CAPITOLO 9

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                                                                                             GINEVRA

Desire' mi lascio' in quella cella "chiamata stanza" , non disse niente e per questo la ringraziai

mentalmente. Mi sdraiai sulla brandina, avevo freddo, mi sentivo sporca e finalmente mi lasciai

andare in un pianto liberatorio. Questo  era il primo giorno che mi assentavo dal lavoro chissa' se

qualcuno aveva notato la mia assenza, forse il mio capo? Chi lo sa! Ora mi rendevo perfettamente

conto che la mia vita l'avevo basata solo sulla carriera convinta che fosse  la cosa giusta ma alla luce

dei fatti ho capito di aver sbagliato tutto, ho sempre rinunciato agli inviti dei miei colleghi, alle feste

ed ora mi trovavo senza nemmeno un amico che si fosse preoccupato per me per la mia assenza e

con la paura che non ne avrei mai piu' avuto uno... non sarei mai potuta sopravvivere a questa

violenza... Matt e' un uomo troppo potente e fuggire da lui non sarebbe stato tanto facile,che rabbia!

 avevo sudato tanto per avere la vita che ho, il lavoro, l'acquisto del mio appartamento e adesso mi

ritrovo sdraiata su una brandina a piangere con un baby doll e una vestaglia strappata, un livido in

faccia, violentata e senza nessuna speranza di un futuro... odiavo quell'uomo, odiavo l'espressione

compiaciuta che aveva in viso mentre  quel suo amico psicotico come lui mi violentava, odio le

sensazioni che mi provoca ogni volta che mi e' vicino e odio me stessa per permettere a queste

sensazioni di far parte di me..

Il rumore della serratura allontano' i miei pensieri e quando alzai gli occhi di fronte a me c'erano due

verdi smeraldo che mi fissavano, mi studiavano, cos'era venuto a fare? Non era contento dopo quello

che mi ha fatto subire? Quegli occhi addosso scatenarono di nuovo quel brivido in me ed io chiusi gli

occhi cercando il buio per allontanarlo.

<Ti piace la tua nuova suite? Se non ti soddisfa potresti sempre trovare comoda una bara.>

Spalancai gli occhi nell'udire quelle paure e vedendo la mia espressione sul suo labbro comparve un

 mezzo sorriso.. si stava prendendo gioco di me.

<Perché mi hai fatto tutto questo!> lo dissi in tono rassegnato < In azienda ero l'unica che ti

dimostrava rispetto e hai visto dove mi ha portato tutto questo? Che stupida vero Matt? L'imbranato

cos'e' in realta'?>

Raggiunse la brandina ed io non mi mossi e il suo viso si avvicino' al mio.

<Quell'idiota che tu hai conosciuto non ha niente a che fare con l'uomo che hai davanti.... IO-SONO-

CATTIVO- GINEVRA> specifico' quelle parole <Mi diverto a vedere le donne subire quello che hai avuto

tu stasera, mi eccita uccidere a sangue freddo e sono privo di anima e di qualunque sentimento si

avvicini all'amore> si alzo' < credevi davvero che m'importasse qualcosa del tuo rispetto? Tu per me

CUORI DANNATIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora