Capitolo trentaquattresimo.

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MARIANNE

Yaxley era di fronte a me. Mi guardava affamato di vendetta, come se avesse voluto ammazzarmi a mani nude.

«Signora Malfoy! Non è mai venuta a trovarci, ad Azkaban, eppure, era un suo diritto» gridò poi, suscitando le risate altrui.

«Ho ritenuto non fosse importante» risposi, tenendo i pugni chiusi e il viso contratto, pronto per schivare qualsiasi attacco. Harry, al mio fianco, mi prese la mano e cercò di proteggermi, come anni prima. L'unica differenza era che Ginny in quel momento non mi stava odiando.

«Ho passato ventitré anni a chiedermi se avessi preso la decisione giusta, se avessi dovuto ammazzarti, oppure no. Be', me ne sono pentita, lo sai? Oggi vincerò ancora io e non marcirai ad Azkaban, ma all'Inferno!»

Tenni tesa la bacchetta, rivolta verso il gruppo. I miei amici di sempre mi stavano imitando e con tanto coraggio cercavano di mantenere la calma, per non ammazzarli.

«Expelliarmus!» gridammo in coro, e la bacchetta di Yaxley volò via. Pensai che fosse perché non corrispondeva a lui, ed era così effettivamente.

«Stronza! Il fatto di non avere le bacchette, non mi permetterà di distruggere tua figlia!» gridò Yaxley.

«Non te lo permetterò, caro.»

Con un balzo, mi spostai a destra e le ragazze mi seguirono. Luna e Ginny erano dietro a me ed Hermione, ma erano ugualmente attente all'azione. Ron, Harry e Neville, invece, erano dalla parte opposta, con le bacchette tese.

Nel luogo dove eravamo noi prima, alcuni membri dell'Esercito di Silente - Seamus, Dean, Hannah, Susan, Calì, Padma, Ernie, Cho, Cedric - stavano valorosamente attenti per attaccare, nel caso in cui ne avessimo avuto bisogno.

L'Ordine Della Fenice - composto solo da Remus, Tonks, mio padre biologico, Molly, Arthur, Victoire, Teddy, Louis, Violetta, Fleur e Bill - si diressero verso l'aula dove i professori erano nascosti.

«Sei solo una strega, Marianne. Hai ancora tanto da imparare!» esclamò Yaxley.

«Sì, su questo hai ragione, ma sto imparando dal migliore, non credi? Aspetta, quali incantesimi hai utilizzato tu, ventitré anni fa?»

Yaxley spalancò gli occhi.

Colsi la palla al volo. Assumendo un'espressione piuttosto sicura, gridai: «Ho giurato di fartela pagare. Tu e Voldemort avete ucciso tutte le persone a cui tenevo di più, ma anche se sono riuscita a cancellare le vostre orme, non significa che tu non debba essere punito!»

Seguirono atti spaventosi, silenziosi e movimentati. Yaxley stava lentamente scappando da me, percorrendo la navata centrale della Sala Grande.

«Imperio

Yaxley si inginocchiò a terra e un urlo straziante riempì il silenzio assordante della Sala Grande. In quel caos, si percepiva solamente il battito del mio cuore, il mio respiro affannoso e le grida speranzose di Yaxley, affinché smettessi.

Feci un passo e, puntando la bacchetta verso il corpo massacrato e schiacciato a terra, gridai: «Crucio

Avevo le lacrime agli occhi. I pensieri dei miei figli, le considerazioni sui ragazzi che avevo davanti riguardo alle mie parole e alle mie azioni dovevano essere spaventose. Ma l'odio che provavo per Yaxley era superiore a qualsiasi cosa. Aveva distrutto tutto quello che avevo sempre trattenuto con le unghie, aveva spezzato ogni filamento della mia anima e non era stato affatto semplice ricomporla pezzo per pezzo.

«Tregua!» provò a gridare Yaxley.

Lo guardai e interruppi l'incantesimo.

«Parla. Hai solo dieci secondi» gli intimai, tenendo la bacchetta ben salda.

Io non so chi sono 3 || La ragazza senza infanzia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora