CAPITOLO 7

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                                                                                             GINEVRA

Appoggiato sul letto trovai un baby doll che non copriva completamente niente e per esserci un

completo intimo cio' significava solo una cosa... Matt voleva scoparmi! Col cavolo che glie lo avrei

permesso. Fammi toccare da lui sarebbe stato troppo per me preferisco essere presa a schiaffi

piuttosto che sentire le sue mani sul mio corpo o addirittura sentirlo dentro una parte di me lo

desiderava e mi odiavo per questo era da malate essere attratte da un uomo del genere e l'altro lato

di me quello "sano" voleva tenerlo lontano, non sapevo cosa fare... e se l'avessi rifiutato? Che

conseguenze dovevo aspettarmi? Dio mi sta' fondendo il cervello a furia di tutti questi pensieri cosi'

decisi cosa fare e chiamai Amanda. Non appena entro' mi guardo' dubbiosa... " e si cara mia io non

saro' mai come voi, non mi sottomettero' mai al tuo pazzo capo".

<Non sei ancora pronta?>

<Non verro'.>

<Tu sei completamente pazza, ora ti metti quel cazzo di baby doll e vieni con me.>

<IO-NON-VENGO.> Detto questo mi sedetti sul letto e m'impuntai come una bambina quando fa i

capricci con un Amanda che mi guardava arrabbiata e combattuta.

<Bene se e' questo che hai deciso prenditi le tue responsabilita' perché credimi saranno brutte.>

<Di' al tuo caro capo che si fotta.> Un ghigno malefico attraverso' il viso della donna.

<Credimi qui' chi si fara' fottere sarai tu.>

Detto questo si volto' ed usci' dalla stanza e i miei pensieri iniziarono a tormentarmi, che

conseguenze mi aspettavano  per il mio rifiuto e se lo avesse spinto ad uccidermi? Ma

cosa diavolo mi ero messa in testa di rifiutare un pazzo del genere, io stessa ho visto con i miei occhi

cos'e' capace di fare e non oso nemmeno pensare cosa fa a quelle donne! Ero ancora avvolta nel telo

e piuttosto che mettermi quell'orrendo indumento tornai in bagno e indossai di nuovo il mio vestito

sporco. Ebbi il tempo di chiudere la cerniera che la porta si spalanco' ritrovandomi il merdoso che mi

guardava con uno sguardo di vittoria volevo tanto spaccargli qualcosa sul quel viso.

<Guardate un po' la troia come fa la difficile, a tigre non e' piaciuto il tuo rifiuto e mi dispiace per te

ma sei riuscita a farlo incazzare ed ora davanti a te si prospetta una lunga giornata che ti fara' capire

il tuo sbaglio e ora muovi il tuo culo e seguimi.>

Che giornata aveva programmato quel psicopatico!  Era meglio non fare domande al momento visto

che il merdoso aspettava che mi muovessi cosi' controvoglia lo segui', scendemmo di nuovo le scale e

con mio sollievo capi' che stavo ritornando nella mia "cella" ma tutto scompari' quando Frank la

oltrepasso' fino ad arrivare alla fine del corridoio dove una grande tenda copriva la parete.

CUORI DANNATIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora