Capitolo 21 - Bisbigli

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Mio padre e il mio futuro suocero vampiro si rinchiusero nello studio, lasciando me e Ludwig da soli

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Mio padre e il mio futuro suocero vampiro si rinchiusero nello studio, lasciando me e Ludwig da soli. Lui sospirò, poi alzò i suoi occhi dalle folte ciglia su di me. Mi sorrise dolce, poi mi abbracciò stretta, affondando i capelli nel mio collo. Mi prese per mano e salimmo di sopra, nella sua stanza. Chiuse la porta a chiave dietro di sé, prima di fiondarmisi addosso e baciarmi con foga.

<<Ero così preoccupato>> disse tra un bacio e l'altro.

<<Sono successe troppe cose, così in fretta>> dissi io ansimando, mentre mi riempiva il collo di baci. Mi sollevò afferrandomi per le gambe, che gli strinsi attorno alla vita. Mi trasportò fino al letto, continuando a riempirmi di baci. Mi scostò leggermente la maglietta dal collo, mi scostò i capelli e tracciò una lunga linea di baci umidi, che scese fino al seno, poco sopra il reggiseno. Si fermò, poi, senza che capissi le sue intenzioni, mi morse, prendendomi di sorpresa. Trattenni a stento un urlo. Quando si staccò da me, i suoi occhi erano rossi come il sangue, un rivolo scarlatto gli scivolava sul mento. Era bellissimo e al contempo terribilmente terrificante. Mi sovrastò col suo corpo, posando le braccia ai lati della mia testa, poi riabbassandosi su di me e riprendendo a baciarmi con foga, gli occhi chiusi, le ciglia che sfioravano le guance.

<<Ti amo>> mormorò tra le labbra, tra un bacio e l'altro.

Io non risposi. Lo amavo? Non lo sapevo. Dirlo sarebbe stato una bugia. Lui se ne accorse, si staccò da me, sollevandosi sulle braccia, e mi guardò con un'espressione triste, ma rassegnata.

Ci guardammo a lungo, in silenzio, immobili, soppesandoci, come se riuscissimo a leggere l'uno i pensieri dell'altra. In realtà avrei tanto voluto sapere cosa gli passasse per la testa.

<<Sarà meglio che scendiamo di sotto. Non voglio essere impaziente. Soprattutto ora che il matrimonio è così vicino>> disse spostandosi di lato. Mi sollevai a sedere e lo guardai, mentre respirava piano. Arrossii al pensiero che la sera successiva sarebbe stata la nostra prima notte di nozze. La prima notte di...

Scrollai la testa e cercai di raffreddare le guance che nel frattempo erano diventate bollenti.

Lui rise e mi posò una mano sulla testa. <<Non preoccuparti, non sei obbligata. Quando vorrai, io di certo non mi tirerò indietro>> disse. Lo guardai e lui mi sorrise.

<<Pensi davvero che nessuno cercherà di farmi più del male?>>

Lui annuì. <<Il mio odore su di te sarà tale che nessuno oserà nemmeno posare gli occhi su di te. Figurarsi toccarti>>

<<Quindi sarà per rispetto tuo che non mi toccheranno>> dedussi.

<<Per l'autorità della mia famiglia, sì>>

Il pensiero di Vladimir mi passò per la mente. E lui? Aveva già sfidato suo fratello. Chi gli avrebbe impedito di rifarlo.

Feci per chiederglielo, quando qualcuno bussò alla porta, schiarendosi la voce.

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