20 - Sorpresa ♛

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Solo perché sono via non significa che tu possa fare come ti pare. Erano passati tre giorni dalla sua partenza, a quanto pare Sigfrid voleva fare uno scambio fra eredi al trono per un po' – anche se da quanto avevo compreso tra gli Angeli il Re era eletto dal popolo –, affinché entrambi conoscessero usi e costumi del popolo alleato. Al posto di Alexander era arrivato Bjorn, come figurine da scambiare. Ehi, hai un Principe Nero doppio, che io ti lascio un Principe Bianco?

Ed effettivamente questo era Bjorn: bianco. I capelli biondo oro e gli occhi azzurri attiravano gli occhi curiosi, etereo in una moltitudine di figure scure. Parlava bene la nostra lingua, ma mi aveva confessato come loro avessero il proprio dialetto, che rimaneva lo stesso dato che non erano dispersi per il mondo, ma avevano un'unica sede. Erano di meno rispetto a noi – parlando di popolazione – ma in guerra un loro uomo valeva quanto tre nostri. Spesso era con Wladimir, che gli spiegava come funzionassero Regno ed Impero, e che era stato costretto a posticipare le nozze data quell'assurda richiesta da parte di Sigfrid.

Come vanno i bermuda?, chiesi ridendo a crepapelle. Visto che l'ultima volta si era lamentato che non facesse così freddo, e visto che era troppo pieno di sé per prepararsi da solo la valigia, ci avevo pensato io.

Questa me la paghi, femmina. Anche da così lontano, potevo quasi sentire il ringhio che sarebbe uscito dai suoi denti stretti. Una parte di me si sentiva un'adolescente che flirtava per messaggio, ma non avendo mai avuto esperienze simili ero davvero divertita. E poi ero davvero un'adolescente, nonostante tutto quello che avessimo passato.

Pensa a pagare per qualche coperta in più, piuttosto.

Non rispose, probabilmente infastidito dalle mie parole, e questo mi fece divertire ancora di più, tanto che alla fine optai per mandargli una foto del suo letto, con qualche coperta impilata ai piedi, come a farlo innervosire di più.

Hai finito?.

Scoppiai a ridere, e quando Cordelia entrò nella sala comune dove mi trovavo alzò un sopracciglio. Ora aveva un accenno di pancia, ma dopo quattro mesi di gravidanza era anche normale. Wladimir, dato che aveva dovuto posticipare le nozze, aveva acconsentito a farlo dopo la nascita del bambino, visto che la donna insisteva per dire che era grassa. E questo portò il mio matrimonio a data da definire, perché sembrava scortese far sposare prima il Principe e poi l'Imperatore. E nonostante mi piacesse l'idea di sposare finalmente Alexander, i ricordi della rivolta erano ancora vividi, per quanto nessuno ne volesse parlare.

«Parli con mio figlio?», chiese, sedendosi accanto a me.

«Parlavo. Si è offeso», confessai con una punta di divertimento.

«Mi stupirei del contrario», rimbeccò lei, e ci trovammo entrambe a ridere, insieme. Ancora una volta mi chiesi che fine avesse fatto la fredda Cordelia che avevo conosciuto, quella che aveva cercato di avvelenarmi. Sembrava come la gemella cattiva di questa donna, radiosa e che faceva a gara con Ludovice per chi sorridesse di più.

«Bel tatuaggio», disse, indicando la mia clavicola sinistra, ben in vista nonostante non indossassi magliette scollate. Era inutile nasconderlo per sempre, tanto valeva fare come se non ci fosse.

«Grazie», risposi sincera, dato che non aveva fatto il complimento con sarcasmo.

«Wladimir sembra piuttosto indaffarato con Bjorn», mormorai quando li vidi passare velocemente per il corridoio, mentre discutevano di qualcosa. «Al contrario, Alexander si annoia».

«Da come Bjorn descrive casa sua, mi sembra un po' troppo noiosa. Non dico che qui a Palazzo siamo all'avanguardia, ma mi è sembrato uno stile di vita... primitivo», disse, aggrottando le sopracciglia ed accarezzandosi sovrappensiero la pancia. «E poi non è una novità che Alexander si annoi», ridacchiò, generando la stessa reazione in me.

Deimon 3 - La congiura del DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora