Capitolo ventisettesimo.

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MARILINA

La Sala Grande era colma di studenti. Quel sabato mattina alle otto precise la stanza brulicava di studenti affamati. Anche io lo ero, di fatti mi ero alzata all'alba per potermi assicurare una tazza di the e una brioche al cioccolato.

Fortunatamente ero arrivata per terza, perciò era stata facile acciuffare ciò che volevo mangiare.

Il tavolo di Serpeverde era del tutto vuoto, fatta eccezione per me e qualche ragazzino del primo anno che si tenevano a debita distanza da me. Nel tavolo a fianco al nostro, i Tassorosso, c'erano poche persone, più di Serpeverde ma meno di Grifondoro.

Nel tavolo di Rose Weasley erano seduti tutti i suoi amici, uno accanto all'altro, più qualche figlio di ex membri dell'Esercito di Silente. Ognuno di loro – eccetto forse per James Sirius Potter – avevano la puzza sotto al naso e non li tolleravo molto. Rose era l'unica ragazza che potevo definire "amica" all'interno di quella scuola e, sebbene Albus cercasse ogni giorno di rendermi parte del suo gruppo non riuscivo a contenere questo suo bisogno. Non volevo essere una parte di qualcosa, volevo solamente personificare la cosa stessa.

«Ehi»

Alzai il capo e con mia grande sorpresa vidi Scorpius. Gli rivolsi un sorriso, poi si accomodò e si versò da bere nella scodella. Lo guardai a lungo prima di chiedergli dove fosse Albus.

«Sta arrivando. Si è fermato un secondo a parlare con sua sorella, nel corridoio. Morivo di fame e avevo bisogno di un rifornimento energetico.»

«Come venti biscotti, tre brioche e sei fette di torta alla carota?» domandai io, indicando le pietanze sui piatti di Scorpius.

Lui annuì, mentre trangugiava un'intera fetta di torta. «Efatto! Dimmi, Mafilina... hai dofmito bene sfanoffe?»

Rotei gli occhi. «Sì, Scorpius, ho dofmito bene sfanoffe» risposi, facendogli il verso.

Scoppiò a ridere, poi finalmente giunse Albus. Mi scoccò un bacio sulle labbra, poi si sedette. Si versò da bere chiedendo se ultimamente avevamo parlato con Frank Paciock. Naturalmente no, risposi io mentalmente.

«Mh, non credo. Che cos'ha fatto?» domandò Scorpius.

«Gira voce che si sia fidanzato con Lavanda McMillan. Ci credete? Loro due insieme, come coppia?»

Lo guardai sbalordita: lui stava pensando al fatto che Frank Paciock non stesse bene con Lavanda McMillan? Non potevo crederci. Che cosa gli importava di una coppia di bambini? Erano fondamentali per la sua crescita, per la sua promozione?

«Emozionante» commentai io, pulendomi la bocca con il tovagliolo.

Scorpius fischiò. «Qui c'è qualcuno che è geloso. Dimmi, Albus, da quanto tempo non limonate duro?»

«Quanto sei maleducato, Scorpius!» si lamentò Rose, giunta per caso, senza nemmeno che io me ne accorgessi, «e comunque non si dice più "limonato duro"!»

Scorpius la liquidò con un gesto della mano. «Zitta Pettirosso, tu devi solamente sorridere ed annuire.»

Rose sbuffò e incrociò le braccia al petto. Albus le fece spazio di fianco a lei e Pettirosso si accomodò. Guardava di sottecchi il suo ragazzo mentre quest'ultimo borbottava qualcosa sulla qualità del cibo che stavano servendo.

«Come stai, Scorpius?» domandò improvvisamente Rose, guardandolo dritto negli occhi.

Il ragazzo sembrò capire ciò che intendeva Pettirosso. Abbassò lo sguardo e per la prima volta vidi Scorpius Lucius Malfoy piangere. Sgranai gli occhi e lo fissai incredula.

Io non so chi sono 3 || La ragazza senza infanzia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora