↝CAPITOLO 30.

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30. Showdown.

ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE DI VIOLENZA E DI DETTAGLI CRUDI, SE NON REGGI QUESTE SCENE, SALTA QUELLA PARTE.
AUGURO UNA BUONA LETTURA A TUTTE!

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DAL CAPITOLO PRECEDENTE:

Justin's Point Of View:

Era arrivata la resa dei conti, era arrivata l'ora di rendere giustizia a mio padre, l'ora di togliere una volta per tutte dalla faccia della terra quel figlio di puttana, l'ora di far vedere chi era che comandava.

"È arrivata la tua ora, ora tocca a te...
Bentornato, DAMNED."

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«Ma chi rivedo, quel brutto bastardo che ha ucciso mio padre -feci una risata ironica per poi continuare- te lo ricordi Jeremy Bieber, eh Mood?»

Lui alzò lo sguardo, freddo, duro, forte... Ma mai, mai quanto il mio.
Ero carico di odio e vendetta, una vendetta attesa da tempo, molto tempo, ma ne era davvero valsa la pena.
Quel figlio di puttana doveva morire, soffrire e poi morire come aveva fatto mio padre.
Mi aveva tolto una parte di me, la mia esatta metà, la mia forza.
Mio padre per me era sempre stato un eroe, un esempio... E lui, quel gran pezzo di stronzo, mi aveva tolto tutto in un minuto.

Mi guardò con aria di sfida, ma non rispose.

«Rispondi quando ti parlo, pezzo di merda.» Stavo sul serio cominciando ad alterarmi.

«Bieber, come faccio a dimenticare il mio carissimo amico Jeremy!» Disse con divertimento, il che, non fece altro che aumentare la mia rabbia.

Cercai di mantenere la calma, doveva soffrire e morire lentamente.

«Figlio di puttana.» Dissi a denti stretti.

«Che c'è, tasto dolente piccolo BIEBER?» Il cognome di mio padre, l'onore della mia famiglia, uscì dalle sue luride labbra in un modo così disprezzante da farmi salire l'istinto omicida tre volte di più.

«Tu, il nome di mio padre non lo devi pronunciare nemmeno se te lo dico io.» Dissi avvicinandomi a lui, ma non troppo.

«Perché? Se no che succede? Davvero credi che ho paura di un moccioso come te Bieber?»

«Attento a come parli Mood, potresti farti molto male... Mi sa tanto che tu non sai con chi stai parlando.» Dissi minacciandolo.

«Oh caro, lo so eccome! E appunto per questo ti parlo così. Sai Damned, o forse dovrei dire Justin, la gente ti sopravvaluta troppo. Crede che sei Dio sceso in terra, l'intoccabile, l'invincibile. Ma sai che ti dico Bieber? Tu non vali un cazzo, sei uno che parla parla e alla fine i fatti non si vedono nemmeno lontanamente... Un po' come tuo padre insomma, non valeva niente, era solo un pezzo di merda come te e ora, sta bene dov'è! Ha fatto la fine che meritava di fare.»

Stavo sudando freddo, avevo i pugni talmente stretti che a momenti mi esplodevano le nocche; i denti digrignati e gli occhi chiusi, stretti. Stavo per scoppiare tanta l'adrenalina che avevo in corpo.
Dopo quelle parole dovevo solo sentirmi ferito, il bastardo lo faceva apposta per rendermi debole, ma era talmente coglione, da non capire che non faceva altro che alimentare la mia rabbia che di lì a poco si sarebbe scagliata tutta su di lui e il suo caro fratellino.
Avevo ancora di più fame di vendetta, sentivo che dovevo rendere giustizia a mio padre, portare in alto il suo cognome, far capire a tutti chi erano i Bieber e quanto valevano.

Bad Soul ▸ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora