*(A)*
Era il grande giorno. Il solstizio d'inverno. Oggi è la giornata della nonna, Guardiana dell'inverno. Il suo compito era di assicurarsi che tutto vada bene: la neve, il freddo, ... anche gli altri Guardiani, dovevano fare la loro parte, ma l'inverno è la particolare stagione di mia nonna.
Per tutte le stagioni si fa una festa, per celebrarle. Di solito la cerimonia si svolge in una città e poi la festa vera e propria nel palazzo del Guardiano incaricato. Mia nonna però ha scelto di non averne uno (per motivi che non mi ha mai voluto dire), quindi, di solito, l'iverno si festeggiava nel castello della mia famiglia.
Come già detto, era il 1° gennaio, giorno in cui, oltre a festeggiare il nuovo anno, si festeggiava anche il solstizio d'inverno: la giornata più corta e la notte più lunga dell'anno. E bisognava vestirsi bene. Come convenzione, i colori dell'inverno erano bianco e blu (o azzurro). Il mio vestito era infatti un misto tra questi colori: era lungo, di una stoffa morbida e calda blu. Aveva un nastro e la sottogonna bianchi, le maniche erano più chiare e sopra alla gonna c'era un leggero strato azzurro che sembrava fatto di cristalli di ghiaccio (per fortuna non lo era, perché si sarrebbe rotto o sciolto lasciando il mio vestito bagnato). La giornata era movimentata già dalla mattina presto: la gente correva da destra a manca ed erano tutti indaffaratissimi con i preparativi, anche troppo: mi facevano venire il mal di testa... Poi c'ero io, appena svegliata, che giravo per il castello a mo' di zombie con un vestito che non si accordava con il resto di me: capelli spettinati, faccia stanca. Andai a fare colazione, mangiai, attenta, per quanto potessi esserlo appena sveglia, a non macchiare il vestito. So che sembra mi facessi tante paranoie per questo vestito, ma se lo avessi macchiato sarebbe stato un vero disastro: fosse stato un altro vestito non ci sarebbero stati problemi se mi fossi macchiata, ma quello era il più importante di tutti. Era un vestito magico: cambiava ogni anno, da solo, si allungava, allargava, cambiava colore o sfumature, aggiungeva nastri o fiocchi... insomma, era l'unico vestito che si automodificava.
Mia sorella Miranda nel frattempo ci aveva raggiunti per partecipare a tutti gli eventi della giornata. Sarebbe dovuta rimanere con noi per una settimana.
Il primo impegno della giornata consisteva nell'andare nella piazza centrale di una città, questa volta Gravensburg, e fare la cerimonia di inizio inverno: far cadere la neve e abbassare le temperature. Il tutto lo faceva chiaramente mia nonna.
Ci dirigemmo a Graversburg quella mattina. Mio fratello era vestito di bianco con delle strisce azzurre sulle maniche e un fiocco di neve sul taschino davanti. Mio padre era vestito sì e no uguale. Mia madre, invece, aveva un lungo abito argento ampio con lunghe maniche larghe alla fine. Mia sorella portava un abito bianco con una manica, la gonna raccolta sulla destra e un nastro blu in vita. La nonna un abito azzurro e bianco.
La cerimonia non durò per più di qualche ora. Ovvaimente, io e mio fratello stavamo morendo di fame.
Dopo pranzo tornammo al castello per rimetterci in ordine per la grande festa.
STAI LEGGENDO
Semplicemente Noi
FantasySarebbe bello sapere cosa succederà nella nostra storia... - Carino. Ma cosa vuol dire? - Non lo so. È il primo simbolo che mi è venuto in mente. - Il primo simbolo che ti è venuto in lo mente, davvero? Una stella con una Corona? - Si? - Perché? ...