~I was just pretending~

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Maschere. Abbiamo volti fatti di maschere.
Bugie, ecco cosa siamo.
I nostri molteplici volti sono ignifughi: non sanno prender fuoco.
Le nostre facce sono anche idrofobe, perché basta una goccia, una lacrima, a impregnare il nostro travestimento dell'essenza del senso di colpa.
Intrappolati.
Gettati in pasto agli spiriti iracondi, come Kiara.
Lei lottava per riavere il pezzo che completava il puzzle della sua vita/morte; gli altri si ammazzavano a vicenda e pensavano di risolvere le questioni del mondo intero.

- Kiara, devi andare via.
- Se tu avessi un po' di materia grigia, ti sarebbe più semplice comprendere che quel che hai detto è una stupidaggine.
- Ben sta male. È colpa tua.
- Sicuramente tu non sei legata all'acqua, bensì al vento. Zefiro stesso ti reputerebbe una ficcanaso, perché è quel che sei! Come il vento, ti sei intrufolata in faccende che non ti interessano minimamente. Renditene conto e lasciami in pace.

La nīrina evocó uno spruzzo d'acqua e lo scagliò contro il viso della vampira.
- Zefir, ho dei canini affilati. Non costringermi ad usarli.

Zefir assunse un'aria di sfida.
Kiara le si avventó contro, irata più che mai.
Prima che potesse affondare i suoi denti nella pelle di Zefir, qualcosa la bloccó.
- Ti prego, non farlo.
Dal polso di Dek iniziava una catenella e terminava attorcigliata come una spirale lungo l'avambraccio della sua migliore amica.
- Come hai fatto? - Kiara dilató le pupille.
- Io... non ne ho idea.
Kiara lasciò che Zefir fuggisse, poi si avvicinò al suo migliore amico.
- Slender! - urló furiosa.
- Chi è Slender!? Un altro di quegli esseri blu?
- Quasi... è persino peggiore di loro.

Dei brividi attraversarono la schiena di Kiara, che scosse il capo leggermente.

Lui era lì.

Il mostro era ancora più inquietante osservato di profilo.
Fece ondeggiare i suoi tentacoli fino ai volti di Kiara e Dek.
- Ciao, Kiara.
- Cosa gli hai fatto!?
- L'ho riportato nel mondo dei mortali, mia cara.
- Lui non è mortale! Vedi questa!? -indicò la catena che li teneva uniti.
- Oh, questa. È il modo in cui è morto.
Kiara non proferí parola.
Dek stette a fissarla silenziosamente.

- Non dirmi che lo hai dimenticato! - Slender rise malvagiamente.

Kiara spostò lo sguardo dalla catena agli occhi incupiti di Dek.
- Esattamente tre anni fa tu, Dek, sei stato ucciso, legato a delle catene. Che morte orribile. Non è questo il punto a cui intendevo giungere. Volevo solamente farti presente che, per ritornare in vita, saresti dovuto cambiare. E sei cambiato. Che straordinaria abilità!

Slender mosse alcuni passi verso Kiara.
- Dovresti essere felice per lui. Ora é come te: un mostro.
- Io non sono un mostro!
- Certo che sí, tesoro. I vampiri succhiano sangue, non hanno certo l'aoreola d'oro e un paio di candide ali che spuntano dalla schiena. - disse in tono sarcastico.
- Dovresti procurarti degli occhi, evidentemente non riesci a vedere bene. - borbottó Kiara.
- Fingeró di non aver sentito nulla. Dek, io ti ho riportato in vita e solo io posso fornirti le giuste spiegazioni.
- Dunque, parla. - disse il ragazzo.
- Kiara non possiede più le cellule secondarie, quelle che la rendevano un ibrido. Io sono riuscito a procurarmele dal laboratorio della Midwest Coast University.
- Non dirmi che... - balbettó Kiara incredula.
- Ebbene sí, non solo ha acquisito il potenziale dei mutaforma, adesso é in grado di evocare dal nulla tutto ciò con cui è stato fatto fuori.
- Vorresti farmi credere che gli hai iniettato del sangue di lupo!?
- Non sangue di lupo, sangue di mutaforma. I licantropi possono cambiare aspetto, da umano a lupo e viceversa. Anche lui può mutare. Inoltre, possiede un enorme potere. Nemmeno tu potresti sconfiggerlo.
- Tu...
- Io l'ho riportato in vita. È un proxy. - affermò con fierezza.

Kiara era sul punto di esplodere.
Se ciò che Slender le aveva appena detto era vero, non avrebbe più rivisto Dek.
I proxy sono esseri malvagi al servizio di Slender: uccidono per lui.

La catena si ritrasse e Dek si ricompose.
- Digli ciao, Kiara.
- Dek! Non farlo! Non fidarti di lui!
- Ciao, Kiara. - Slender scomparve con il suo migliore amico.

★★★

Benjamin era disteso sul bordo della fonte.
Zefir raggiunse le nīrinalli, raggruppate attorno ad una fontana, che si esibiva in giochi d'acqua.
- Slender - disse in preda al panico.
Tutti le rivolsero l'attenzione.

Ben sollevó tutto d'un tratto la testa e fece leva sui gomiti.
- Dov'è?
- Si è teletrasportato poco fa e ha portato con sé un essere che ha definito "proxy".
Benjamin rise, con una nota di disprezzo nella voce.
- Non aspettava altro. Kiara è così forte, ma altrettanto ingenua e superficiale. Pazienza, ne pagherà le conseguenze.
- È così che la pensi realmente? Mi reputi talmente ingenua da poterti permettere di sorvolare la faccenda "mia sorella é morta ed io mi sarei dovuto assicurare che accadesse il contrario"? Complimenti vivissimi, allora! - Kiara si intromise nella conversazione bruscamente, dunque agendo d'impulso.

Lo sguardo di Amber si addolcí.
- Posso capire come ti senti - disse prendendola in disparte.
- No, non puoi! Tu non hai perso i tuoi genitori biologici, non hai perso quelli adottivi, non sei mai stata costretta ad uccidere il tuo migliore amico, né sei stata messa alle strette da un mostro spilungone e senza faccia! - affermó in tono sprezzante.
- Chi sarebbe il mostro spilungone e senza faccia!? - tutto tremó, persino gli alberi parvero tremare.

Slender spuntó da dietro un albero. Sembrava parecchio adirato ed irritato dal comportamento della vampira.
Si avvicinò con una lentezza impressionante.
Portó un artiglio sotto il mento di Kiara; Amber osservava la scena come immobilizzata.
- Credo sia arrivato per te il momento di ricordare.
Ripercorse con l'artiglio la linea della cicatrice che Kiara riportava nell'incavo del collo, provocando un'ulteriore lacerazione.
Lei svenne ed il mostro rivolse l'attenzione alla nīrina che lo fissava impietrita.
- Cos'hai da guardare, fatina dell'acqua? Piuttosto renditi utile e fai in modo che si stenda su una superficie morbida.
Amber annuí freneticamente e fece come richiesto, mentre Slender fece un'uscita di scena come era suo solito.


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