prenderla e indossarla con la sua solita goffagine

Le sta a pennello direi.

"Soph, riguardo a ieri ser.."

"Sono ancora incazzata Genn" non mi lascia finire e inizia a piegare freneticamente i vestiti senza guardarmi neanche per un secondo.

"Si, questo l'avevo capito. Sono stato un cretino a reagire così, okay?"butto tutto fuori esausto ormai delle tarantelle delle ultime ore.

Indossa l'ultimo maglione che era rimasta fuori posto e poggia la valigia a terra prima di guardarmi finalmente negli occhi.

"Mi prometti che non alzerai più la voce con me per scemenze e che non sarai più geloso inutilmente dei tuoi amici?" Mi chiede sedendosi a gambe incrociate sul letto

Non credo di riuscirci, mi conosco troppo bene.

"Lo sappiamo tutti e due che sarà impossibile. Sono fatto così" dico allargando le braccia e facendo qualche passo verso il letto.

Runaway ||Genn Butch||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora