Capitolo otto: pigiama party alternativo.

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Claudia questa sera ha avuto l'idea eccitante di organizzare un pigiama party. Non uno qualsiasi, ovvero uno di quelli in cui si sta a casa, stile "Sleepover club", bensì sotto le stelle.

«Non ha senso stare in casa. Conviviamo già. Fuori, sotto le stelle e nelle tende, è molto più divertente», sue testuali parole.

«Sai quanti parassiti ci sono di notte?», lagno, pensando agli insetti che potrebbero aggirarsi intorno a noi.

«Sono animali buoni, non ci faranno niente», cerca di rassicurarmi Matilde che sembra esaltata all'idea di essere pizzicata da qualche insetto mortale.

«Siete fuori di testa! Comincia a fare anche freddo», ribatte Ludo.

Grazie a dio qualcuno che la pensa come me.

«Si sta benissimo fuori. C'è il clima ideale per una follia simile», dice Clo, il genio di questa totale stronzata.

«Una follia simile...», mi metto a ridere, incrociando le braccia al petto e appoggiandomi al muro della cucina, «Buttarsi da un grattacielo è una follia, entrare in un'arena di tori lo è , ma tesoro, un pigiama party sotto le stelle non ha niente di eccitante, soprattutto dal momento che ci ritroviamo a Milano e non sul cucuzzolo della montagna».

Ludovica butta indietro la testa e comincia a ridere fragorosamente, mentre Claudia sembra quasi offesa dalle mie parole. Ma in fondo, ho solo detto la verità.

«Potremmo perfino rischiare la morte con tutti i pazzi che ci sono in giro», continuo, con l'intento di far prendere spavento a Matilde e avere tutte dalla mia parte.

«Potremmo chiamare tuo cugino e gli altri ragazzi», propone lei con un certo imbarazzo.

La guardo sottecchi, pensando che dev'essersi infatuata di qualche amico di Federico.

«Non sarebbe una cattiva idea», spalanca la bocca Ludo, mordendosi subito dopo il labbro maliziosa. Non voglio nemmeno sapere a cosa sta pensando di fare in quella tenda con mio cugino.

«Per me non c'è nessun problema se vengono i ragazzi, purché si stia fuori», fa spallucce Claudia.

Perfetto, ora le ho tutte contro.

«Non credo sia una buona idea. Sapete, sono così stanchi per via degli allenamenti che non credo abbiano voglia di dormire scomodi sul prato».

«Non ci costa niente chiedere e provare», dice Ludo, estraendo il cellulare della tasca e componendo il numero di mio cugino.

Dopo una chiacchierata di dieci minuti, capisco che lui e i suoi amici hanno accettato l'invito e comincio a camminare a lunghe falcate verso il bagno.

Faccio la doccia più lunga della mia vita, fregandomene della bolletta che arriverà a grandi cifre e, non appena finito, mi vesto di nero con tanto di scarpe abbinate, per dare più l'idea del fatto che sono furiosa.

Quando esco, sento provenire dalla sala delle voci maschili e capisco che sono arrivati gli invitati.

Invece che dirigermi verso di loro, però, vado in camera e mi butto sul letto con la faccia sul cuscino per soffocare le grida.

«Sei normale?», sento la mia voce preferita provenire dalla porta e mi costringo a guardare quello splendido viso.

«Ovviamente no. Pensavo si fosse capito già da un po'», commento ironica.

«Immagino tu sia felice ed eccitata all'idea del super pigiama party sotto le stelle», comincia a sghignazzare, intuendo benissimo i miei pensieri.

Quando lui guarda me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora