~Carnivore~

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Benjamin recuperó il corpo di sua sorella e si avviò verso casa.

Arrivato davanti al portico, si affrettò ad entrare e, con voce tremolante, chiamò sua madre.

Aveva un sorriso smagliante, ma, non appena notò sua figlia morta tra le braccia di Benjamin, quel sorriso divenne un'espressione fredda.

Fece qualche passo in avanti e le carezzò le gote pallide e fredde.
- Era una bambina - sospiró affranta e si sedette sulla poltrona che fiancheggiava l'ingresso della casa.

Benjamin scosse il capo e posó la bambina sulle ginocchia di sua madre; dopo essere uscito dalla stanza, udí dei singhiozzi spezzati: sua madre era una donna forte, le sarebbe passato prima o poi.

Sapeva che, oltre al funerale di sua sorella, ci sarebbe stata la famigerata cerimonia del 'NEVER BACK'.

Si preparò a firmare una serie di scartoffie per adempiere ai suoi obblighi.

★★★

Benjamin era vestito di bianco, come richiesto.
Il salotto di casa sua, invece, era vuoto (persino il mobilio non c'era più - era stato spostato nella camera adiacente).

- Benjamin Black, come specificato nella procedura seguente, avendo io ricevuto l'incarico di celebrare La Cerimonia, ti dichiaro colpevole di non aver portato a termine il tuo incarico di mentore. Firma qui e non potrai più entrare in questa casa, non avrai il diritto di toccare ancora il corpo di Ambra Black, sarai esiliato in terra lontana e non dovrai assolutamente ritornare al tuo paese natio prima di aver compiuto i diciannove anni, età in cui ti sarà confermata l'immortalità - il druido gli porse una penna stilografica con cui egli, esitante al primo momento, firmò gli accordi.

Sua madre allargó le braccia: lui la osservó, ma le rivolse le spalle e varcó la soglia della sua casa.
Superato anche il perimetro che la delimitava, una barriera si levó verso l'alto: agli occhi di Benjamin appariva color blu cobalto.

Superato anche il perimetro che la delimitava, una barriera si levó verso l'alto: agli occhi di Benjamin appariva color blu cobalto

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Si strappó di dosso la giacca bianca e la gettó su un masso nei paraggi del bosco.

Un vento gelido lo scortó sino al luogo di esilio.

Proprio in quel momento sarebbe iniziata la punizione che avrebbe dovuto scontare.
Un anno in piena solitudine, procacciandosi cibo e scovando torrenti d'acqua per sfamarsi e dissetarsi e non morire.

Pensò a Kiara e si chiese quali guai stesse affrontando lei in quel momento.

Probabilmente si stava ancora nascondendo da Slender, forse quest ultimo l'aveva trovata e stava portando a termine ogni punto previsto nel patto, di cui uno comprendeva...

Si distese sull'erba fresca, osservando la luna piena.
Al seguente plenilunio sarebbe diventato maggiorenne a tutti gli effetti, scoprendo ogni altro segreto di cui non era a conoscenza sulle origini della propria famiglia e della propria specie.

Non avrebbe potuto.
Era questione di tempo prima che Kiara distruggesse ogni pezzo della sua storia, del suo passato.

Pensó anche ad Ambra.
Lei avrebbe desiderato proseguire i suoi studi e, giunta la giusta età, avrebbe voluto metter su famiglia.

Ambra invidiava la possibilità di Benjamin di essere un mentore, lui in quel momento lo detestava.

Era astio quello che provava verso Slender; si disse che lo avrebbe distrutto, ma poi ripensó al fatto che fosse immortale e fece un sospiro in segno di arresa.

Celate dietro il destino ci sono talmente tante belle cose che ogni preoccupazione di questo mondo sarebbe vana a confronto.

Se ogni nostra preoccupazione scomparisse, però, la nostra vita sarebbe di una tale monotonia che la vita stessa si tramuterebbe in una preoccupazione.

Pur se vittime di un fato che propone vicende agghiaccianti, dobbiamo puntare a vivere in ogni caso: con le preoccupazioni, con le delusioni, con tutto.

Poi, incondizionatamente da quello che desideriamo, il nostro futuro non sarà mai quello riprodotto su un disegno a pastelli di un infante raffigurante un castello, un drago, una principessa e un principe che vivranno per sempre felici e contenti.

Vivremo abbastanza a lungo per poter dire di aver trascorso almeno un momento di pura felicità ed un momento di pura infelicità.
Se anche quei momenti ci venissero tolti, vivremmo comunque con le altre "caratteristiche denotatorie" della vita presente.

Nel frattempo, attendiamo pazientemente.

★★★

Slender condusse Kiara alla solita casa. Le intimó di fare irruzione e prendere con sé i due gemelli, i più piccoli dell'intera famiglia.
Le si strinse il cuore in una morsa, ma agí in ogni caso.

Si precipitò in casa sfoderando i suoi canini dalle punte aguzze; era in corso la celebrazione del funerale della piccola Ambra.

I due gemelli, sorprendentemente simili nei lineamenti del volto, la osservarono atterriti.

Kiara gli si avvicinò.
- No, ti prego. Non portarmi via anche loro! - disse la loro madre.
Kiara gemette in segno di dissenso.
- Ho bisogno di loro. Ho smesso di compiacermi - scosse il capo.

Uscì dalla stanza tenendo per mano i due bambini, la voce implorante di quella donna che vedeva i sogni dei propri figli infrangersi rimbombava nella sua testa.

Slender era scomparso.
- Chi sei? - le domandó Josh.
- Non ha importanza il mio nome.
- Dove stiamo andando? - le chiese di rimando Jocelyn.
- Lo scoprirete tra un po'.

Si diresse verso il bosco e notò, sopra un masso, una giacca bianca, ma non si fermó.

I due gemelli strinsero la presa su entrambe le mani di Kiara che le ritrasse per il dolore.
- Si può sapere cosa vi è preso?!
I bambini non risposero e continuarono a fissare una figura alta e vestita di nero, avvicinarsi a loro.

Slender era lí.
- Te li ho portati, come promesso. Ora dammi l'antidoto ed il corpo di Dek.
- Pazienta ancora, vampira. Dammi i bambini e poi avrai il tuo migliore amico.
Kiara scosse il capo e si voltò.

Slender piegó di lato il capo.
- Kiara non essere sciocca.
Lei scosse ancora il capo.

Quando si voltò, Slender era sparito di nuovo.

- Al diavolo, Slender!
- Non si dicono queste cose - Jocelyn portò una mano davanti alla bocca, sconvolta.
- Siete in bilico tra la morte e la vita e quello di cui vi preoccupate sono un paio di parole? - Slender le si piantò davanti.

Kiara ruotó gli occhi al cielo.
Il mostro allungó tre dei sui tentacoli verso la ragazza ed i due bambini.

Jocelyn e Josh fuggirono impauriti, Kiara fece qualche passo verso Slender che la sollevó con i suoi tentacoli neri come la pece.
L'avvicinò a sé quel poco che bastò per incuterle quanto più terrore non avesse mai provato.

Kiara stette immobile.

- Westfire, ti avevo avvertita di non immischiarti!
Kiara deglutí.
- Sei stato tu ad uccidere Dek; sei tu l'assassino, non io.
- Riportami quei due bambini, non osare cedere ai loro pianti nè alle preghiere del tuo cuore perché, ricordalo sempre, il tuo cuore ha cessato di battere nell'istante in cui hai posto fine alla tua vita ingurgitando sangue a non finire. Io sono il capo, tu fai quello che io ti comando di fare. Vai e presta attenzione ai raggi del sole: sai bene che sono dannosi! - Kiara annuì ripetutamente per poi cadere al suolo appena Slender lasciò la presa.

Non aveva più nessuna scappatoia.
Sarebbe risultato più saggio agire come il mostro le aveva ordinato, piuttosto che fare, come al solito, ciò che lei riteneva più corretto.

Si guardó attorno tentando di riconoscere l'odore dei due bambini.

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