Capitolo quinto.

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MINERVA MCCGRANITT'S POV.
La mattina del nove dicembre, Minerva si alzò di buon ora. Aveva appuntamento alle dieci in punto con la direttrice del collegio dove Marilina risiedeva.

Si vestì, indossando un abito grigio sofisticato ed elegante, accompagnato da tacchi bassi e comodi ed una giacca in panno nera.

Passò dalla cucina e lasciò un biglietto al marito:
Torno per l'una. Prepara il pranzo anche per la ragazza, resterà con noi fino a domattina.
Un abbraccio, Minerva.

Successivamente, prese la borsa e uscì dalla casa. Si Smaterializzò in un parco vicino all'orfanotrofio e una volta avvistato prese a camminare velocemente.

Il cancello nero era aperto, così lo oltrepassò e si diresse all'enorme porta nera. L'aprì e subito una donna si avvicinò.

«Lei è la signora McGranitt?», domandò una ragazza sui vent'anni.
«Affermativo. Ho un appuntamento con la signorina Mitchell», esclamò Minerva, sorridendo cordialmente.

La ragazza fece cenno di seguirla, così lei prese a camminare. L'accompagnò in un ufficio scuro e buio, dove una donna coi capelli grigi, unti e legati la attendeva, leggendo fogli.

«Prego si sieda!», trillò, con una voce spaventosamente alta.
La McGranitt seguì alla lettera gli ordini.

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MARILINA'S POV.
Alle undici e mezza, qualcuno bussò alla sua porta.

La ragazza dai capelli scuri scese dal letto e corse ad aprire. La direttrice e una donna dall'aspetto umile la stavano guardando.

L'unica differenza, pensò Marilina, è che la sconosciuta mi guarda con pietà, mentre quella vecchia puttana come se le facessi schifo.

«Ci può lasciare qualche minuto a parlare sole?», domandò la donna buona.
La direttrice spalancò gli occhi. «Ma certamente!», e se ne uscì imbronciata e piuttosto curiosa.

Mi risedetti sul letto e la donna fece la stessa cosa, ma si accomodò su una sedia.

«Piacere Marilina, io sono Minerva McGranitt», esclamò la donna dai capelli grigi.
«Uhm...buongiorno», sussurrò imbarazzata la ragazza.

Di colpo, le tornarono in mente tutte quelle cose che nell'ultimo periodo era riuscita a fare, a differenza di tutte le sue compagne.

Ma quello non era accaduto nell'ultimo periodo, accadeva da anni, esattamente da quando ne aveva compiuti undici.

«Marilina, ti capita mai di fare cose che gli altri non possono fare?», chiese improvvisamente Minerva.
La ragazza spalancò gli occhi e la fissò dicendo:«Sì...cioè, da anni, posso fare cose strane...».

«Cosa fai esattamente?», domandò ancora.
«Io... credo... magie».

Marilina rimase sorpresa dalle sue stesse parole.
Magie? MAGIE? Davvero? Wow, si disse lei, deglutendo.

Minerva le sorrise. «Non ti sei mai chiesta perché riesci a fare queste magie?», chiese tranquillamente la donna.

Marilina scosse la testa.

«Sei una Strega, Marilina, e io sto per portati in una scuola dove potrai sfruttare i tuoi poteri, nel modo migliore possibile».

La ragazza spalancò di più gli occhi e prese a fissare la donna, come se fosse matta.
Poi lentamente riuscì a condividere ciò che le aveva appena confidato.

«Dove mi porterà?», chiese la giovane.
«A Hogwarts. Sei pronta?».

Marilina annuì.
Ancora non sapeva tutto quello che le sarebbe successo.
Ancora non sapeva chi avrebbe incontrato.
Ancora non sapeva cosa avrebbe provato.
Ancora non sapeva niente.
Né su di lei.
Né sulla sua famiglia.
Sapeva poco, ma fino a quel momento le era bastato.

Ma dopo? Sarebbe stato ancora così?
No.

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nella foto: Emma Watson che interpreta Hermione Granger.

Io non so chi sono 3 || La ragazza senza infanzia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora