//Due.

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Era il mese di gennaio. A Londra faceva sempre molto freddo, soprattutto in quel periodo.
Mi svegliai alle sette, mi andai a fare una doccia, sciacquandomi bene i capelli.
Quando finii di asciugarmi, andai in camera per scegliere cosa mettere: una maglia a maniche corte bianca con una felpa nera, ed un paio di jeans, anch'essi neri, abbastanza attillati. Un paio di scarpe da ginnastica neri, ed un cappello di lana grigio. Andai a sistemarmi i capelli in bagno, cercando di creare un ciuffo perfetto.
Dopo scesi giù per fare colazione.
"Buongiorno" mi disse sorridente mia madre
"Buongiorno" risposi, ricambiandole il sorriso.
Iniziai a mangiare e a bere il succo, risalendo subito dopo aver finito per lavarmi i denti.
Poi andai in camera, presi la cartella e mi diressi verso la porta, scendendo le scale.

La mia è una casa a due piani: il piano di sotto comprende un salone molto grande e spazioso, con un parquet nero e le pareti bianche. Molti dei mobili in casa erano bianchi. Era un misto fra bianco e nero. Mi piaceva molto casa mia e potevamo permettercela perché i miei fanno dei lavoro che li fa guadagnare molto, specialmente mio padre.
Il piano di sopra è costituito da quattro camere: due bagni, la camera dei miei e la mia.
"Buona giornata! Sta' attento a scuola!" salutò mia madre
"Sì, ciao!" risposi, un po' seccato.
Mi diressi a piedi a scuola, dato che non distava molto da casa mia.

Appena arrivai davanti l'entrata, vidi i miei amici sulla rampa di scale.
"Ehi Louu!" mi salutò dolcemente Ariana. E' sempre stata una ragazza molto dolce oltre che tanto carina.
"Ciao Ari!" ricambiai io, sorridente.
Poi salutai tutti gli altri, e fra un bacio e l'altro arrivai a salutare Miley, che non mi sorprese affatto la sua delicatissima e cordialissima accoglienza mattutina: "Buongiorno coglione". Sempre la solita.
"Ciao stronza" ricambiai, entrambi sorridenti.
"Ciao Lou" mi fece Luke con un mezzo sorriso, più alto di me, e mi ritrovai a guardare i suoi occhi azzurri alla luce del sole "Ehi Luke!" risposi.
Quando finii di salutare tutti gli altri ci dirigemmo all'interno dell'istituto.
"Ehi, avete sentito che oggi deve arrivare il tipo nuovo?" informò Niall
"Oh sì, è vero! Chissà se è bello" fece Ariana, già con occhi sognanti
"Tranquilla, tanto non te lo da" rispose Miley, scherzosa e scorbutica allo stesso momento. Ariana alzò un sopracciglio e guardò malamente Miley, che iniziò a ridere e noi ci aggiungemmo alla sua risata, sguaiata e fin troppo contagiosa.
"Io non ne sapevo nulla. Chi è?" chiese Michael
"E' un tipo che è stato espulso dalla sua scuola, per chissà quale cazzata commessa. Dicono che abbia ripetuto il quinto due volte" informa Miley. Io me ne stavo zitto ad ascoltare le loro conversazioni. Poi andammo ognuno nelle proprie aule. In quell'ora avrei dovuto fare chimica, insieme a Miley, Ariana e Liam.
Ci dirigemmo verso la nostra classe. Chissà se l'avrei incontrato nel corridoio questo tizio di cui hanno parlato.

Entrammo nel laboratorio, bello e spazioso. Dopo poco il professore incominciò la lezione: era un signore di cinquant'anni precisi, barbuto e con pochi capelli in testa, occhiali neri quadrati, alto e di buona corporatura.
Le sue lezioni non erano poi tanto noiose.
Quando finì quella lezione andammo ognuno al proprio armadietto, e presi i libri della prossima ora.
'Matematica', lessi. Non mi è mai piaciuta più di tanto la matematica, anche se mi impegnavo sempre molto. Ed infatti prendevo spesso sette, qualche volta mi scappava anche un otto.
Mi stavo dirigendo frettolosamente verso la mia aula, quando, alla svolta del corridoio, vengo travolto in pieno da un ragazzo di cui non ho neanche visto la faccia. I miei quaderni e libri caddero, ed io con loro, ed iniziai a mandare a fanculo il cretino che si mette a correre come un pazzo.
"Porca puttana, ma vuoi stare attento a dove cammini?!" grido, iniziando a raccogliere i libri per terra e alzando subito dopo lo sguardo. I miei occhi azzurri ne incontrarono un paio verdi. Erano bellissimi. Aveva una giacca di pelle nera, nei jeans strappati ed una camicia bianca sbottonata ai primi quattro bottoni.
Si era abbassato per aiutarmi a prendere da terra alcuni appunti di matematica scritti su dei fogli.
"Ehi, sta' calmo! Non l'ho mica fatto apposta, idiota!" dice lui di tutta risposta.
"Ah, io sarei l'idiota? Ma, cazzo! Perché ti metti a correre in questo modo per il corridoio?!" dissi, alzandomi. Lui fece lo stesso, porgendomi le mie cose che aveva raccattato da terra
"Guarda che ti stai mettendo contro la persona sbagliata" disse, socchiudendo gli occhi con fare minaccioso.
Solo quando si alzò notai che era molto più alto di me, ma questo non mi intimorì
"Vaffanculo, cretino" gli dissi io
"Fottiti, imbecille" mi rispose lui e al sentire di quelle parole alzai gli occhi al cielo, infastidito, e dopo ognuno riprese la propria strada.
Solo mentre camminavo, dicendogli tante parolacce bisbigliate, realizzai bene come era fatto: capelli lunghi e ricci, occhi verdi, altissimo e pettorali scolpiti, e delle labbra che sembravano essere morbide.
Ripensai a quella immagine, senza spiegarmi il perché.
Quando quella giornata finì, mi incontrai fuori con il resto del gruppo.
"Avete visto questo tizio in giro per caso?" chiese Ariana. Forse stava iniziando davvero a sperare che potessero avere una relazione. Avrei scommesso che in quel momento Ariana stava immaginando una vita con un tipo muscoloso, biondo e con gli occhi azzurri, alto. E' tipico di Ariana farsi film mentali.
"No, ma so che ha degli occhi verdi e dei capelli ricci e lunghi. Sembra davvero figo" rispose Miley.
Capelli ricci ed occhi verdi. Suonarono famigliari. E fu un attimo che mi comparve nella testa l'immagine di quel ragazzo che mi urtò nel corridoio.
"Io l'ho visto!" esclamai all'improvviso. Gli altri mi guardarono
"Ci siamo scontrati oggi per sbaglio. E' di una maleducazione incredibile" continuai
"E come è fatto?" chiese Liam
"Ha dei capelli ricci e lunghi, occhi verdi, ed è molto alto" risposi.
Mentre continuammo a camminare, raccontando dell'accaduto e come era fatto questo tizio, vidi un gruppetto di cinque ragazzi, dove riuscii ad intravedere anche lui.
Poco dopo i suoi occhi incontrarono i miei, e mi fulminò con lo sguardo.
Io distolsi il mio, già seccato dal suo comportamento.
E, sempre pensieroso riguardo l'accaduto, riguardo i suoi occhi e i suoi capelli, la sua altezza, le sue labbra, il suo naso, i suoi pettorali, lui, mi diressi a casa.

Don't touch me - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora