Osserva le lancette di un orologio qualunque.
Concentrati sul loro ticchettio: il tempo non esiste!
*flashback*
- Tu credi nel destino?
- No.
- Credi che il tempo sia reale?
- Forse.
- Mackenzie! Cosa hai?!
- Non chiamarmi in quel modo!
- Perché, ti infastidisce forse?
- Dek non sono in vena di ridere, scusa.
- Buffo che proprio tu chiami in causa le vene.- Rise di gusto.Kiara lo osservava con occhi imploranti.
D'altronde il modo in cui Dek era venuto a conoscenza del suo segreto non era stato uno dei migliori.
*fine flashback *Il tempo... che buffo nome che possiede.
Il tempo, colui che è al di sopra di tutti, il migliore amico del Fato.
Se ti centrano col loro mirino, se diventi dunque il loro bersaglio, sta pure certo che la sopravvivenza ti costerà cara a meno che tu non ce la faccia più ed ad un certo punto tu decida di farla finita, seriamente, senza alcun indugio.
È orribile.
Cos'è che bussa costantemente alla porta del tuo inconscio?
Se la risposta per voi più ovvia è "la morte", non è corretto come credevate che fosse. O meglio, non lo è in parte: per gli umani è questo, e voi lo siete.
Per Kiara è altro, per quelli come lei è altro... prestate attenzione.Non è un male, neppure un bene.
Ti osserva ma non lo noti.
Non ha un nome, ha tanti nomi.
Non ha un volto, ha tanti volti.
Non ha un'anima, è priva di coscienza.
Ma al tatto è freddo.
Parla, urla, grida, ghigna, è maligno quanto maligna è la sorte.
Per quanto contraddittoria possa essere questa definizione a cui credo, spero che abbiate risposto, non credo che affrerrerete mai il concetto di "avere le ali tarpate", vedere I propri sogni e non i fallimenti altrui bruciare al rogo.
Nell'antichità si credeva che ci fossero delle donne immortali, delle donne nate vecchie: una filava, una tesseva, una tagliava.
Che cosa c'entra esattamente?
È un indizio fondamentale, credetemi.Appena avrete risolto questo enigma, sappiate che vi verrà in visita. E allora non cacciatelo, o l'ultima di queste donne agirà com'è che ha scelto che sia.
★★★
Kiara pensò che fermarsi avrebbe peggiorato le cose.
Pensò ancora a Dek e al suo battito a intermittenza che di colpo si bloccó a causa sua e di un suo capriccio.Aveva vinto, ora ha perso.
A passo spedito proseguì per quel sentiero di ciottoli e ghiaia sino a sentir la sete strappargli le pareti della trachea e appiccicarsi alle sue tonsille.
Voleva del sangue e presto sarebbe stata accontentata.
Dopo ore e ore passate a camminare e volgere, di tanto in tanto, lo sguardo alla luna, giunse in uno spiazzo circolare che terminava con uno strapiombo di circa sei metri di profondità. Da lì, poi, il sentiero continuava ininterrotto fino chissà dove.
Kiara attraversò velocemente quel piazzale e si sporse dal parapetto, giusto quel poco che bastò a farla sentire sicura e, dopo poco, saltó giù atterrando sull'erba che cresceva ai bordi della stradina sterrata.
Quest'ultima si estendeva per decine e decine di chilometri, che Kiara attraversó in cinque minuti, correndo come solo lei era capace di fare.
Qualche metro più avanti a lei, la casa che Slender le aveva indicato si ergeva massiccia e imponente davanti ai suoi occhi.
Fece qualche passo in avanti e deglutí.
Poggió una mano sul batacchio ornato da gufi e civette e diede due colpi al portone.
Questo si aprì mostrando un uomo sulla cinquantina con tanto di cappello. Le fece strada attraverso stanze e porte e la fece finalmente accomodare su un divanetto dai colori raffinati che dava a quell'ambiente strano e macabro un aspetto classico.
L'uomo sparí dietro una tenda vellutata e non si ripresentó prima di venti minuti.
Ora affianco a lui c'era un ragazzo dalla pelle olivastra e gli occhi brillanti.
Egli squadró Kiara da capo a piedi e le si avvicinò quel poco che bastò a notare un graffio sul suo collo.
Alzó lo sguardo e puntò i suoi occhi in quelli della vampira.
Le diede le spalle e prese posto su una poltroncina davanti a lei.
- Ti ha mandata Slender. Non è così?- dal ragazzo non trapelava nessuna emozione.
Kiara si limitò ad annuire freneticamente.
- Il caro vecchio Slender. Dovresti stargli lontana, tu- quel "tu" suonava molto come un'offesa.
- Per la cronaca, non è stata una mia scelta! Sono costretta per scopi personali e, te lo assicuro, lo faccio contro la mia stessa volontà!
- Che caratterino- il ragazzo parlava con una lentezza snervante.
Kiara sbuffò.
- Quella lesione sul tuo collo, come te la sei procurata?- disse in tono vago.
- Questo non ti deve interessare- Kiara sfoderó il pugnale fornitole da Slender.
- Provochi per caso?- anche il ragazzo, con espressione adirata, osò estrarre dalla manica della propria giacca una lama affilata.
Kiara inarcó un sopracciglio e gettó il pugnale verso il ragazzo che, con destrezza e abilità, lo schivó e l'oggetto si conficcò in uno dei quadri appesi alle spalle del ragazzo.
- Che riflessi!- commentò Kiara divertita.
- Tu non hai idea della persona con cui hai a che fare! A momenti sarai poltiglia!- il ragazzo scagliò il suo coltello in direzione di Kiara, ma lei si spostò velocemente e scansò anche i colpi con cui il ragazzo tentò di percuoterla.
- Sei tu che sottovaluti la mia potenza. Sappi che non muoio facilmente- sfoderó i suoi canini affilati talmente tanto da poter scalfire la superficie più spessa che le potesse capitare a tiro.
Si avventó contro il ragazzo e lo bloccó al suolo. Estratto il suo pugnale dal quadro precedentemente infilzato, lo portò alla gola del ragazzo e dirignò i denti.
- Io non perdo, vinco!- inflisse più tagli sul suo petto finché egli, preso dall'adrenalina, rivoltó la situazione, recuperando il suo pugnale e premendolo dalla parte piatta nel punto tra la spalla e il petto di Kiara.
- Anche io non perdo, vinco!- esclamò rialzandosi e lasciando che anche la vampira lo facesse. Poi le porse la mano- mi chiamo Benjamin ed è buona cosa che tu sparisca dalla mia casa- Kiara gli rivolse uno sguardo truce e si congedó.
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Bloodless
FanfictionInsegnami a lottare in un mondo di deboli. Insegnami a cacciare tra le intemperie della vita. Insegnami ciò che sai, sarai il mio futuro. Insegnami ciò che vedi e ciò che senti perché in pochi ne sono capaci.