Capitolo dodicesimo.

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SCORPIUS LUCIUS MALFOY.

«Com'è stato il compleanno di tua zia Angelina?» domandai io ad Albus, scendendo le scale per andare a lezione.

Albus si illuminò. «E' stato un normale compleanno, Scorpius. Mia zia Angelina è stata molto gentile ad invitare tutta la nostra famiglia compimento dei suoi quarantatré anni.»

«Immagino abbia preparato da mangiare per un reggimento. Quanti siete in famiglia, in totale?»

«Be', considerando che Teddy Lupin è il marito di mia cugina Victoire Weasley, siamo ventotto, credo, comunque sui trenta.»

Riprodussi un'espressione naturalmente stupida. «Devo ammettere che la vostra famiglia è parecchio numerosa, ma non mi devo lamentare, dato che anche mia madre ha parecchi parenti, per via della sua adozione.»

Albus sorrise e sussurrando, mi chiese: «Vai d'accordo con tutti i tuoi nonni, vero?»

«Già, ma il migliore di tutti è Severus. Con lui riesco a parlare di tutto e di tutti, senza il timore di essere giudicato. Mio nonno Lucius è il secondo nella lista, mentre nonno Remus... be', gli voglio un gran bene, ma non siamo molto affiatati.»

Entrai nell'aula, rendendomi conto che in realtà volevo bene a tutti e tre i miei nonni, indiscussamente. Albus lo capì dal mio sguardo risentito, e così non mi chiese altro.

Alla prima ora, avevamo Storia della Magia, insieme al professor Curthbert Ruf. La sua materia non l'amavo, solo mi piaceva e l'apprezzavo. Purtroppo per me, però, non andavo genio all'insegnante.

«Buongiorno, ragazzi» esclamò entrando svolazzando in classe, «ho una cosa molto importante da riferirvi. Come di consueto, si terrà l'annuale Ballo del primo periodo scolastico. Si terrà sabato, al calar del sole nella Sala Grande, come sempre. Spero che partecipiate in tanti» e, guardando Pettirosso, aggiunse: «visto che la signorina Weasley ha impiegato tutte le sue energie per organizzarlo, insieme alla signorina Paciock.»

Sospirai e ridacchiando commentai dicendo: «Il Ballo Annuale... che grandissima cazzata.»

Il professore si avvicinò a me in un nano secondo. «Ha qualcosa da dire, signor Malfoy? Ah, mi ricordo bene quante discussioni accese ho avuto con suo padre! Riguardo a sua madre, signor Malfoy, ricordo che era un'alunna eccellente. Gliel'hanno riferito, vero?»

«Sì» borbottai contrariato, «me l'hanno detto.»

Il professore sorrise, «bene, allora spero che tu prenderai la strada di tua madre, almeno per ora. Tuo padre è un grand'uomo, lo sai, vero?»

Tutte le ragazze presero a fissarmi con gli occhi a cuore, tranne Rose e Laura. Sospirando guardai il professore e annuii lentamente.

«Perfetto. Ora, avete delle domande da porgere riguardo all'ultimo argomento spiegato, oppure posso andare avanti con il programma? Nessuno? D'accordo, allora andate a pagina ottantaquattro.»

MARILINA IRMA BLACK.

Alla fine delle lezioni, scesi in Sala Grande per il pranzo. Nonostante fosse passato più di un mese dall'inizio delle lezioni, non avevo ancora trovato un'amica, o comunque una persona su cui contare.

C'erano due persone che mi incuriosivano particolarmente, ovvero Rose Weasley e Laura Paciock. Erano amiche di quell'antipatico di Scorpius Lucius Malfoy e di Albus Severus Potter, il ragazzo più disponibile della mia Casata, ma mi vergognavo a parlare con tutti e tre, tranne con Scorpius.

Ogni giorno tentava di offendermi con una delle sue prese in giro, ma non c'era mai riuscito, almeno fino a quel momento, considerando che anche io avevo la lingua lunga. Non avendo avuto un'infanzia felice e soprattutto controllata da un adulto, mi comportavo in modo sconsiderato e maleducato quasi con tutti.

Io non so chi sono 3 || La ragazza senza infanzia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora