//Sei.

1K 53 0
                                    

Quando tornai a casa, e fortunatamente i miei non c'erano, andai a mettermi della pomata sulle parti doloranti, ogni tanto lamentandomi per il dolore.
Michael mi chiamò: "Se vedo quelli stronzi picchiarti con i miei occhi, li castro come se non ci fosse un domandi". Mi sentivo davvero meglio quando i miei amici prendevano le mie difese in quel modo. Mi rallegravano la vita.

Andai a dormire alle dieci e mezza. Presi il cellulare e le cuffiette, e subito dopo le indossai nelle orecchie, andando a stendermi nel letto. Non era la prima volta che capitava. Mi piaceva dormire con la musica nelle orecchie.
Misi la sveglia al solito orario.

Il giorno dopo, quando la sveglia suonò, feci tutto ciò che facevo sempre quando dovevo andare a scuola, ma prima di prepararmi mi specchiai, osservando bene la mia guancia. Era decisamente migliorata, fortunatamente sembrava essere quasi del tutto scomparso il violaceo. I miei non l'avrebbero mai notato.
Mi vestii con un maglione nero, dei jeans blu scuri e le solite scarpe nere. Scesi per fare colazione e mia madre mi diede il solito "Buongiorno" mattutino. Io ero un po' giù di morale, ancora, per quello che successe il giorno precedente. Continuavo a non sapermi spiegare il motivo del perché me la fossi presa così tanto. Forse perché appena vidi Harry iniziai a sperare in un suo aiuto, mentre anche lui mi diede quel calcio che non mi uccise solo esternamente, ma anche internamente.

Anche se lui mi sveva chiesto scusa, non potevo perdonarlo. Non ci riuscivo.

Uscii di casa dopo aver preso la mia giacca e, con lo zaino messo su una sola spalla, iniziai a camminare verso la mia scuola. In media ci mettevo dieci minuti per arrivarci.
Quando arrivai andai al solito posto, la rampa di scale, dove vidi tutto eccetto Luke. Era sempre stato un tipo abbastanza ritardatario. Avrei scommesso i soldi che non aveva sentito la sveglia. E' un grandissimo dormiglione.
"Luke?" domandai
"Non ha sentito la sveglia" mi rispose Miley. Lo sapevo, cavolo.
Roteai gli occhi al cielo con un mezzo sorriso e scuotendo leggermente la testa, pensando 'Che tremendo idiota', divertito.
Luke si trovò ad entrare in aula in ritardo. Noi entrammo a scuola e ci dirigemmo nelle aule dove saremmo dovuti andare. Io, Michael e Liam andammo nella nostra, dato che avremmo affrontato insieme la lezione alla prima ora.
Avevamo grammatica.
Entrammo in aula ed il professore non ci degnò di uno sguardo, anche dopo avergli dato il buongiorno. Lo odiavo. Era così irritante.
Era abbastanza grassoccio, non molto basso, con i capelli neri, un po' grassi, e gli occhi marroni. Metteva degli occhiali quando doveva leggere o comunque vedere qualcosa da vicino.
Caratterialmente è un tipo serio, forse anche fin troppo.
Presi posto con i miei amici ed iniziammo a parlare fra di noi.
Vidi poi entrare Harry, per ultimo. Come al solito.
"Buongiorno professore" disse. Lui non gli degnò di una risposta.
Aveva una solita camicia sbottonata, sempre ai primi quattro bottoni, a quadri rossi e neri, ed un jeans nero, attillato. Ma questa volta non potei non notare dei tatuaggi sui suoi pettorali: intravidi due...uccelli?
Appena incrociò il suo sguardo con il mio, io distolsi subito i miei occhi dai suoi, sempre così verdi e così belli.
"Signor. Styles, si abbottoni quella camicia!" richiamò il professore.
"Come? Ma, perché dovrei?" oh no, non avrebbe mai dovuto rispondergli in quel modo. Non a quel tipo di professore.
Si alzò dalla sedia, posta dietro la cattedra, camminando e ritrovandosi davanti quest'ultima: "Signor Styles, questa è una scuola seria, e non pretendo che i miei alunni vengano a scuola ridotti in queste condizioni! Ora, decida lei: si abbottona la camicia, o va dritto dal preside?" chiese lui, indicando la porta dell'aula.
Harry, chiaramente irritato, prese ad abbottonarsi la camicia frettolosamente.
"Bene" disse il professore, incominciando a spiegare.
Durante la spiegazione, ad un certo punto, sentii delle gambe urtare la mia cartella, messa dietro la sedia. Capii subito che fu quel gigante di Harry, dato che era seduto dietro di me.
"Scusami, ti dispiacerebbe togliere queste gambe?" mi girai, chiedendo bisbigliando e infastidito allo stesso momento. Lui stava giocando con la sua matita, e appena alzò lo sguardo disse un semplicissimo: "Sì", assumendo l'espressione di chi aveva appena detto la cosa più ovvia del mondo, e riprese subito dopo a giocare con la sua matita.
Mi stava urtando sempre di più il sistema nervoso.

Appena arrivata la paura pranzo, due ore dopo, ero intento a prendere qualcosa al bar della scuola, così mi chinai per prendere i soldi che aveva nella cartella, ma appena aprii la tasca piccola davanti, non li trovai. Cercai più attentamente, controllando anche nel fondo della cartella, nelle tasche del mio jeans, della mia giacca, ma nulla. Iniziai ad insospettirmi del fatto che qualcuno me li avesse rubati, ma non capii bene chi. Non potevano essermi caduti, ero sempre molto attento alle cose che tenevo in tasta, di fatti ci metto sempre le mani dentro, per evitare appunto che mi caschi l'oggetto.
Uscii subito dalla mia classe e mi diressi verso i miei amici, che sapevo dove stavano: accanto alla porta della mensa: "Ragazzi, qualcuno di voi ha visto i miei soldi?" domandai, frettolosamente
"Sì, ovvio. Non te li abbiamo restituiti e ce li siamo rubati" disse sarcasticamente Miley
"Ragazzi, è una cosa seria. Non riesco più a trovarli!" dissi preoccupato e mentre i miei amici fecero l'elenco dei posto in cui sarebbero potuti essere ed io gli rispondevo che avevo già controllato o che non era possibile, Niall esclamò: "Forse te li ha rubati qualcuno..."
"Ma no! Grazie Niall! Sei così illuminante!" dissi, questa volta io sarcastico
"Magari è stato qualcuno della tua classe..." ipotizzò Liam.
Feci uno schemino mentalmente: i soldi erano nella tasta piccola dello zaino. Lo zaino era dietro la mia sedia, quindi sarebbe potuto essere stato qualcuno che è seduto dietro di me. Pensai ai possibili colpevoli che erano dietro di me durante quelle prime tre ore: una bionda di nome Katherine, ma non lo avrebbe mai fatto, troppo buona. Un ragazzo con gli occhiali neri di nome Edwin, ma troppo gentile e tranquillo per poter fare una cosa del genere, e...

No. Vi prego. Non poteva essere.

Appena pensai al tipo con gli occhi verdi ed i capelli ricci, spalancai gli occhi.
"Lou, che ti prende?" domandò Ariana. Neanche la risposi, che corsi via, alla ricerca del presunto, ma quasi sicuro, ladro: Harry. 

Don't touch me - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora