Capitolo quindici: la mamma è sempre la mamma

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Sono a casa da soli tre giorni e già mi manca la vita milanese.

In questo posto non c'è mai nulla di divertente da fare.  Là, invece, puoi sbizzarrirti tra la moltitudine di opzioni che la città ti mette a disposizione.

Il paese in cui abito, o meglio abitavo, ormai è intasato da anziani che dominano bar e oratori. Una palla assurda.

Mi sta quasi venendo voglia di aprire il libro e studiare. Quasi...

Brandon mi pervade la mente in una maniera allucinante e per un momento penso di anticipare la mia partenza da casa.

«Ehi bella bimba, ti va di fare un giretto oggi?», chiede mia madre entrando in stanza.

«Non me lo devi nemmeno chiedere», rispondo alzandomi prontamente dalla sedia e mettendomi dei vestiti adeguati.

E anche oggi si studia domani.

Dopo un po' optiamo per andare al centro commerciale per fare un po' di shopping, che io odio, ma d'altronde non ho di che lamentarmi se paga lei.

«Sono così felice che tu stia facendo un'esperienza così importante, sia per la tua futura carriera che per la vita. Sai, quando avevo la tua età anche io volevo intraprendere gli studi psicologici, ma erano altri tempi e i soldi scarseggiavano. Oddio, non che ora si sguazzi nell'oro, però ci sono più possibilità, insomma...», spiega mia madre, mentre guarda un vestitino rosso.

«Anche io sono felice. Come ve la passate tu, papà e Rebecca?»

«Bene, ma qui è un mortorio. Ma non cambiare argomento, raccontami di quel ragazzo che hai conosciuto...», lascia in sospeso la frase guardandomi maliziosa.

«Ma cos'avete tutti quanti? È un semplice ragazzo», sbuffo non riuscendo però a togliermi dalla bocca il sorriso che si sta accentuando sempre di più al pensiero di Brandon.

«Ti conosco come le mie tasche e non ti ho mai vista così. Mai! Hai perso molta della tua acidità, ora sei serena e sorridi di più», mi fa notare.

«Ho solo vent' anni, sai quanti ragazzi passeranno per il mio cuore?»

«Forse. O magari lui deciderà di restare».

«O magari no».

«Non essere così negativa. Non dico che vi dovete sposare e avere dei figli, per l'amor del cielo», al pensiero alza le mani in aria, facendomi ridere, «Però, se ti rende felice, goditelo fino in fondo e non lasciartelo scappare».

«Io non so cosa provo. Non sono mai stata innamorata e non so quando lo si è».

«Forse lo si è proprio quando non si sa di sapere cosa si prova».

«Stai dicendo che la mia confusione più totale su di lui mi porta ad amarlo?», chiedo cercando di capirne il filo logico.

«E poi, ribadisco, ho vent'anni anni mamma. Non la prenderei così seriamente», provo a convincere perfino me stessa.

È solo che stavolta mi sento strana. Con i miei ex non ho mai pensato di provare un sentimento forte, era solo affetto, poi si è trasformato in odio, ma tralasciamo.

Con Bradi sento le emozioni al massimo. È come se senza di lui non mi ci vedessi più.

«Ma l'età mica conta sempre. Ci sono persone che trovano l'amore della propria vita alla tua età e poi si sposano e persone che a trent'anni ancora non hanno trovato nessuno. L'amore non è un sentimento che puoi decidere di provare ad un'età stabilita. Non è questione di essere troppo grandi o troppo piccoli», ne sa una più del diavolo questa donna.

Quando lui guarda me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora