//Tre.

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Il giorno dopo mi vennero a prendere sotto casa Ariana e Luke.
Erano le otto quando bussarono alla porta.
Mia madre urlò un "Louis! Ci sono i tuoi amici!" ed io scesi di corsa, chiedendomi cosa ci facessero lì.
Uscii di casa, salutando mia madre, e ci dirigemmo verso la scuola.
Mi spiegarono che, abitando da quelle parti, essendo stati puntuali e avendo del tempo da perdere, avevano pensato di passarmi a prendere. Bene.
"Senti Lou, se vedi di nuovo quel ragazzo con gli occhi verdi, gli metti una buona parola su di me? Digli che c'è una tua carissima amica che vorrebbe tanto conoscerlo e, chissà, magari sposarlo!" Dio Santo, Ariana aveva davvero un disperato bisogno di fidanzarsi.
"Non ci tengo, grazie" gli risposi, seguito dalla risata di Luke.
Luke era davvero un bel ragazzo, perché non si metteva con lui? "Migliori amici", pff. Sapevo benissimo che se non fosse andata contro la volontà di Luke, Ariana se lo sarebbe già portato a letto.
"Così, ti è sembrato un rompipalle eh?" chiese Luke
"Ragazzi, ne abbiamo già parlato ieri. Non voglio più ritornare sull'argomento" dissi, ripensando alla scena e alle brutta parole che mi gridò addosso, e assumendo subito aria spazientita
"Okay, va bene. E' solo che, beh, ti ha urtato. Inizio a pensare che deve essere un ragazzo simpatico!" scherza Luke
"Luke, quando arriva la parte divertente dimmelo" risposi acidamente
"Ma quanto sei permaloso!" esclamò lui, guadagnandosi la risata di Ariana. Io alzai gli occhi al cielo. Ma perché quella sottospecie di mio fratello doveva essere così idiota? Eppure gli volevo troppo bene. Lui e Michael sono i fratelli che non ho mai avuto e ho sempre voluto avere.
Quando arrivammo a destinazione ci dirigemmo sulla rampa di scale, davanti l'entrata della scuola. Era il punto in cui tutte le mattine, all'inizio della giornata e alla fine, ci incontravamo. E così, come da programma, li vedemmo e li raggiungemmo.
"Buongiorno" dissi a tutti, e loro ricambiarono.
Incominciammo a chiacchierare tra di noi

Mancavano dieci minuti prima del suono della campana.
Poi mi guardai in torno, mentre gli altri continuavano i loro discorsi, e vidi un ragazzo altissimo con dei capelli ricci, di profilo, che stava parlando con due suoi amici, e stava sorridendo. Era la prima volta che lo vidi sorridere, e mi incantai alla vista di due splendide fossette. Le scrutavo attentamente, ma appena anche i suoi occhi verdi incontrarono i miei azzurri, perse il sorriso, guardandomi con espressione seria. Io ricambiai lo sguardo e mi girai, con espressione strafottente.
"Ehi, che hai?" mi chiese Miley
"Nulla, c'è quello nuovo"
"CHI? COSA? DOVE?" iniziò ad impazzire Ariana.
"Sta' calma!" la zittii io "E' lì" continuai, facendo un piccolo cenno con la testa. Appena Ariana lo vide, si incantò.
"Dio Santo, ma è una meraviglia" esclamò
"Ma per favore, è un maleducato del cazzo!" mi imposi io
"Louis, secondo me, in base a ciò che ci hai raccontato ieri, sembra piuttosto che tu abbia esagerato nel rispondergli in quel modo" disse Michael, che non sta mai un attimo zitto quando dovrebbe
"Come? Lo stai difendendo? Ma per favore! Non ha neanche chiesto scusa! Mi ha urtato all'improvviso, è ovvio che abbia reagito in quel modo!" obbiettai
"Sì, ma hai comunque esagerato" continuò quello, che stava iniziando ad urtarmi
"Michael, è stata una reazione impulsiva!"
"Non ci sono scuse" intervenne Luke
"Mh mh, hai comunque sbagliato" disse subito dopo Michael. Li odiavo.
"Louis, fammelo conoscere, per favore!" disse speranzose Ariana, in tono di supplica
"Ma chi cazzo lo conosce! E' solo un povero fallito che si crede di essere Dio" risposi io portando il mio sguardo verso lui, che stava continuando a parlare con i suoi amici. Lei ammutolì subito, portando lo sguardo in basso, con un pizzico di tristezza nei suoi occhi
"Dai, su, andiamo in classe" disse Miley toccando la schiena della compagna in segno di conforto, e tutti facemmo come disse.

Appena entrai nell'aula, in cui avrei dovuto fare biologia, presi subito posto. La professoressa era già seduta sulla sedia della cattedra. Era una signora con poco più di quarant'anni, abbastanza alta, capelli biondi con la frangetta, non troppo lunghi e lisci, occhi azzurri. Una bella signora, anche simpatica e gentile.
"Buongiorno Louis!" era senza ombra di dubbio la mia professoressa preferita. Sempre così sorridente, non esitava mai a dare confidenza agli alunni
"Buongiorno prof.!" Risposi io, sorridente.
Continuò un po' a sorridere, e poi abbassò lo sguardo, ritornando sul registro su cui stava appuntando qualcosa.

Passò qualche minuto, e la classe stava iniziando a riempirsi. Finché non vedo apparire sulla porta il tizio dagli occhi verdi, correndo. Spalancai gli occhi a quella vista che mi diede subito fastidio.
"Buongiorno professoressa, scusate il ritardo" disse. Fu l'ultimo ad entrare, appena in tempo, dato che la professoressa stava per iniziare a fare l'appello.
Appena puntò i suoi occhi nei miei, anche lui perse un po' del suo sorriso.
La professoressa incominciò a fare l'appello, e non nascondo che ero abbastanza curioso di come si chiamasse il ragazzo.
"Harold Edward Styles" chiamò la professoressa. Sentii dietro di me un "Presente!" con tono roco. Mi girai, e vidi il ragazzo dagli occhi verdi aver alzato la mano. Poi continuò a parlare: "Però, la prego, mi chiami Harry. Mi piace di più" disse. La professoressa annuì con un mezzo sorriso, forse con espressione un po' confusa, e ritornò all'appello.
Harold.
Anzi, Harry.
Harry.
Non male.
Ora sapevo il nome, e che era un grande rompipalle.

La professoressa iniziò a fare lezione e ogni tanto sentivo origliare dietro di me a causa del continuo parlare di Harry con il compagno che stava nel banchetto accanto a lui.
Mi girai per zittirlo. "La vuoi piantare?!" bisbigliai forte ad Harry, irritato.

"Ma non rompermi le palle" mi rispose lui, e non potei fare a meno di notare che era ben stravaccato sulla sua sedia, con le sue lunghissime gambe, stese, che indossavano un jeans blu. Ed aveva sempre una camicia sbottonata ai primi quattro bottoni.

Spalancai gli occhi a quella risposta, sempre più indignato dalla troppa confidenza che si era preso con me.
Quei modi di fare mi davano così tremendamente fastidio.
Non potei, inoltre, fare a meno di notare che Harry relazionò molto con uno di quegli stronzetti che mi picchiano: Brad. E' un ragazzo con i capelli spettinati e biondi, occhi chiari, alto e abbastanza muscoloso, un piercing sul labbro e degli orecchini. Ripetente per tre volte.
Appena vidi i due chiacchierare "amichevolmente" non riuscii a contenermi dall'assumere una faccia triste. Già mi immaginavo quel coglione di Harry che mi malmenava a sangue, insieme a Brad e agli altri tipi che dovrebbero estinguersi da quella scuola.
Io sono un tipo che cerca sempre di farsi rispettare, ma quando si tratta di passare alle mani la cosa si fa un po' più complicata: non sono mai stato capace di picchiare qualcuno per cattiveria, e riuscivo a difendermi poco, a causa della mia altezza che, soprattutto con Brad, non giocava a mio vantaggio. Ma anche perché io sono contro la violenza, violenza di qualsiasi tipo. Ma con Brad sentivo che probabilmente avrei potuto fare un'eccezione, prima che quel cretino mi avrebbe ammazzato per davvero.
Mentre li vedevo chiacchierare insieme, Brad si volto verso di me ed assunse un'espressione serissima. Mi girai immediatamente anche io, non osando rivolgergli più uno sguardo.

Quando arrivò la pausa pranzo, e mi diressi verso l'armadietto, persi un po' più di tempo per leggere un messaggio di mia madre che mi diceva di chiamarla. La chiamai e, come al suo solito, si dilungò al telefono. In sostanza dovette dirmi che non sarebbe tornata a casa per il pranzo e che quindi avrei mangiato da solo. Una copia delle chiavi di casa le avevo nello zaino, proprio per imprevisti come questi.
Continuò a parlare per sette minuti esatti, quando mi resi conto che ormai nel corridoio rimasi solo e che mi sarei dovuto sveltire per andare in mensa dai miei amici, al solito tavolo che sempre occupano, prima che il cibo finisse.
Così salutai frettolosamente mia madre, posai il cellulare nell'armadietto e lo chiusi. Stavo per dirigermi verso la mensa, quando vidi Brad insieme ai suoi soliti quattro amici venirmi incontro. Capii subito.

Don't touch me - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora