~In the middle of the night~

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I suoi occhi brillarono intensamente mentre sfiorava la corteccia di un albero nel disperato tentativo di vincere quella battaglia.

Battaglia...

* flashback *
Giocavano con le spade di cartone che lei stessa aveva disegnato e ritagliato da un vecchio pezzo di cartone ondulato trovato in garage.

Lo facevano spesso e poi suo padre la fissava in malo modo perché quel cartone, seppure insignificante, gli apparteneva e se avesse voluto utilizzarlo avrebbe dovuto prima chiedergli il permesso.

Ma non lo aveva fatto.

Dek a quel punto lasciava cadere la spada di cartone e toglieva l'elmetto di carta stagnola, la prendeva a mo' di principessa e fuggivano dietro al capannone, su per una scaletta di legno e subito dentro la casetta sull'albero.

Dek a quel punto lasciava cadere la spada di cartone e toglieva l'elmetto di carta stagnola, la prendeva a mo' di principessa e fuggivano dietro al capannone, su per una scaletta di legno e subito dentro la casetta sull'albero

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Era una quercia, alla base della quale cresce l'unica cosa che la rende impotente: la verbena.

Restavano lì per ore e solo a mezzanotte si dividevano per fare ritorno alle proprie case.Quella di Dek era un appartamentino dietro il negozio di dolciumi e leccornie varie che c'era di fronte alla casa di Kiara, una villa con tanto di giardino e cancello.

Una notte Kiara scese di nascosto in giardino portando con sé il lenzuolo ricamato a mano del suo letto. Poi ne legò i quattro estremi a due rami della quercia del suo giardino, ad una sedia e alla maniglia della porta del retro.

Lei e Dek avevano un linguaggio segreto con cui comunicavano: sulla cima del tetto spiovente del negozio di dolci c'era uno specchio rivolto in direzione dell'appartamento di Dek: le bastava puntare la torcia accesa verso quello specchio e la luce riflessa sulla superficie dello specchio si proiettava nella stanza di Dek. Accendeva e spegneva la luce a seconda delle parole che volesse formulare e, a quel punto, Dek tentava di raggiungerla.

Lei lo vide avanzare carponi e poi rialzarsi velocemente, attraversare la strada correndo e stringendola a sè appena giunto "a destinazione".

Parlarono tanto e poi si addormentarono sull'erba inumidita dalla rugiada.

Le mancavano quegli abbracci che non sapevano di gesti perversi ma solo di tanta dolcezza da parte di un amico speciale ad un'amica speciale.
*fine flashback *

Si accasció rannicchiandosi in posizione fetale e cominciò a piangere come non aveva mai fatto prima.

Era un guaio quello in cui si era cacciata e per tirarsene fuori avrebbe dovuto uccidere anche se questo non le andava bene.

Si rialzò osservando lo zenit.

I suoi occhi brillarono ancora e corse verso un punto impreciso: adrenalina allo stato puro.

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