Capitolo dieci: l'amore è...

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«L'amore è la palingenetica obliterazione dell'io sub... sub...», sospiro rumorosamente. Se non mi entra in mente una definizione, non riuscirò mai a sapere ottanta capitoli!
«Ok, ripetiamo», bisbiglio tra me e me, «L'amore è la palingenetica obliterazione dell'io subcosciente arcaico che..., che... che? Cosa cazzo fa?», quando studio, tutta la mia femminilità muore.
«Cristo santo, fra poco lo so meglio io di te», si lamenta Brandon divertito, entrando nella mia stanza senza preavviso.
Lo guardo con un misto di curiosità e nervosismo, aspettando spiegazioni che lui sembra non aver voglia di dare.

«Quando poi vuoi dirmi cosa ci fai qui... mi sembra di convivere con la peste», sbotto.
Questo ragazzo non mi permette di studiare e la cosa mi agita abbastanza.
«Ti svegli mai sorridente e pronta per vivere al meglio la giornata?», chiede lui sfoggiando un sorriso che nemmeno nelle pubblicità della Mentadent.

«Non capita spesso, ma a volte ammetto di sì», anche se non ricordo quando è successo.
«Tipo quando? Così vedrò di essere presente per questo avvenimento».
«Tipo quando non ci sei tu! Peccato... ti ho appena sabotato l'appuntamento con la me simpatica», scherzo rivolgendogli il primo sorriso della conversazione.
«Allora dovrò abituarmi alla te più nevrotica», constata pensieroso ma senza far svanire le fossette ai lati della bocca.
A quella frase un brivido mi risale su per la spina dorsale.
«Hai freddo?», chiede lui, scrutandomi attentamente negli occhi per valutare se un qualche male improvviso stia prendendo il sopravvento su di me.
«No, sto bene», scrollo le spalle.
«Sei un po' pallida», giudica aggrottando la fronte.
«Sono le dieci del mattino, mi sono svegliata da mezz'ora, intenta a studiare questa benedetta frase d'amore. È già tanto se mi son lavata e cambiata, non posso pensare anche a truccarmi!», sbotto facendolo ridacchiare e alzare in aria le mani in segno di scuse.
«Hai fatto colazione almeno?», mi chiede teneramente, probabilmente per placare il mio nervosismo.

Oggi mi sento più bipolare del solito.
E, comunque, col cavolo che vado a fare colazione con lui, non dopo la conversazione della scorsa settimana sul "limonare".
«L'amore è la palingenetica obliterazione dell'io subcosciente arcaico che...», ripeto, cercando di non far caso a questo gran pezzo di manzo che mi sta seduto a due centimetri dal corpo.
«Tanto non la sai».
«Taci», dico mettendomi le mani tra i capelli e cercando di memorizzare un'altra parolina.
«Andiamo a fare colazione, per piacere. Dopo ti lascerò stare. Ho allenamento», afferma chiudendomi il libro davanti.
«Non verrò a fare colazione con te. Né ora né mai!», dico con un'acidità incredibile.                                                                           A quanto pare lo studio grava sull'umore.
«Conosco un posto dove fanno pancakes buonissimi», cerca di convincermi. E ci riesce ovviamente, tant'è che alla parolina magica alzo di scatto la testa, mentre  mi sale l'acquolina in gola.
«Potevi dirlo prima!», rispondo esasperata. Ai maschi le idee brillanti sempre dopo. Incredibile.

***

«Noto con piacere che ti sono piaciuti molto», afferma Bradi, mentre sbaffo via l'ultimo pancake della mattinata.
Sento sudare freddo. Ne ho mangiati quattro e adesso sto male, dovrei essere più matura, soprattutto riguardo al cibo.
Cerco di ripetere nella mia mente la frase sull'amore che devo studiare a memoria, ma ammetto di farlo solo per distrarmi dal mal di stomaco che si sta impossessando in modo fulmineo di me.

"Non farmi vomitare davanti a lui", supplico mentalmente il signore.
«L'amore è la palingenetica obliterazione dell'io subcosciente arcaico che si plasma e s'infutura nell'antropomorfismo universale al di là di ogni dicotomia emblematica sul piano ontologico», dico tutto d'un fiato, battendo di conseguenza le mani per la riuscita della frase.
Vedo Brandon guardarmi con occhi sgranati mentre sorseggia un succo di frutta.
«Cioè?», chiede poi.
Eh, bella domanda...
«Cioè un gran casino».
«Te l'avevo detto che serviva una buona colazione per studiare al meglio», dice saggiamente.
Mimo un "sì sì, bla bla bla", con la bocca, facendo mimiche facciali che devono risultare divertenti, a constatare dalla sua improvvisa risata.

Quando lui guarda me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora