11 - Nuove versioni ♕

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Cordelia sospirò, tornando a sentirsi come i primi tempi, quando Wladimir era diventato Imperatore. Nelle poche settimane strascorse dalla battaglia, era impegnatissimo ad occuparsi di rimediare ai danni alle strutture, organizzare i superstiti e premiare gli alleati. Gli Angeli avevano preso in prestito qualche stanza, ma solo le persone più di spicco dell'esercito, mentre gli altri erano stati ospitati nella capitale. La convivenza nella città dei Demoni era pacifica, ma molto spesso c'erano evidenti tensioni. Per quanto gli amici biondi dimostrassero i loro buoni propositi, qualche persona che aveva vissuto ai tempi di una delle due guerre c'era, ed esortava i fratelli a non fidarsi. Per fortuna non si ricorse mai alle mani, ma quell'alleanza era da definire in modo preciso. Se in un moto di cattiveria avessero deciso di attaccarli, sarebbero stati vulnerabili con il nemico in casa.

E poi quello che doveva dire a Wladimir forse non avrebbe migliorato il loro rapporto, già piuttosto instabile. Erano cambiati entrambi, ed il loro essersi amati per anni e anni non implicava se potessero riconoscere le loro nuove versioni. Ci provavano, comunque, e Cordelia era piuttosto divertita quando Wladimir appariva quasi impacciato, cercando di non tirare troppo la corda senza rendersi conto che stava facendo tutto il contrario. Cordelia si era trovata molto più sfacciata, ma sapeva che se lui faceva un passo indietro, temendo di sbagliare di nuovo, era compito suo andargli incontro.

Un altro sospiro. Che avrebbe fatto lui dopo averlo saputo? Avrebbe dissotterrato vecchi rancori, scoprendo tutte le falle di quella relazione campata in aria?

La porta si aprì e la donna sentì un tonfo. La radice di tutti i suoi problemi era distesa a faccia in giù sul suo grande letto matrimoniale.

«Non si usa più chiedere permesso?», sbuffò Cordelia, ma l'uomo non rispose. Teneva gli occhi chiusi e respirava regolarmente. Lei incrociò le braccia, infastidita del fatto che l'avesse aspettato per tutto il giorno, tormentandosi per quel discorso che doveva assolutamente fare, e lui si era addormentato.

«Cordelia», si sentì chiamare, e si voltò verso Wladimir. Lui, però, continuava a dormire, mentre una profonda ruga di preoccupazione gli divideva irregolarmente la fronte a metà. Sussurrò il suo nome di nuovo, stavolta con tono più tormentato.

Lei si sdraiò accanto a lui, cercando di svegliarlo da quello che non sembrava un sogno confortevole. Dopo qualche scossone, lui aprì gli occhi ed inspirò come se fosse stato sott'acqua per troppo tempo. La guardò e la linea di preoccupazione si fece più marcata. «Scusa, era un incubo».

«Un incubo perché c'ero io?», cercò di sdrammatizzare Cordelia, frenando l'impulso si spiegare quella fronte corrugata con le mani. La metteva in agitazione, e il fatto che mormorasse il suo nome faceva intendere che l'uomo fosse ancora tormentato dall'idea di averla abbandonata.

Wladimir scosse la testa, più per liberarsi dalle ultime immagini di quella tragedia che per rispondere alla donna. Aveva semplicemente vissuto, nella maniera più sfocata ma piena di dettagli dei sogni, quello che temeva di più: che Cordelia cambiasse idea, che mollasse tutto e lo lasciasse come lui aveva fatto con lei. Conosceva il lato altruista della donna, ma non avrebbe mai voluto saggiarne i limiti, non per amor proprio, ma per non far soffrire lei. Vedeva nei suoi occhi ancora qualche dubbio, che però veniva scacciato dal suo sorriso di sempre, quello un po' intraprendente ed un po' imbarazzato. In poco tempo era riuscito a farla arrossire di nuovo, forse anche più violentemente di sempre. Era da un po' che voleva chiederle una cosa, e si disse che se avesse continuato a temporeggiare, non avrebbero mai parlato davvero.

«Devo dirti una cosa», confessò Cordelia, mordendosi il labbro. E se non lo avesse accettato? L'ultima volta non era andata bene...

«Anche io», rispose lui. «Ma vai prima tu».

Lei prese un profondo respiro, ma si impose di guardarlo negli occhi. Almeno questa volta, che aveva la possibilità di farlo, glielo avrebbe confessato in faccia. Si ricordò a mente tutte le possibili implicazioni che aveva analizzato quel giorno, attendendo che tornasse dai suoi impegni. «Sono incinta».

Il cervello di Wladimir si svuotò, accantonando la domanda che pensava di fare da qualche giorno. Un sorriso di pura gioia si affacciò sul suo volto, mentre gridava: «Davvero?».

Cordelia annuì, lieta che non l'avesse presa male. L'ultima volta che era stata incinta aveva trovato la sorellastra nuda nel loro letto, quindi probabilmente avevano fatto un bel po' di passi avanti da allora. «E la cosa che dovevi dirmi tu?», chiese raggiante, completamente assorbita da quella confessione.

Lui sembrava a disagio. E se avesse risposto di no? Avrebbe rovinato la vita anche di quest'altro piccolo? Cordelia lo osservava, in attesa, ma vedendo i suoi occhi tormentati gli prese il volto fra le mani. «È tanto grave?».

Wladimir abbozzò un sorriso divertito. «Per te sicuramente». Si fece coraggio, pronunciando quelle parole che avrebbero potuto rendere la sua vita un paradiso o un inferno – niente vie di mezzo. Li aveva conosciuti entrambi, ed era ovvio quale preferisse. «Vuoi sposarmi?». Dopo aver pronunciato quelle parole, aggrottò le sopracciglia e posò i pollici sugli zigomi di Cordelia. «Speravo che almeno stavolta non ci sarebbero state lacrime».

Cordelia tirò su il naso, scuotendo la testa. «È solo che... solo che...», ma non riuscì a dire altro, sopraffatta dalle troppe emozioni.

Wladimir si allarmò, prendendole le mani. «Se vuoi dirmi di no, ti capisco. Non è certo fac...».

Invece di ribattere, di mandare al diavolo lui e quella sua maledetta incertezza, si chinò a baciarlo. Un bacio che sapeva di felicità, di amore, e di loro, soprattutto di loro. Le lacrime di Cordelia resero tutto più salato, ma non importava: erano insieme, sarebbero stati nuovamente consorti e genitori.

Quando si furono staccati, entrambi con i respiri accelerati, Cordelia sussurrò: «A tua madre verrà un colpo: matrimonio e gravidanza insieme!».

L'uomo si grattò la testa. «Non credo voglia sentire ancora parlare di me», confessò, a disagio.

«Le serve solo un po' di tempo», lo rassicurò lei. «Non ti lascerà solo, ha già perso un figlio. Ma diciamocela tutta», borbottò, cercando di alleggerire l'atmosfera e non deprimerlo, «anche io sarei furiosa se tu avessi attentato alla vita di mio figlio».

Wladimir sbuffò. «Ma quante volte devo dirtelo? È stato un incidente. Glielo avevo detto di non avvinarsi troppo alle spade, che erano affilate, ma è testardo quasi più di te. Magari con questo», aggiunse, sfiorando la pancia di Cordelia, «le cose saranno diverse».

«Mi piacerebbe una bambina», disse Cordelia ad alta voce. «Dopotutto, i vestiti già ce li abbiamo».

Risero insieme, per poi addormentarsi abbracciati dopo quella giornata stressante ed egualmente magica.

Sarebbe stato bellissimo avere un piccolo raggio di sole in miniatura fra le sue braccia, constatò Wladimir, mentre stringeva a sé il raggio di sole originale.


Deimon 3 - La congiura del DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora