capitolo 25

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Wow. Sapevo che mia sorella aveva smesso di suonare, perché era un impegno troppo grande. Ma pensavo si riferisse al fatto che è pigra e non vuole avere impegni al di fuori della scuola. È per questo che legge, No? Ma pensare alla scuola come un rifugio, lasciare una cosa che le piace, e io so che le piace, perché ha scelto se stessa... Non me l'aspettavo. Mi sembra di non riconoscerla più. È mia sorella, la mia gemella. C'ero quando studiava pianoforte, c'ero quando ha iniziato ad andare a scuola, c'ero quando gli altri la trattavano male, eppure l'unica cosa che sono tiuscito a fare è stata trattarla peggio. Sono riuscito a farla stare lontano da una persona prima che la ferisse, ferendola io stesso. In questi ultimi anni non l'ho praticamente vista, nonostante sia mia sorella, viviamo nella stessa casa, siamo nella stessa classe. Quest'anno l'ho addirittura allontanata, quando l'unica cosa che voleva fare era aiutarmi, certo questa volta avevo una buona ragione per farlo, insomma, se sapesse quello che stiamo facendo... Non ci voglio neanche pensare. Ma in realtà che scusa ho? È mia sorella, dovrebbe sapere quello che faccio. E sono i suoi amici, dovrebbe sapere anche quello che fanno loro. Ma proprio perché è mia sorella, non dovrei metterla nei guai. E so che se lo sapesse, ci si metterebbe in mezzo. Ma se lo volesse, glielo impedirei. In tutti i modi possibili. Ma chi vuoi prendere in giro? È di Alina che stiamo parlando. Non si lascerebbe fermare da niente. Se vuole fare una Cosa, la fa e basta. A meno che non sia illogica, o vada contro la sua etica morale, allora forse non lo farebbe. Ma questa cosa non è nessuno dei due casi. Oddio, non dico che sia chissà  quale genialata, ma non è illogico, è assolutamente comprensibile che...

- Che cosa stai facendo?
- Come?
C'era Alina sulla porta. E mi guardava con un'espressione della serie: "Che diavolo stai facendo, imbecille che non sei altro?" Ovviamente lei non l'avrebbe mai detto. Comunque non capivo perché mi guardasse con tanta... confusione? Poi guardai in giù. Mi accorsi che mentre stavo facendo quelle profondissime riflessioni sulla vita, avevo iniziato a camminare sul letto. Il punto è che, siccome avevo un materasso molto morbido, i miei piedi ci erano sprofondati e ora ero con un piede alzato e con l'altro sprofondato nel materasso fino alla caviglia. In effetti è un po' bizzarra come cosa...
- Assolutamente nulla. Stavo solo passeggiando sul mio letto
- Giusto. Niente di insolito
- È quello che sto dicendo
- Cosa ti turba, Mark?
- Prego?
- Parli con un registro troppo alto per essere tranquillo.
- Non è affatto vero. Parlo sempre con un vocabolario piuttosto esteso e un registro abbastanza elevato
- Mark.
- D'accordo, d'accordo. Stavo riflettendo riguardo a quello che mi hai detto poco fa...
- Oh. Mi dispiace. Ti ho fatto pensare? Nonera mia intenzione. È stato doloroso?
- Ha ha ha. Non è divertente
- Sicuro? Comunque ti ha calmato che va bene lo stesso. Ti volevo chiedere, perché sei venuto in camera mia, prima?
- Che?
- Tu eri in camera mia. E mi hai svegliata. Perché?
- Oh. Non avevo niente da fare...
- E allora hai pensato "Oh dai, andiamo a svegliare l'Alina che tanto sta solo dormendo!"
- Non proprio. Pessima imitazione comunque.
- Aha... allora qual è il motivo?
Semplicemente è che è da tanto che non facciamo qualcosa insieme...
- L'ultima volta che te l'ho proposto, mi è arrivata una scarpa in testa se non ricordo male...
- È stato un incidente, come te lo devo dire?
- Certo... cosa vorresti fare comunque?
- Ho una lista, aspetta!
- Cosa?

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