Capitolo 24 - Paura

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<<Non sembri  molto felice di vedermi>> disse Vladimir entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle

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<<Non sembri molto felice di vedermi>> disse Vladimir entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Deglutii.

<<Come hai fatto ad arrivare fin qui?>>

<<Sono veloce, hai dimenticato?>> chiese ridendo. Mi scrutò da capo e piedi e si leccò le labbra.

<<Proprio un bel bocconcino. Quasi quasi mi dispiace portarti via dal tuo Ludwig mezz'ora prima del matrimonio>> rise. <<Forse però non così tanto>> fece un passo verso di me.

<<Non muoverti>>

Rise.

<<E perché mai?>>

<<Se mi succederà qualcosa...>>

<<Nessuno mi farà nulla. Pensi davvero che Ludwig possa sconfiggermi? O anche solo sfiorarmi?>>

Ad ogni suo passo, io ne facevo uno indietro.

Allungò una mano verso di me, io mi scansai di lato, urtando contro il letto.

<<Oh, oh, stai attenta. Non vorrei che ti facessi male prima del tempo. Certo, un piatto servito così bene non lo avevo mai assaggiato>> mi afferrò il polso e strattonò verso di sé. Le sue labbra umide cercarono le mie, cercai di divincolarmi, spostando freneticamente la testa a destra e sinistra.

<<Sta' ferma, per la miseria! Che gattina inferocita!>> mi diede un sonoro schiaffo, con cui mi scaraventò a terra. Mi riafferrò per il polso, sollevò e posò sulla spalla, come un sacco di patate.

Mi misi ad urlare con quanto più fiato avessi in corpo. Per tutta risposta mi beccai un pugno sullo stomaco, che mi zittì, anche perché il solo respirare era diventato difficile.

Vladimir si avvicinò alla finestra, si sporse dal cornicione, poi fece un salto e si buttò di sotto, fulmineo. Dove aveva intenzione di portarmi? Pensavo che si sarebbe fermato nella mia stanza. Ci speravo. Sicuramente qualcuno sarebbe venuto a chiamarmi e lo avrebbe trovato lì. Sicuramente lo aveva pensato anche lui. Si infiltrò nel fitto del bosco, vidi la fievole luce proveniente dalla casa allontanarsi.

<<Dove mi stai portando?>>

<<Nel mio posto preferito>> disse lui.

<<Cioè?>>

<<Una sorpresa>>

Il freddo vento si infilava attraverso il vestito, mi sferzava i capelli, comincia a tremare per il freddo e per la paura. Stavo per morire. Anche se qualcuno si fosse accorto della mia scomparsa, era improbabile che mi trovassero. Almeno che...

Allungai un braccio di lato, andando a sbattere contro i rami del sottobosco. Il mio braccio si riempì di schegge e prese a sanguinare. Dovevo lasciare le mie tracce. Il mio sangue li avrebbe condotti da me. Ritirai il braccio giusti in tempo prima che andasse a sbattere contro un albero. Poi ricominciai. Vladimir non sembrava essersi accorto di quello che stavo facendo, o comunque non stava pensando al reale motivo. Forse pensava che volessi afferrare un ramo per impedirgli di andare avanti.

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