Capitolo due: le coinquiline.

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Questa notte ho dormito due ore perché la mia fervida immaginazione mi faceva sentire suoni che non c'erano e vedere buie immagini che non esistevano.

Ad un tratto ho anche creato nella mia testa  una conversazione con l'assassino che aveva intenzione di accoltellarmi e, ammetto, che mi son messa a ridere da sola. Forse è da lì che sono riuscita ad addormentarmi.

Un lieve bussare, che pare essere quello di un orco, mi desta dal sonno e mi riporta alla realtà: i colloqui.

Scatto in piedi dal macabro divano e mi dirigo verso la porta.
Non ci posso ancora credere di aver dormito qui sopra con il ragno che sicuramente ora sarà tra i miei capelli a fare le uova.
Oddio, ricordo ancora  quando la mia migliore amica delle elementari, sì ne ho avute un po' lo ammetto, mi aveva detto che un ragno aveva fatto le uova sulla testa di sua nonna ed erano usciti tanti ragnetti dalla tempia.
Non so di cosa si facesse, non penso che la cocaina sia così potente, ma sicuramente nulla di buono.
Mi aveva detto perfino che sua sorella aveva inventato la storia della bambola assassina. Ma la gente pensa che io sia così bacucca da crederci? Ebbene sì, ci avevo creduto, ma avevo otto anni, quindi sono ancora perdonabile.

Mentre apro la porta, mi ricordo che con molta probabilità ho un aspetto terrificante, ma la cosa non m'interessa poi molto. Davanti ai miei occhi assonnati si presenta una ragazza minuta dai capelli castani e l'aria divertita. Io devo sembrare un fascio di nervi, dal momento che non riesco nemmeno a salutarla educatamente. Le faccio semplicemente cenno di entrare e mi dirigo verso il bagno lasciandola sedere sul divano, evitando di raccontarle che mentre dormo solitamente sbavo. Ma non mi espongo, considerando che sarebbe stato peggio se ci avessi fatto sesso. Ecco, lì escludevo categoricamente di dirglielo.

Una volta tornata da lei in condizioni meno pietose, mi siedo sul divano.

<<Allora....>>, tentenno non sapendo il suo nome. Cristo, di prima mattina so a momenti il mio.

<<Claudia, puoi chiamarmi Clo>>, continua lei energicamente. Questa dev'essere una di quelle ragazze che la mattina si sveglia alle sette per andare a correre. Io, piuttosto, mi farei sparare in bocca.

<<Certo, Clo>>, cerco di mostrarmi il più simpatica possibile, <<Devi sapere che per convivere con te devo essere sicura al cento per cento che tu sia una brava ragazza. Allora, hai mai ucciso qualcuno? Hai precedenti penali? Fumi erba o preferisci farti di Eroina?>>, anche se suppongo l'ultima opzione dalla sua vitalità. Insomma, dev'esserci per forza una spiegazione a quest' energia mattutina.

Vedo i suoi occhi sgranati e mi costringo a trattenere una risata.
<<Io sono una brava ragazza. Vengo da una buona famiglia e la mattina mangio i Cheerios per affrontare al meglio la giornata>>, ecco perché tanta frenesia, penso.

<<Beh ammetto che ho fatto un tiro di canna quand'ero in terza superiore, ma giuro non è più capitato>>, continua alzando le mani come per difendersi.

Non posso fare a meno di ridere. Sembra una tipa a posto, dal momento che credo non farebbe male ad una mosca.

<<Come mai a Milano?>>, le chiedo, facendomi un po' di fatti suoi.

<<Ho passato il test di medicina veterinaria>>, certo, una così non può che amare gli animali, scommetterei anche che sia vegetariana.

<<Ah, sono vegetariana. Ma non è un problema per me se altre persone mangiano carne davanti ai miei occhi>>, conclude, cercando quasi di rassicurarmi. Come se fosse lei a decidere le regole della casa.

Quando lui guarda me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora