mas que amor

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Eravamo vicinissimi i nostri nasi si toccavano e le nostre labbra si sfioravano, sentivo il suo respiro sul mio collo, lo volevo, finalmente quel bacio tanto desiderato stava arrivando, finalmente io e lui eravamo un noi.

Ad un certo punto mi squillò il cellulare, risposi ed era Ignazio, mi avvisò che nel tardo pomeriggio del giorno successivo sarebbero arrivati e avrebbero soggiornato in un hotel a Roseto, finita la chiamata con Ignazio misi via il telefono e mi dedicai solo a Gianluca.
Mi riavvicinai a lui, cercando di ricreare la stessa atmosfera di prima ma evidentemente non era la serata giusta, Ernesto ci chiamò avvisandoci che Ercole sarebbe arrivato a momenti per riportarci a casa. Così mano nella mano raggiungemmo gli altri, li salutammo e salimmo in macchina per tornare a casa.

Appena arrivati Eleonora ci informò che io avrei dormito nella stanza di Gianluca e i due fratelli nella camera di Ernesto, salutammo i genitori e andammo nelle nostre rispettive camere.
Tra me e Gian rimase un po' di imbarazzo per il bacio non arrivato di quella sera, mi misi a letto ma non riuscii a prendere sonno così mi alzai e presi una sua maglietta magari il suo profumo mi avrebbe cullato durante la notte.

Ad un certo punto qualcuno entrò in camera mia così feci finta di dormire rannicchiandomi sotto le coperte,ma appena capii che si trattava di Gianluca mi scoprii. "Anche tu non riesci a dormire? " Gli chiesi, "non senza di te.." gli feci spazio nel letto ed entrò, finalmente ero al posto giusto nel momento giusto, Gian mi strinse a se e mi diede dei baci teneri tra i capelli, io appoggiai la mia testa sul suo petto e ascoltavo la canzone più bella del mondo, il battito del suo cuore che batteva solo per me.

Sentimmo dei passi per il corridoio così facemmo finta di dormire, con il solo risultato che Gian si addormentò per davvero, "voglio che questo cuore mi appartenga, voglio che questo cuore batta solo per me, e sappi che il mio è già tuo.." gli sussurrai, lui mi strinse più forte a se, chissà se aveva sentito ciò che gli avevo confidato, mi addormentai così tra le braccia che ho sempre desiderato.


Per fortuna il mattino seguente Ernesto venne a chiamare Gianluca per farlo ritornare nella sua camera così i genitori non avrebbero sospettato di nulla. Alle otto in punto tutti eravamo riuniti in cucina per fare colazione, mamma Eleonora aveva preparato per tutti noi una spremuta d'arancia non sapendo che io ne fossi allergica "mamma Valentina non può bere la spremuta non abbiamo nient'altro da offrirle? " Disse subito Gian appena vide le spremute "non si disturbi signora bevo la spremuta" intervenni io un po' imbarazzata "tranquilla Vale tanto qui abbiamo Ernesto che si mangia di tutto non andrebbe sprecata! " mi rispose Ercole vedendomi in difficoltà, Gian si avvicinò a me e mi disse di stare tranquilla in fin dei conti quella sarebbe stata la mia futura famiglia.


Verso mezzogiorno scendemmo in paese, Gian voleva portarmi a mangiare in un locale vicino al mare. Entrammo mano nella mano e la cameriera ci disse "Prego signor Ginoble le abbiamo riservato un tavolo per lei e la sua compagna in una zona tranquilla del locale lontano da occhi curiosi! " Gian lasciò la mia mano e si affrettò a dire "no lei non è la mia fidanzata.." a quelle parole non capii più nulla, uscii dal locale di corsa, Gian mi raggiunse e mi bloccò dal braccio "che ti prende?" Mi chiese "cosa mi prende? Sono una stupida pensavo di valere qualcosa per te, pensavo che il fatto di tenerci la mano, di sussurrarci parole dolci, di dormire insieme significasse qualcosa per te!" Mi allontanai da lui non volevo farmi vedere piangere ma lui corse e mi superò, mi prese il viso tra le mani e mi baciò, lì in mezzo alla strada, finalmente io e lui eravamo diventati un noi.
Ci staccammo io restai in silenzio le lacrime già parlavano per me, lui con il pollice me le asciugò e mi disse "tu sei la cosa più importante che mi sia mai capitata, avevo paura di buttarmi, volevo arrivare al tuo cuore, credimi non è facile capire se vogliono me o vogliono la mia popolarità..." "se è un sogno ti prego non svegliarmi " gli dissi io tra le lacrime, "no è tutto vero, amore" mi sussurrò lui avvicinandosi a me, gli sorrisi e lui posò entrambe le mani sui miei fianchi "mi dispiace di averti fatto soffrire, Vale" gli feci una carezza, lui chiuse gli occhi come se potesse fermare il tempo, feci scivolare la mia mano in modo da posargli un dito sulle labbra, sentii il fiato caldo e le labbra morbide che mi baciarono il polpastrelli. Io socchiusi gli occhi mentre Gian mi teneva sempre più stretta a lui, rimanemmo qualche secondo fronte contro fronte, ad occhi aperti, gli stessi occhi che non erano più in grado di nascondere i loro sentimenti.

"Ehi non entreremo ancora in quel ristorante dopo la figuraccia che ho fatto vero?" Chiesi io appena sentii il mio stomaco brontolare, "no piccola ti porto in un posto speciale dove nessuna è mai entrata" ero curiosa così mi alzai dal muretto su cui ci eravamo seduti e lo incitai a portarmi in questo posto, insomma quando ho fame non guardo in faccia a nessuno.
Mi prese per mano, camminammo per almeno dieci minuti poi arrivammo davanti ad una casetta in legno "preparati stai per entrare nel regno dei ragazzi!" Io sempre più curiosa non aspettai altro e spalancai la porta, entrai e vi trovai un corridoio pieno di foto di Gian, Alessio e Sami, lo percorsi ed entrai in sala con un angolo dedicato alla cucina, Gian mi raggiunse da dietro "è una casetta per scappare dalle fan, però quando io non ci sono Ale e Sami la utilizzano dopo le serate", "quindi è una sorta di casa del sesso" chiesi io incuriosita, lui non rispose andò in cucina e iniziò a cercare qualcosa da mangiare, io mi sedetti al tavolo in attesa di una sua risposta "ci hai mai portato qualcuna?" Gli domandai ma ancora nessuna risposta così mi alzai e mi buttai sul divano a guardare un po' di televisione.

Poco dopo mi raggiunse Gian con due mega panini e due bicchieri di coca, mangiammo in religioso silenzio, dopo la mia domanda Gian era diventato freddo e io avevo paura della risposta. Finito di mangiare ci sdraiammo uno dietro l'altro e continuammo a guardare la TV, quando...


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