//Otto.

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Andai verso la mensa, e appena entrai mi diressi subito al tavolo, dove mi attendevano i miei amici.
Allora? Li hai trovati?" chiese Ashton
"No. Non è stato Harry" dissi io, amareggiato dal mio comportamento "E mi sento davvero una merda" continuai.
"Dai Louis, non fare così! In fondo ora siete pari!" disse Miley
"Già! Lui ha picchiato te e tu hai accusato lui" affermò Luke. Cercai di consolarmi con quel pensiero. Infondo ora eravamo entrambi feriti dentro, anche se effettivamente lui mi fece male anche esternamente.
Successivamente vidi Harry entrare in mensa e andare verso il suo gruppetto di amici. Era incredibile come fosse riuscito a legare con delle persone in così poco tempo. Ammiravo la sua sicurezza, avrei tanto voluto essere io così.
Quando finimmo di mangiare, e mancavano dieci minuti al suono della campana, decisi di uscire un po' dalla mensa, standomene un po' per i fatti miei.
Feci una passeggiata per il corridoio, completamente desolato. Ripensai a ciò che successe nell'ufficio del preside e ad eventuali modi per scusarmi con Harry, se un minimo di coraggio avesse, per puro caso, deciso di venire da me.
Camminavo con lo sguardo verso il basso, lentamente, finché non vedo avvicinarsi un gruppo di ragazzi verso me. Li riconobbi da lontano. Roteai gli occhi al cielo, infastidito.
Bene, malmenato per due giorni di fila!
Era incredibile quanto il mio terrore che ebbi dal secondo superiore, anno in cui tutti vennero a sapere della mio omosessualità, sia diminuito tantissimo fino al quinto. Ero abituato a ricevere mazzate da quelli. Ma questa volta volevo starmene in pace.
"Ehi frocetto! Come mai qui tutto solo?" fece Brad. Io non risposi.
"Cerchi un po' di compagnia?" disse un altro
"No, grazie. Sto bene così" dissi, oltrepassandoli, quando Brad scatto verso di me. Mi girò e mi prese per la felpa. Io riuscii a difendermi, dandogli un forte pugno. Lui cadde a terra, tenendosi la mano sul naso, che gli doveva fare molto male.
Si avvicinarono i suoi amici, verso di me: "Ehi, ma chi cazzo ti credi di essere?" fece uno di loro, ed in un attimo si buttarono contro di me, dandomi calci e pugni a non finire. Ero a terra, esausto, sanguinavo. Ne stavo prendendo davvero tante.
Poi una voce interruppe il tutto: "Finitela!" urlò questa. Ero un po' stordito, e così non riuscii a concentrarmi bene sul suo suono, per riconoscerla. Vidi poi un ragazzo che stava andando verso Brad, iniziando a sputargli in faccia tantissime parolacce e insistendo affinché la smettessero.
"Harry, ma che cazzo dici" disse Brad perplesso, mentre io faticavo ancora a mettere a fuoco la scena
"Cosa c'è? Sei frocio anche tu per caso?" continua quello, mentre inizia a ridere, voltandosi verso i suoi compagni, con lo appoggiano con la risata.
"Dai, togliti di mezzo, dobbiamo continuare qui" disse Brad convinto, come se stesse parlando di un lavoro
"Se continui a toccarlo io giuro che ti ammazzo" esclamò Harry, con un tono di voce che avrebbe fatto gelare il sangue anche a me. Ma con Brad queste cose non bastano. Si avvicinò ad Harry minacciosamente, mentre lui restava immobile sulla sua posizione: "Harry, non metterti contro di me, sai che non ti conviene" disse quello, convinto. "E vaffanculo!" continuò, spingendolo. Ma ad Harry non piacque affatto quel gesto. Ricambiò la spinta, e subito fra i due partì una rissa. Gli altri amici di Brad presero, ovviamente, le sue difese. Per Harry non ci sarebbe stato scampo. Non poteva combattere solo, contro quattro. Mentre non riuscivo ancora a mettere a fuoco ciò che stava accadendo davanti a me, e proprio quando pensai che anche per lui sarebbe stata la fine, vedo Brad e gli altri a terra, stesi, doloranti, ed Harry che si avvicina a me, sussurrandomi: "Vieni, alzati" ponendomi la sua mano, che la afferrai subito. Mi aiutò ad alzarmi e a passo svelto ci dirigemmo verso il bagno. Lui mi cinse il fianco con il suo braccio, ed io misi il mio attorno al suo collo, per appoggiarmi bene. Non nascondo che fu un momento bello. Eravamo così vicini ed il bellissimo tatto della sua mano sul mio fianco mi piaceva tantissimo.
Appena entrammo nella porta principale dei bagni, mi fece appoggiare al lavandino.
"Stai bene?" mi chiese
"...Mi prendi per il culo?" domandai, mentre mi tenevo la mano sul fianco che mi faceva male. Ma che domanda era? Cavolo, avevo lividi e perdevo sangue dal labbro, dovevo star bene secondo lui?
"Ehi, questo è il ringraziamento per averti aiutato?" domandò lui, girandosi successivamente. Si stava avviando verso la porta, intento ad andarsene via, ma lo fermai subito, pronunciando parole che mi uscirono praticamente dal cuore: "No, aspetta! Non lasciarmi solo..." a fu proprio lì che si bloccò e si girò, ritornando poi da me. Quando si avvicinò mi sollevo leggermente il viso, facendo incontrare i nostri sguardi. Alla luce del giorno erano così dannatamente belli i suoi occhi, più di quanto già non lo fossero normalmente. Mi ci sarei potuto incantare anche per tutta la vita. Il mio cuore iniziò a battere forte, senza che io riuscii a spiegarne il motivo. Ma lo fece, batté forte, batté forte per il ragazzo riccio con le fossette mozzafiato di fronte a me.
"Hai bisogno di una medicazione" disse. Subito dopo si giro, entrando in uno dei bagni. Prese della carta e la bagnò sotto l'acqua. Si riavvicinò nuovamente a me, ma questa volta era leggermente più vicino. Iniziò a tamponare il fazzoletto bagnato leggermente e delicatamente, sulla parte ferita del mio labbro inferiore, come se stesse toccando la cosa più fragile. Io non potei far altro che fissarlo negli occhi, mentre i suoi erano concentrati sulle mie labbra.
"Perché mi guardi in quel modo?" domandò poi, continuando a tamponare col fazzoletto e fissando sempre le mie labbra
"Eh? Nulla, nulla..." dissi io, abbassando lo sguardo. Notai che sorrise appena, forse un po' divertito, mostrando un accenno delle sue splendide fossette. E le scrutai attentamente.
"Dovrebbe bastare" disse poco dopo, buttando il fazzoletto su cui c'erano puntini di sangue. Andai al lavandino, quello più distante possibile da lui, e mi sciacquai la faccia. Lui nel frattempo si avvicinò a me, osservandomi mentre mi sciacquavo. Andai a prendere della carta all'ultimo bagno, posto vicino al muro, per cercare di stare di nuovo il più possibile lontano da lui. Mi creava uno strano effetto la sua vicinanza.
Mi asciugai il volto e buttai il fazzoletto. Poi mi appoggiai al muro, con la testa sollevata. Magari cercando di trattenere le lacrime, magari ripensando a ciò che era successo. Harry riprese ad avvicinarsi verso me, ma mantenendo questa volta una certa distanza.
"Sta' tranquillo Louis, non pensarci" mi disse, con tono di conforto
"Oh oh, Harold Edward Styles che cerca di tirarmi su il morale?" dissi io sarcastico "Cosa c'è? E' una giornata in cui hai voglia di essere gentile?" feci poi una breve pausa "o chiamano anche te "frocio"?" ripresi. Improvvisamente Harry scattò, finendo davanti a me, circondandomi appoggiando le sue braccia contro il muro. Ci ritrovammo faccia a faccia, incredibilmente vicini: "Non dirlo neanche per scherzo Louis" disse lui con espressione seria, quasi come se fosse arrabbiato...
"Okay, scusami, non volevo offenderti..." dissi io, non capendo il motivo della sua reazione. Lui scosse leggermente la testa, con le braccia ancora appoggiate al muro dietro di me.
"Lascia stare. Non dirlo più, altrimenti il prossimo ad alzare le mani su di te sarò io, e questa volta seriamente" continuò. Ma di tutta risposta io gli dissi: "Ripeto, Harry: già l'hai fatto" lasciandolo senza parole. Era lì, davanti a me, che mi fissava, senza una risposta in bocca. Scostai il suo braccio per passare, iniziando a dirigermi verso la porta, quando sentii la sua mano che mi strinse improvvisamente, mi girò e mi tirò verso lui. Fummo di nuovo faccia a faccia. Cavolo, non riuscivo emotivamente a controllarmi.
"Tu sei stato per primo maleducato con me, cacciando quella faccia di cazzo che ti ritrovi e urlandomi contro"
"Porca puttana Harry, non paragonare le due cose. La mia è stata una reazione istintiva, non volevo risponderti in quel modo. E non mi hai neanche chiesto scusa per avermi urtato, anzi, continui a fare il coglione picchiandomi" risposi io, incredulo del paragone che fece
"Smettila di rinfacciarmelo!"
"Cosa c'è? Vuoi continuare a dirmi che 'mi hai già chiesto scusa'?" riposi "Sì, lo hai fatto. Ma non basta". A quelle parole tirai il braccio per staccarmi dalla sua presa. Mi girai e andai via, uscendo dalla porta del bagno e lasciando Harry dietro di me.
Mi urtava sempre di più. Sì, gli ero riconoscente per avermi "salvato", ma non gli avrei mai voluto dire "grazie". Non per cattiveria, ma semplicemente perché non credevo che quella persona tanto maleducata e stupida, meritasse quella parola tanto grande.
E sì, avrei continuato a rinfacciarglielo, anche a vita se fosse stato necessario, perché Dio solo sa quanto cavolo abbia fatto male ricevere quel calcio da lui.

Don't touch me - ||Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora