Capitolo 6 - Cena

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Sotto casa ci aspettava un bel suv nero. Ludwig mi aprì la portiera e mi fece salire, poi si accomodò accanto a me.

<<Ho prenotato un bel posto dove mangiare>>

<<Non bevete solo sangue?>>

<<Beh, a te piace la pizza? Non è così?>> chiese. Che senso aveva quella domanda?

<<C'è qualcuno al mondo a cui non piace la pizza?>> chiesi io.

<<Forse no. Comunque, spero ti piaccia il posto>>

Lo guardai mentre guidava. Sembrava un ragazzo normalissimo. Strinsi gli occhi.

<<Cosa stai cercando di ottenere?>>

<<In che senso?>>

<<Perché mi stai portando a mangiare fuori?>>

<<È una cosa carina da fare con una ragazza. Non è così? È una cosa normale>>

<<La nostra...>> cercai di moderare le parole <<...relazione, non ha niente di normale>>

<<Non ce la fai a goderti il momento?>>

Lo guardai sconcertata.

<<Cosa?>>

<<Ci sono dei cd dentro quello sportellino. Vedi un po' se c'è qualcosa che ti piace>>

Lo guardai di sbieco, ma poi presi il portacd e sfogliai le varie pagine.

<<Ma sono tutti originali?>> chiesi sfogliando l'infinità di cd che aveva. Alcuni erano anche remake di vecchie canzoni.

<<Sì, certo. Allora, hai trovato qualcosa?>>

<<Imagine Dragons>> dissi inserendo il cd nel lettore.

<<Ti piacciono?>>

<<Sì, tantissimo>>

<<Anche a me>> disse lui con un sorrisetto.

Mi ritrovai a guardarlo di nuovo e a fare strani pensieri.

Incredibili i suoi repentini cambi di umore. Un secondo prima è un killer, poi un seducente ammaliatore e dopo un gentiluomo.

<<A cosa stai pensando?>> interruppe i miei pensieri.

<<C-cosa?>>

Lui rise. <<Il tuo odore è cambiato. Che stavi pensando? Stavi pensando a quanto sono bello?>>

<<Idiota>>

<<Oh, qualcuno è permaloso>> mi punzecchiò.

Ci fermammo davanti uno dei locali più lussuosi della città, dove un parcheggiatore si accingeva ad aspettare fuori dalle porte per prendere le chiavi e parcheggiare le auto.

<<Perché ci siamo fermati?>> chiesi.

Lui rise, scese dalla macchina, diede le chiavi al parcheggiatore e poi fece il giro per aprirmi la portiera.

<<Signora>> disse porgendomi una mano come un uomo di altri tempi.

<<Vuoi dire che...>> chiesi prendendogliela.

<<Abbiamo una prenotazione qui. Non ti piace?>>

<<È il ristorante più costoso della città!>> guardai il mio misero vestiario. <<E non sono nemmeno vestita in modo adatto>>

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