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Sophie

Sono le 4.00, e ormai ho finito tutti i compiti che ci avevano dato oggi a scuola.
Ad un certo punto sento bussare alla porta.
Guardo dallo spioncino e vedo che è Harry.
Oh cavolo! Non sono pronta!
Di solito non mi preoccupo per il mio aspetto, ma oggi sono proprio orribile.
Gli dico di aspettare qualche secondo e vado a cambiarmi infrettissima.
Prendi una maglietta a caso e una felpa nera.
Di pantaloni vanno bene i jeans che ho addosso.
Per il trucco non c'è tempo -né voglia-, quindi mi spazzolo velocemente i capelli mi metto del profumo.
Con la storia del campetto mi sono dimenticata di farmi la doccia in questi giorni.
Apro la porta e lo vedo appoggiato al muro, solito look, jeans, maglietta bianca e felpa nera.
Dio!
Ma perché i ragazzi con la prima cosa che si mettono sono fantastici?
"Finalmente hai deciso di aprirmi." dice con il suo solito sorriso perfetto.
"Come facevi a sapere dove abito?" chiedo insospettita.
"Ti ricordi la sera che ti ho quasi investita con la bici?..."
"Sí... Come dimenticare un ragazzo che ti va addisso a tutta velocità mentre sei in giro tranquillamente sul marciapiede?" dico con sarcasmo.
"Beh, ti ho seguita fino a casa... In realtà non ricordo il motivo, ma è che mi eri sembrata...strana e b..." si ferma e arrossisce.
"O-ok..." dico sorridendo.
"Comunque..." continua interrompendo quel silenzio imbarazzante "Sono venuto qui per..." si ferma.
Vedo che sta fissando qualcosa alle mie spalle.
Mi giro e vedo mio padre con aria perplessa.
"Ehm... Chi è il tuo...amico?" chiede con un tono strano.
"Eh? Ah, ehm...lui è Harry, un mio...compagnio di scuola." dico "É venuto qui per... "
Mi blocco.
In realtà non lo so perché è venuto qua, me lo stava per dire... Finché non è arrivato Ted
"Per chiederlti i compiti che ci hanno dato oggi...io...non gli ho scritti!" interviene Harry.
Gliene sono grata, dato che mio padre annuisce e ci lascia soli.
"Vuoi andare a parlarne di sopra?" dico sottovoce.
Lui annuisce, e saliamo le scale fino alla mia camera.
"Cosa stavi per dirmi?" chiedo.
"Eh? Ah, già... " fa una pausa "Sono venuto per chiederti se è proprio vero quello che mi hai detto...stamattina..." dice lentamente.
"Sì. Non ci credi?" chiedo, anche se so già la risposta.
Infatti lui scuote la testa timidamente.
Allora mi alzo e tiro fuori dal primo cassetto una maglia da calcio e delle scarpe(da calcio) intonate.
Sono pur sempre una ragazza!
"Oh..." dice.
"Un'altra cosa che volevo chiederti è... " si ferma e fa un respiro "Vorresti giocare a calcio al campetto con me qualche volta?" dice ad occhi chiusi.
WOW!
"Bhe... Però i tuoi..." dico.
Non voglio che i suoi amici scoprano anche loro che gioco a calcio.
"Infatti intendevo solo io e...te" arrossisce.
Il mio cuore manca un battito.
Me lo sta chiedendo davvero?
Mi sta chiedendo in poche parole di uscire, da soli?
Finora non ho mai avuto un 'appuntamento', e non ne avevo neanche fatto un pensiero.
"Che ne dici?" chiede risquotendomi dai pensieri.
Oh, non gli ho ancora risposto...
"O-ok!... Quando?" chiedo anch'io arrossendo.
"Ehm, facciamo domani... Alle... 7?" chiede "Perché ormai a quell'ora non ci sarà più nessuno, così non ci saranno...problemi" precisa.
Non so se posso, dati gli orari di cena di Ted.
"Ok..." dico senza pensare.
Ci alziamo e scendiamo di sotto, e spero che non ci sia mio padre in cucina.
"Allora...a domani(?)." dice.
"Sì... A domani." dico sorridendo.
Lui sorride e se ne va.

Siccome non so che fare, apro la posta-finestra della mia stanza e vado a sedermi sul balcone, a pensare guardando il cielo e tutto ciò che accade fuori.
Non ci credo ancora.
In pratica mi ha chiesto di uscire.
Non so perché sono felice, lui è solo un...amico.

La ragazza dai capelli arcobalenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora