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Sophie

Manca un giorno all'inizio della scuola.
Sono letteralmente nel panico!
So già che non mi farò molti amici, anzi, forse nessuno.
Quel ragazzo di sabato sera non l'ho più rivisto, neanche al campo da calcio.


il giorno dopo

*bepp**beep**beep*
Apro gli occhi a stento, e nonostante i miei numerosi sforzi non riesco ad alzarmi.
Forse è perché il letto è la calamita più potente al mondo, oppure è perché ieri sera non ho chiuso occhio e ora sono stanchissima.
Vado in bagno e mi lego i capelli in una coda, per non attirare troppo l'attenzione.
Mi pento quasi ogni giorno di questa tinta che mi sono fatta tre anni.
Odio i miei capelli, non si possono né considerare ricci, nè mossi nè lisci.
Ed in più sono secchi, e  potrebbero essere scambiati per un cespuglio se fossero verdi.
Quando avrò abbastanza soldi per fuggire dal mondo, e da tutto ciò che mi rompe, ed andare a vivere nel paradiso di calcio e skate, magari potrei fare qualcosa per il mio aspetto.
Ma per ora mi devo arrangiare, perché non ho neanche abbastanza soldi per comprarmi un telefono decente.

Esco dal bagno quasi pronta, già vestita e pettinata, ma non ho ancora mangiato.
Non posso saltare la colazione, cosa che farei volentieri per eliminare quei chili di troppo, per due motivi:
Ted, e perché altrimenti sverrei.
Ho poco ferro nel sangue, e questo spiega perché sono così bianca, e se non mangio almeno 1200kal svengo.

"Ciao. Vado incontro alla mia morte, ci rivedremo stasera...forse." dico a mio padre agitando lentamente la mano.
"Dai. Non fare la melodrammatica! E solo la scuola. Sta sicura che non morirai." risponde sorridendo.
Mi metto lo zaino in spalla mezzo vuoto e parto in sella al mio skate.

Questa scuola dall'interno sembra ancora più grande, ma più nuova.
Intanto che mi guardo in torno in cerca del cartellino "SEGRETERIA", vado a sbattere contro qualcosa.
Mi massaggio la testa e quando apro gli occhi vedo una mano.
"Ce la faccio da sola!" dico alzandomi pulendomi il sedere.
"Ah, ma guarda chi si rivede!" dice la persona.
No, non può essere.
Alzo lo sguardo dai miei jeans al suo viso.
"Ancora tu?! Lo fai apposta!(?)"
Non mi accorgo che sto sorridendo finché non vedo il mio riflesso sul vetro.
"Già, ma vedo che anche tu ce la metti tutta." dice con un ghigno.  "Senti, invece di state lì impalato, mi dici dov'è la segreteria?" chiedo.
"Certo." e me la indica. "Avvertimi se siamo insieme." "Ehm...ok, ma spero di no!" dico ridendo.                                                      

"Signorina, la sua aula, la numero 4°H, è in fondo al corridoio subito a destra" mi dice la segretaria.                            Come se fosse semplice! Ci sono milioni di corridoi lunghissimi qua dentro.                                        Ma dopo un po', vedo la targhetta con la scritta tanto cercata.
La porta è aperta, ma busso lo stesso.
"Oh, ragazzi, questa è la vostra nuova compagna Sophia Milsten"dice la prof mostrandomi il posto libero in fondo.                                                       "Bhe, Sophia, spero che tu ti ambienta presto." mi dice con un sorriso, ma allo stesso tempo guarda male gli altri ragazzi.                                                         
Mi guardo intorno e vedo, con mia sfortuna, Harry, che appena si accorge di me mi saluta con un cenno del capo.                                  Alla mia destra c'è una ragazza bionda truccata troppo pesantemente che mi guarda, dall'altra una ragazza castana con le ciocche viola che mi sorride porgendomi la mano.        "Io sono Riley. Piacere di conoscerti."
Mi sta già simpatica. È vestita quasi completamente di nero e viola scuro, cosa che trovo fantastica.
Ha un septum al naso-FIGO- e...noto che ha dei tagli sulle mani, ma non ci faccio molto caso.        Bhe, posso dire che la missione "trovati un'amica decente simile a te" è stata superata con successo.               

La ragazza dai capelli arcobalenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora